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novembre 2011 – Non occorreva essere un profeta o avere
doti di chiaroveggenza per prevedere che la bonifica di via della
Martora, da sola, non avrebbe risolto il problema dei fumi tossici.
Un violento incendio si è scatenato a ridosso del campo nomadi
di via Salviati alle prime luci dell’alba di Sabato scorso. Una
grossa nube nera si è alzata minacciosa e, portata dal vento
che tirava verso il centro di Roma, ha colpito soprattutto il Collatino
e il Prenestino. I mezzi dei vigili del fuoco hanno lottato per
diverse ore per domare le fiamme; è stato necessario chiedere
l’aiuto di altre autobotti. Con la stessa rapidità, sono
arrivate in redazione telefonate di persone indignate per una questione
che non avrà mai fine.
Se si intende risolverlo, occorre prendere atto che si tratta di
un problema di sicurezza. Non si può continuare a nascondere
la testa come gli struzzi: si tratta di un reato perpetrato
ad oltranza. Se i piromani sono nomadi o altri farabutti
la situazione non cambia. Non abbiamo nulla contro la popolazione
rom che rispetta la legge ma il reato va perseguito con la stessa
determinatezza chiunque sia a compierlo, non bisogna avere paura
di essere tacciati di razzismo. I veri razzisti sono coloro
che non vogliono l’integrazione e lo dimostrano in continuazione
con reati che vanno dal furto di metalli fino alla distruzione del
territorio. Gli abitanti di Via Calosso sono privi dell'illuminazione
stradale da quasi un mese per ripetuti furti del cavo elettrico
che collega l'impianto alla distribuzione di energia elettrica.
Perseguitare gli abitanti di Colli Aniene, di Tor Sapienza, del
Collatino e del Prenestino con roghi che non hanno mai fine, significa
non voler far parte di quel mondo civile che fino ad oggi ha mostrato
la massima tolleranza. I veri emarginati siamo noi
che non siamo difesi da nessuno nei nostri diritti. Se le istituzioni
non prenderanno atto di questa vera emergenza, o non sono in grado
di garantire la sicurezza di chi vive in questi luoghi, debbono
necessariamente rassegnare le proprie dimissioni. Non possiamo più
sopportare che gli stipendiati dallo stato che presiedono la caserma
di polizia, posta a poche centinaia di metri da via Salviati, non
si accorgano di quanto accade sotto i loro occhi. Il Questore Dr.
Francesco Tagliente e il Prefetto Dr. Giovanni Pecoraro sono gli
unici responsabili della sicurezza nella nostra città e sono
loro che devono fornire una risposta urgente ai cittadini di quest’area
di Roma Est. Se non sono in grado di garantire l’ordine e la tutela
dei residenti, devono prenderne atto e spostare il campo nomadi
di via Salviati oltre il GRA, così come era inizialmente
previsto dal piano nomadi. La tua libertà finisce
dove comincia la mia!
Per
concludere, ci chiediamo che fine abbia fatto la denuncia alla Procura
presentata dai cittadini di Colli Aniene. Possibile che
la giustizia sia così lenta da non averla neanche esaminata
e provveduto ai primi interventi?
Mentre le istituzioni continuano a ignorarci, riceviamo segnalazioni
di nuovi micro-insediamenti rom e fotografie della devastazione
del territorio.
Antonio
Barcella
www.collianiene.org
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