Iniziativa delle associazioni territoriali contro i fumi tossici provenienti dalle discariche non rimosse dopo gli sgomberi dei Rom

3 maggio 2011 – Raccogliendo l’appello di tanti cittadini i Comitati di Quartiere di Colli Aniene e di Casale Rosso hanno inviato una lettera aperta al Sindaco di Roma Gianni Alemanno, contro i fumi tossici delle discariche non bonificate dopo gli sgomberi degli insediamenti Rom di via della Martora, via Severini e via del Flauto. I due CdQ sono stati affiancati in questa azione dall’Associazione Micologica Ecologica Culturale Colli Aniene e da Italia per la Solidarietà e sostenuta da questo sito internet di informazione. Nella lettera, oltre a rivendicare il diritto di respirare, viene denunciato lo stato di abbandono delle discariche e il disinteresse dell’Amministrazione Capitolina sul problema che colpisce i residenti. Le istituzioni fino ad oggi hanno disatteso tutte le promesse fatte ai cittadini sia a voce che per scritto e soprattutto non hanno fatto sorvegliare le aree sgomberate che sono state incendiate secondo un copione ormai consueto per tutta la città.
Segue il testo della lettera inviata:

Al Sindaco di Roma On. Gianni Alemanno

Per conoscenza a
All’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio On. Marco Mattei
All’Assessore all’Ambiente della Provincia di Roma On. Michele Civita
All’Assessore all’Ambiente del Comune di Roma On. Marco Visconti
Al Presidente del V Municipio di Roma On. Ivano Caradonna
Al Presidente del VII Municipio di Roma On. Roberto Mastrantonio

Oggetto: Salute dei cittadini a rischio a causa di fumi tossici
Il diritto a respirare dovrebbe essere un principio basico garantito a tutti. Eppure in alcune zone di Roma questo non accade. I quartieri Colli Aniene, Casale Rosso, Tor Sapienza e Collatino sono da mesi invasi da fumi provenienti dalle aree dove erano presenti campi nomadi e, dopo lo sgombero, sono rimasti cumuli di rifiuti che quasi giornalmente qualcuno da alle fiamme. Come indicato nella lettera che la Asl ha inviato in data 30 novembre 2010 al comune di Roma tali fumi “contengono sostanze particolarmente irritanti per le mucose oculari e delle vie respiratorie, e ciò, specie nella stagione estiva quando le finestre delle abitazioni più vicine sono aperte, può costituire un pericolo immediato per la salute soprattutto di anziani, malati, bambini, se la concentrazione di tali sostanze raggiunge livelli adeguati. Da tale combustione, inoltre, possono derivare composti pericolosi per la salute a lungo termine, come diossine ed idrocarburi policiclici aromatici”.
Le aree che a turno prendono fuoco sono gli ex campi di via La Martora, via Severini e via del Flauto che si sono ridotti a discariche a cielo aperto e via Salviati che, seppure sia un campo nomadi tollerato, anch’esso è saturo di rifiuti. Queste zone sono inoltre limitrofe al mattatoio di via Togliatti dove vengono lavorati prodotti alimentari destinati al consumo ed immessi nella grande distribuzione.
A nulla sono valse finora le proteste dei Comitati di Quartiere ed Associazioni Territoriali che hanno addirittura inviato un esposto al Nucleo Ambientale dei Carabinieri intervenuto a febbraio sequestrando l'area di La Martora e intimato al Comune un’immediata bonifica. I cittadini si vedono costretti a chiudersi in casa sbarrando le finestre per limitare l'inalazione di sostanze tossiche e l’esposizione ai forti odori di rifiuti bruciati. L’unico modo per risolvere il problema è la rimozione dei rifiuti dalle aree come è stato richiesto insistentemente dai cittadini.
I Comitati di Quartiere Colli Aniene e Casale Rosso hanno più volte sollecitato le istituzioni competenti sia con segnalazioni che incontri con l’assessorato all'Ambiente del comune di Roma, l’ultimo avutosi lo scorso 11 Marzo, che della provincia, svoltosi il 26 Aprile. Le promesse fatte dall’assessorato all'Ambiente del comune, competente per la bonifica, sono state disattese e i cittadini stanno pagando le conseguenze sulla loro salute.
I cittadini chiedono un immediato intervento delle autorità competenti affinché le aree siano prima di tutto ripulite, quindi bonificate e riqualificate in modo da evitare che siano nuovamente occupate illegalmente. Se le richieste dovessero essere nuovamente disattese nei termini previsti, i cittadini sono pronti a presentare una denuncia alla Procura della Repubblica.

Il Presidente del
Comitato di Quartiere “Colli Aniene”
Il Presidente del
Comitato di Quartiere “Casale Rosso”
Associazione Micologica Ecologica Culturale Colli Aniene
Italia per la solidarietà

Antonio Barcella
www.collianiene.org
news@collianiene.org

Commenti

6 maggio 2011 - Gentile staff, scrivo in merito alla ormai drammatica questione dei fumi tossici provenienti dai campi rom. Premesso che ho molto apprezzato la lettera aperta al sindaco di Roma, penso che ciò che vi serve per poter essere meglio ascoltati, sia una forte visibilità mediatica, cosa che sicuramente ben sapete e vi sarà già stata consigliata da moltissimi altri cittadini. Quì argomento brevemente perché. Rivolgersi a trasmissioni come Striscia la notizia - o simili - costituirebbe una formidabile ribalta per sensibilizzare cittadini e istituzioni a questo problema, tanto più ora che l'assessore all'ambiente di Roma, Marco Visconti, ha ammesso la presenza nelle discariche di rifiuti speciali; presenza dietro la quale si celano una serie di traffici illeciti e di gravi reati penali. C'è quindi, prima di tutto
1) la grave questione dei rischi per la salute di noi residenti - questo è ciò che a noi più preme - questione che però, inutile negarlo, non interessa a chi non è direttamente coinvolto, ne porta mai a serie inchieste della magistratura, giacché per qualche strana ragione nessuno va mai ad indagare approfonditamente su attività e consuetudini dubbie dei nomadi.
Ci sono poi
2) fenomeni di illegalità connessi alla suddetta presenza di rifiuti speciali, i quali sono tali che la magistratura sarebbe praticamente costretta ad aprire delle inchieste. Cosa questa che non avverrebbe - di fatto non avviene - qualora i fumi tossici fossero "solamente" il frutto di fuochi dei rifiuti dei popoli nomadi. Cosa che altresì forse non avverrebbe lo stesso, in mancanza di una forte visibilità mediatica. Quindi noi residenti dobbiamo puntare ad attirare l'attenzione in modo tale da far si che le istituzioni siano obbligate ad intervenire: la presenza di rifiuti speciali, frutto peraltro di traffico illegale, è certamente un fatto che obbligherebbe forze dell'ordine e magistratura ad intervenire. Anche per capire "quanto" sono speciali e tossici, quei rifiuti.
Grazie ad una forte visibilità mediatica, si avrebbe inoltre
3) la possibilità di chiedere ed ottenere cose teoricamente scontate in un paese civile, ma che tali non sono affatto, come analisi a campione per i cittadini residenti in zona, in modo da poterne monitorare la salute.
Concludendo, forse non cambierebbe nulla, ma quantomeno otterremmo di avere cittadini informati; inoltre il peso di tutti quei milioni di occhi addosso, farebbe sentire le istituzioni preposte a controllo, intervento e sanzioni - istituzioni che di fatto sono inattive - inchiodate alle proprie responsabilità. Cordiali saluti. Gino