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Agosto 2011 – Siamo stati i primi a raccogliere e a riportare
il malcontento di gran parte della popolazione di Colli Aniene per
un’opera non condivisa che appare, ai più, come un privilegio
per pochi o un regalo alle solite imprese appaltatrici. Il cittadino
non riesce a spiegarsi perché venga utilizzato denaro pubblico
per un’altra pista ciclabile, destinata al fallimento come quella
di viale Palmiro Togliatti, e che presto diverrà un luogo
invaso da erbacce e da rifiuti fastidiosi. Tutto questo mentre viale
Bardanzellu continua a presentare vaste crepe nell’asfalto e una
segnaletica fatiscente ignorate dall’amministrazione capitolina
nonostante i richiami dei residenti. A questa insoddisfazione fa
da contraltare l’esultanza con cui Bici Roma è uscita dagli
incontri con l’’Assessore Aurigemma, proclamando che nel corso della
riunione sono stati fugati i comprensibili dubbi dei rappresentanti
del Comitato di Quartiere sui rischi degli alberi e della circolazione
degli autoveicoli. In realtà il vice presidente del CdQ,
Vincenzo Barsanti, ha dichiarato al sito Abitare A come le motivazioni
portate dalla Polizia Municipale e dal personale dell'Agenzia della
mobilità non lo abbiano affatto convinto: “L'impressione
generale è che i giochi sono ormai conclusi, sono stati presi
impegni e spesi soldi, perciò non c'è nulla da fare
se non – da parte dei cittadini – incassare ed accettare che una
minoranza (i ciclisti) l'abbiano vinta nei confronti di una più
cospicua massa di cittadini. Cittadini giustamente nauseati di fronte
all'altra pista ciclabile, quella di viale Togliatti, che sta andando
in malora senza il viatico di almeno qualche sparuto ciclista… Il
fatto è che, come sempre, una volta messo in moto un certo
meccanismo, è più facile e meno dispendioso in tutti
i sensi lasciarlo procedere fino alla fine che affaticarsi per praticarne
una piccola variazione.”
Tutto
ciò appare come una guerra tra poveri, o meglio ancora una
lotta alla Don Camillo e Peppone, in cui entrambe le parti sostengono
con forza le proprie legittime motivazioni che, con un po’ di accortezza
e con il coinvolgimento dei residenti sulla stesura del progetto,
potevano essere tutte soddisfatte. Invece l’opera ha diviso un quartiere
e non solo. Perfino gli ecologisti si sono attestati su due posizioni
diverse: da una parte quelli che sostengono i diritti dei ciclisti
e dall’altra quelli delle piante messe in pericolo dalla costruzione.
Non sono esenti da questo frazionamento neanche le associazioni
territoriali, alcune hanno espresso un parere favorevole alla costruzione
mentre altre hanno cavalcato la protesta popolare schierandosi apertamente
contro la ciclabile. Opinioni tutte rispettabili e lecite. Anche
la nostra informazione non ha preso un punto di vista preciso sull’argomento
proprio perché comprendiamo le ragioni di tutti e attribuiamo
gli errori solo all’amministrazione pubblica che in questa storia
ha sbagliato tempi e modi. Le piste ciclabili nascono principalmente
per due scopi: svago, per lo più di famiglie o di sportivi
che necessitano di una pista protetta, possibilmente lontana dal
traffico ed immersa nella natura; o spostamenti: per recarsi nei
centri di interesse quali supermercati, uffici pubblici, stazioni
di trasporto pubblico. I percorsi realizzati sinora nel nostro quartiere
sembrano non rispondere a nessuna di queste due logiche. La pista
ciclabile sulla Togliatti si ferma a 200 metri dalla fermata Palmiro
Togliatti della linea ferroviaria FR1 e non vi è alcun modo
per coprire quell’ultimo brevissimo tratto né in bici né
a piedi in quanto manca anche un marciapiede. Il percorso su viale
Bardanzellu che dovrebbe collegare la pista della Togliatti con
il parco della Cervelletta, quindi destinato alla prima categoria
di utenti, è di difficile comprensione in quanto si sarebbe
dovuto realizzare passando per via Compagna, come era stato progettato
in origine, dove vi è tutta un’area verde che ben si presta
ad essere pista ciclabile naturale a costi zero (cioè senza
necessità di grandi opere per realizzarla) e che si connette
con il parco della Cervelletta. A dimostrazione che la ciclabile
sulla Togliatti non è fatta per permettere di raggiungere
la metro vi è l’assenza di rastrelliere per parcheggiare
la bicicletta nella stazione di Ponte Mammolo.
Inoltre, crediamo di non commettere un errore se attribuiamo questa
diatriba a un problema culturale della nostra città
che non ama le bici e spesso dimostra che le sopporta
a malapena.
L’episodio successivo di questa commedia popolare è il coinvolgimento
della Forestale da parte di coloro che protestano per la salvaguardia
degli alberi. Forse l’ultimo appiglio per tentare di fermare i lavori
con la giustificazione di chi si non ritiene ascoltato.