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Commenti 28
giugno 2011 - Passando davanti il liceo Benedetto Croce notando
l'inizio di lavori ho pensato a parcheggio per le auto e motorette, o
meglio un marciapiede utile all'attraversamento del giardino per dirigersi
alla fermata dei Bus o per frequentare in entrata ed uscita dal liceo
e non per la realizzazione di una pista ciclabile:per chi? per gli ultrasettantenni
? saranno appena 100 mt. di pista inoltre verso l'interno della Bardanzellu
si è inteso restringere lo spazio del largo del viale con il giardino
centrale destinato per l'uso di svolta auto e pedonale in entrambi i sensi.
E' veramente difficile pensare ad una necessità se non quella di
una architettura fantasiosa motivata da un mistero. E' superfluo quello
che si sta facendo ? Ci sono delle motivazioni che a mio parere non hanno
nulla di utilità sociale, forse si è voluto competere con
quanto realizzato allaTogliatti come si è detto:investimenti (?)
improduttivi. Perché non si spendono i soldi dei cittadini ad esempio
per la segnalazione di sicurezza nelle strade; la potatura degli alberi,
la cura e la vivibilità dei giardini pubblici per i bambini, le
donne, gli anziani; il restauro delle scuole; la manutenzione delle strade
con crepe e buche ? Si pensa che il non uso delle piste ciclabili ed il
loro costo possano sostituire il vivere delle famiglie di Colli Aniene
? 27 giugno 2011 - Spett.le Redazione, sono in sintonia con chi è come me del parere che una ulteriore pista ciclabile, dopo il clamoroso fallimento dei primi tratti della Togliatti ormai invasi da sterpaglia e ingoiata dalla terra (poiché a Roma si sprecano soldi in opere che non si manutengono) dove nessun ciclista si è azzardato mai e si azzarda ad andare senza pensare di intossicarsi i polmoni, fa veramente rabbia vedere tanto spreco di denaro pubblico lì dove occorrerebbe asfaltare le strade, e tenere più pulito il quartiere, senza contare gli scempi alle varie piante che il privato e non il Comune ha innestato, curato e visto crescere in questi anni, si debbono vedere violate e distrutte per un capriccio di qualche amministratore fantasioso. Ora noi tutti ci domandiamo e vorremmo una risposta:- da chi viene questa idea bislacca? Dal Comune? Dal V Municipio? E dico bislacca perché il nostro quartiere per la maggior parte ha già piste ciclabili negli spazi verdi, costruite dai soci delle varie cooperative e non dal Comune ed in questi qualcuno si sposta in bicicletta per diporto. ( la cura del verde nel nostro quartiere è stata sempre pagata di tasca nostra pur essendo questi spazi del Comune, al quale facciamo fare un figurone a chi viene di passaggio a Colli Aniene, e da questi sarebbe l’obbligo della cura, ma figuriamoci Roma tutta in questo senso è tremendamente trascurata. Penso che la capitale d’Italia sia la meno verde d’Europa e quello che esiste è grazie a parchi come villa Borghese e villa Ada etc. spazi verdi che si curano quasi da soli e comunque avrebbero bisogno di maggiore manutenzione dato che ci continuano a cadere alberi addosso, per fortuna che a Roma non c’è poi sempre vento….) Questa idea che il romano usi la bicicletta per raggiungere i posti di lavoro è una utopia. Solo la disperazione per la carenza di mezzi pubblici, induce qualcuno ad usare questo mezzo. Per esempio mio figlio che lavora al Portuense arriva con la MB ad Ostiense, unica stazione che ha un apposito locale per l’alloggio delle bici, e con questa va’ al posto di lavoro rischiando molto in mezzo al traffico poiché lì che occorrerebbe, non c’è pista ed anche perché l’unica linea di autobus, che non passa mai, impiega più della metro da Ponte Mammolo ad Ostiense per due km di strada. Non serve nel nostro quartiere andare in bici alle due fermate della MB poiché, anche con traffico intenso, ci si arriva in un attimo con l’autobus. Anche se si volesse dove lasci la bici? Ci sono delle postazioni a Ponte Mammolo e a Santa M. del Soccorso per lasciarle in sicurezza e al coperto? Si deve osservare inoltre che i marciapiedi di Via Togliatti, specie nell’ultimo tratto prima della M, sono ampi e del tutto deserti e dunque atti allo scopo anche senza le piste. In ogni caso se non si educano i cittadini fin da bambini ad un maggiore uso di questo straordinario mezzo, che fa bene alla saluta ed alla tasca, e se non si chiude definitivamente il centro storico, dove però non vedo piste ciclabili come ve ne sono a Monaco di Baviera ed in tutte le città civili col cav… che il romano fa come a Ferrara, Padova etc, già è pigro per natura, il Comune (tranne che esibizione del pessimo sindaco Rutelli che nulla fece per favorire veramente l’uso della bici, ha fatto molto di più Veltroni) continua a fare interventi a pioggia senza approcci ragionati non vedo soluzioni. Cordiali saluti. Giuseppina P.S perché non iniziano i nostri amministratori e politici ad andare in bici? Sarebbe un bello esempio e risparmieremmo tantissimo altro che manovra fiscale….! 27
giugno 2011 - Ieri mattina con un amico abbiamo fatto un giro
presso il "cantiere pista ciclabile" ed abbiamo riscontrato
la presenza dei cartelli che denunciano l'opera in corso. Con questa nota
di commento non intendo entrare nel merito della diatriba pista ciclabile
si / pista ciclabile no. Personalmente ritengo che tutta la partita rileva
un approccio autoritario da parte di chi decide sulla testa (e sulle tasche)
dei contribuenti, senza mai considerarli soggetti attivi. La cosa più
esecrabile è il mancato rapporto dell'Amministrazione con i cittadini
di Colli Aniene, e dunque anche l'assenza delle più elementari
informazioni di base circa quello che si sta facendo che apre la stura
ad allarmistiche leggende metropolitane come quella che "taglieranno
gli alberi", oppure che "i lavori danneggeranno gli alberi". |