Gli Ecomostri della tiburtina

9 dicembre 2011 – Per prima cosa, iniziamo a fornire una definizione di quello che intendiamo con “ecomostri” per evitare qualsiasi fraintendimento. Prendiamo a riferimento la spiegazione fornita dal sito wikipedia: un ecomostro è un edificio o un complesso di edifici considerati gravemente incompatibili con l'ambiente naturale circostante. Il termine fu coniato da Legambiente per descrivere l’impatto visivo di un grosso albergo della costa amalfitana. Per chiarire meglio, l’attribuzione del termine a una struttura è, per lo più, causata dalla percezione sensoriale delle persone (visiva, olfattiva, etc.) senza chiamare in causa l’utilità o meno dell’edificio o dell’impianto industriale. Sono soprattutto costruzioni che non sono in armonia con l'ambiente circostante. Ne abbiamo individuate alcune lungo la via Tiburtina o nelle immediate vicinanze ma siamo certi che ne esistono molte altre e, come vedremo più avanti, di nuove ne stanno nascendo. Iniziamo la nostra rassegna con la fabbrica abbandonata ICL/ISF situata sulla via tiburtina a un passo dall’incrocio con il quartiere di San Basilio. Un vero mostro dall’impatto visivo orrendo (foto 1). Un cartello ormai scolorito racconta di un progetto di trasformazione di questo scheletro di cemento armato dalle condizioni fatiscenti in un Hotel da 400 camere e centro congressi. Un’idea sbiadita come lo stesso cartello. Crediamo che prima si provvederà all’abbattimento e meglio sarà per tutti. Il successivo che incontriamo è il padiglione dell’ex fabbrica Romanazzi (foto 2) su via di Tor Cervara. Una costruzione, abbandonata da tempo e più volte occupata dalla popolazione rom, che andrebbe sottoposta ad una immediata bonifica per la presenza di coperture in eternit contenenti amianto. Continuando la nostra passeggiata verso il raccordo anulare incontriamo la fabbrica Technicolor, leader mondiale nel processo di stampa e sviluppo di pellicole cinematografiche, con l’impatto visivo dei grossi silos metallici (foto 3). Arriviamo in località “Settecamini/Caserosse” dove incontriamo la fabbrica BASF temuta dai residenti per l’inceneritore e le sue emissioni sospette (foto 4). Un edificio posizionato tra palazzine nuove i cui progetti sono stati approvati regolarmente dalle Istituzioni senza porsi il dubbio sulla salubrità della zona.

Tornando verso Colli Aniene, all’incrocio tra via Tiburtina e viale Palmiro Togliatti troviamo un esempio di ecomostro stradale, ovvero una grossa rampa di cemento che finisce nel deserto della campagna romana (foto 5). Tanti soldi dei contribuenti gettati via per un’opera inutile.


Per finire arriviamo nel nostro abitato dove l’ecomostro è rappresentato dall’impianto ACEA Depuratore Roma Est (foto 6) che con i suoi miasmi ammorba vari quartieri. Anche qui è nota la superficialità con la quale è stata autorizzata la costruzione di un intero quartiere a ridosso di un mega impianto di cui erano certamente conosciuti i mega disturbi.


Per non farci mancare nulla, proprio in questi giorni, a ridosso di Villa Adriana, la Regione Lazio e il prefetto Pecoraro stanno creando un altro ecomostro che supererà per dimensioni e disturbi tutti quelli esistenti lungo la zona della tiburtina con impatti ambientali che è facile immaginare: la discarica di Corcolle.

Antonio Barcella
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