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Ottobre 2011 – I “Robin Hood al contrario”
che popolano le istituzioni italiane e il mondo dell’economia truffaldina,
ovvero i paladini dei ricchi, stanno tentando l’ennesimo colpo di
mano sulle pensioni per porre riparo alla loro incapacità
di governare il paese dimostrata negli ultimi vent’anni. Ancora
una volta hanno atteso che i provvedimenti che tutti attendevano
sulla revisione dei privilegi della casta, sull’abolizione delle
province, sulla tassazione dei redditi più elevati finissero
nel dimenticatoio. Più facile agire sui poveri lavoratori
che hanno pagato per una vita i loro contributi pensionistici che
cancellare i doppi e tripli incarichi politici/amministrativi da
oltre centomila euro. Ci hanno raccontato che l’Europa va in pensione
più tardi, senza evidenziare che le finestre di attesa delle
nostre pensioni ci fanno raggiungere la media europea. Fanno passare
sotto silenzio quello che è successo in Francia (una
mezza rivolta popolare) quando l’età pensionabile
è passata da 60 a 62 anni mentre per noi verrà elevata
ai 67 (più le finestre imposte dall’INPS) senza che nessuno
si ribelli a questi soprusi. Ripetute riforme del settore pensionistico
hanno già cambiato sostanzialmente i diritti e le prospettive
dei lavoratori ma questo, ai signori della politica, ancora non
basta. Nessuno considera il dramma che vivono tanti lavoratori,
vicini alla pensione, che hanno accettato provvedimenti di mobilità
(ovvero il licenziamento) e qualche piccolo incentivo sapendo di
aver quasi maturato il diritto alla pensione. Spesso questi lavoratori
sono stati vicino a subire una specie di mobbing da parte dei dirigenti
delle aziende per cui lavoravano e dai lavoratori più giovani
che temevano per il proprio posto di lavoro. Ed ora rischiano di
trovarsi senza stipendio e senza pensione per chissà
quanti anni.
Tutti siamo disposti a fare qualche ulteriore sacrifico purché
venga equamente distribuito! Il settore pensionistico potrà
essere modificato solo:
1. dopo che la pensione sarà tolta
a tutti quei politici che la percepiscono solo per avere avuto un
incarico politico per pochi anni.
2. dopo una riduzione sostanziosa, oltre
il 50%, del finanziamento pubblico dei partiti, cresciuto esponenzialmente
dopo che un referendum l’aveva abolito con oltre il 90% dei consensi
(ora camuffato da rimborso elettorale).
3. dopo una tassazione straordinaria dei
redditi annui oltre i duecentomila euro (chiamatela pure patrimoniale).
4. dopo l’abolizione di tutte le province
e la concentrazione dei comuni più piccoli.
5. dopo il dimezzamento dei redditi degli
incarichi politici e la cancellazione di tutti i privilegi. I redditi
dei nostri parlamentari sono i più alti d’Europa: un nostro
parlamentare guadagna oltre tre volte lo stipendio del primo ministro
svedese.
6. dopo la netta riduzione del numero di
parlamentari: per governare l’Italia ce ne sono quasi 900 per una
popolazione di 60 milioni di persone quando per governare gli Stati
Uniti d’America ne bastano 300 per circa 300 milioni di persone.
7. dopo che……….. vogliamo
allungare questo elenco: mandateci le vostre proposte
Stanno
cercando di farci passare tutto questo come un provvedimento necessario
per i nostri figli ma, in realtà, aumentando l’età
pensionabile non si libereranno mai posti di lavoro per i nostri
giovani e questo ricambio generazionale viene chiesto a gran voce
dal mondo imprenditoriale che non vede l’ora di impiegare giovani
forze al posto di uomini consumati da anni di duro lavoro. In tutto
questo c’è la complicità dell’opposizione, che nulla
fa per contrastare l’ennesima rapina ai danni dei pensionati, e
che, anzi, sostiene a piena voce la revisione del sistema pensionistico
facendola passare come inevitabile. Tutti d’accordo purché
non si tocchi la casta!
Scusateci se oggi abbiamo toccato un argomento di politica generale,
di solito pubblichiamo solo articoli relativi al territorio, ma
crediamo che certe decisioni influiscano enormemente sulla vita
e l’economia del quartiere.
Antonio
Barcella
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