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luglio 2011 – A volte ci sono argomenti che non riguardano
direttamente il territorio ma che non possono essere ignorati da
un sito di informazione locale perché troppo importanti per
la vita di ogni giorno. Stiamo parlando della manovra finanziaria
di aggiustamento dei conti pubblici che chiederà ingenti
sacrifici al ceto medio basso di questa nazione solo per riparare
agli errori di una classe politica dirigente, non all’altezza del
compito demandato dai cittadini, che si è rivelata fallimentare
in materia di economia e finanza. Un grosso tributo richiesto ai
più deboli dalla politica per tappare le immense voragini
dei conti pubblici che non dipendono dalle pensioni o dalla sanità
pubblica, come stanno tentando di farci credere, bensì dai
costi della politica, ormai fuori controllo, nonché dalle
missioni di “pace” fatte con i bombardieri e necessarie solo a giustificare
l’esistenza di gerarchie militari che giocano ai soldatini con il
denaro pubblico, per terminare con i privilegi delle caste e delle
lobbies che ormai controllano il parlamento.
Sapete quanto costa su un disoccupato, o su un lavoratore in mobilità
in attesa di pensionamento, lo spostamento di tre mesi del diritto
alla pensione? Facendo un rapido calcolo è una cifra che
si avvicina ai cinquemila euro che colpisce gente già in
difficoltà che ha perso il lavoro in tarda età o lavoratori
messi fuori dalle aziende in nome di un profitto che non può
essere l’unico parametro di riferimento.
Dieci anni di politica al servizio di faccendieri e lobbisti che
hanno reso il paese sempre più povero.
È difficile calcolare il costo che ognuno di noi dovrà
pagare per l’aumento delle tasse sui carburanti, per i ticket sulle
prestazioni specialistiche e sul codice verde del Pronto Soccorso,
sul blocco degli incrementi di stipendio per i lavoratori statali
(perché questa discriminazione?), sulla modifica delle pensioni,
etc. Sicuramente stiamo parlando di cifre molto superiori a quelle
ventilate da giornali accondiscendenti stimate in circa mille euro
a famiglia.
Una situazione esplosiva di cui è responsabile tanto il governo
che un’opposizione inesistente che cerca di scimmiottare chi sta
al potere per paura di allontanare l’elettorato moderato. Poi è
inutile scandalizzarsi di fronte a movimenti spontanei di chi cavalca
una protesta più che legittima.
Sì, siamo sempre più indignati!
Lo siamo per mille motivi diversi ma soprattutto siamo indignati
verso una classe politica, la peggiore di sempre della breve
storia di questa nazione che, con i suoi privilegi
di casta difesi ad oltranza, è distante un abisso
dal paese reale e non si rende conto di essere disprezzata dal popolo.
Lo siamo verso una classe politica sempre pronta a piegarsi di fronte
al potente di turno (banche, assicurazioni, potere economico, etc)
o stando sempre accorta a non inimicarsi le influenti lobbies di
notai, avvocati, giornalisti, medici ma altrettanto predisposta
a tartassare senza remore il ceto più debole.
Siamo indignati di fronte a un parlamento che difende i corrotti
e impedisce alla giustizia di esercitare il proprio lavoro.
E voglio finire con l’ultima indignazione che è quella di
vedere l’Italia, il Tricolore, il popolo romano continuamente insultati
dai parlamentari leghisti pagati con i soldi di noi italiani, senza
che nessuno intervenga a fermarli. Il vilipendio alla bandiera,
le minacce di secessione, l’offesa al popolo romano sono reati perseguibili
dal codice penale ma, forse, le nostre Procure questo non lo sanno.