Mobilità Roma Est: approvato il prolungamento metro B e una nuova linee ATAC fino a Ponte di Nona

8 Agosto 2011 – Particolari novità sono state comunicate dal Comune di Roma sul fronte dei progetti per la mobilità che porteranno all’inevitabile apertura di nuovi cantieri in una città già gravemente tartassata, in particolare sul quadrante Roma Est. Uno scotto necessario per avere una metropoli che tenti di migliorare il livello del suo sistema di trasporti pubblici molto più vicino al terzo mondo che alle più importanti capitali europee. Come è nostra consuetudine osserveremo soprattutto i progetti che avranno un impatto maggiore sul nostro quartiere e sulle aree adiacenti del tiburtino e del collatino.
La notizia più positiva è l’inaugurazione della nuova linea ATAC “075” che collegherà Ponte di Nona e il comprensorio Colle degli Abeti alla stazione metropolitana di Rebibbia. Il collegamento si svilupperà su oltre 39 chilometri di percorso complessivo, sarà attivo tutti i giorni feriali, prefestivi e festivi dalle 5.30 alle 24, conterà su 72 corse giornaliere con una frequenza media di circa 30 minuti. L'entrata in servizio di questa linea migliorerà la mobilità di tutta la zona. "Il nuovo autobus - sottolinea l'assessore alla Mobilità, Antonello Aurigemma - oltre a collegare i due quartieri direttamente alla Metropolitana, transiterà in prossimità di centri commerciali, uffici postali, scuole, attraversando strade dove sono presenti coincidenze di altre linee pubbliche. Lo 075 va a rinforzare il servizio pubblico di un’arteria fondamentale del quadrante rappresentata da via Collatina e consolida anche il servizio nelle zone di La Rustica, Tor Sapienza e Tor Cervara".
Accogliamo con soddisfazione questa innovazione chiedendoci soltanto se non poteva essere fatto un passo in più sulla frequenza delle corse che appare del tutto insufficiente a servire un quartiere periferico che chiede a gran voce quei servizi atti a ridurre la distanza, non solo chilometrica, che li separa dal resto della città.
La seconda e più importante notizia è l’approvazione da parte dell’Assemblea Capitolina del prolungamento della metropolitana linea B nel tratto Rebibbia-Casal Monastero (cosiddetta linea B2). A Roma Metropolitane viene così dato mandato di procedere e si prende atto della “congruità economico-finanziaria” dell’importo proposto dal raggruppamento d’imprese (Salini-Vianini-Ansaldo) che s’è aggiudicato i lavori: 555.741.052 euro, Iva compresa. “La soluzione progettuale”, sottolinea il Campidoglio, “ottimizza i nodi di scambio, collocandoli immediatamente a ridosso del Grande Raccordo Anulare; mitiga l’impatto ambientale, trasferendo la linea totalmente in sotterranea, compreso il deposito; elimina, inoltre, le demolizioni di edifici civili
Abbiamo già espresso il nostro pensiero sul project financing con cui si sovvenzionerà gran parte dell’opera in cambio della cessione di alcuni terreni che porteranno inevitabilmente ad altra cementificazione. Focalizziamo questa volta l’attenzione su questi continui progetti di prolungamenti irrazionali delle due metropolitane esistenti che vanno ad aggravare una situazione di saturazione del trasporto pubblico nelle ore di punta. Tentiamo di spiegarci meglio: entrambe le linee metropolitane accusano, nelle fasce orarie di apertura e chiusura degli uffici, una situazione disastrosa che spesso impedisce ai passeggeri di salire sulle vetture se non disposti a viaggiare stipati come animali. I prolungamenti non fanno altro che aggravare questa situazione portando un eccessivo numero di nuove presenze su vetture già vicine al collasso.
Una situazione che si può risolvere solo con la progettazione di nuove linee metropolitane o con un migliore utilizzo dei tanti chilometri di ferrovia che già attraversano la nostra città di proprietà della Rete Ferroviaria Italiana, abbandonando ulteriori progetti di prolungamento delle linee esistenti.
L’ultima considerazione sul trasporto pubblico la riserviamo all’aumento del costo del biglietto che da gennaio prossimo passerà a 1,50 € aumentando di ben il 50% un costo che grava soprattutto sulle famiglie più indigenti. Tutto questo in un momento che ha già richiesto grossi sacrifici a tutti gli italiani e in una situazione anomala in cui sono bloccati per alcuni anni gli aumenti salariali dei dipendenti pubblici. Vengono bloccati gli stipendi ma mai le spese a cui vanno incontro i romani. Il sospetto del cittadino è che questo aumento serva soprattutto a coprire i costi dell’ATAC lievitati con la “parentopoli” e le "assunzioni facili" venute alla ribalta della cronaca in questi ultimi mesi.

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