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gennaio 2012 – L’insicurezza che si avverte in città
è così palpabile che ormai nelle strade si guarda
con sospetto alle persone che non si conoscono e agli stranieri,
si resta tappati in casa appena scendono le prime ombre della sera
chiudendo le porte blindate a più mandate, si cerca di applicare
l’ultimo ritrovato tecnologico nel campo degli antifurti per ovviare
alle carenze delle forze dell’ordine. Roma non è stata sempre
così. Solo qualche decina di anni fa, prima degli anni settanta,
le porte delle nostre abitazioni che affacciavano sul pianerottolo
venivano lasciate completamente aperte ed incustodite, i bambini
di sette-otto anni giravano da soli per le vie dei quartieri e la
polizia aveva certamente mezzi inferiori agli attuali nella lotta
alla criminalità. Un paese più povero ma più
sicuro. Cosa è successo da allora? È lecito chiederselo
ma non abbiamo una risposta certa. Di sicuro sappiamo che Roma sta
vivendo una vera emergenza criminalità dopo il barbaro omicidio
di Zhou Zheng e della sua bambina di 9 mesi avvenuto mercoledì
scorso nel quartiere di Torpignattara. Agguati, rapine, sparatorie,
regolamenti di conti sono all’ordine del giorno e le forze dell’ordine
sono in seria difficoltà a fronteggiare il pericolo. Il grave
omicidio della bambina cinese e di suo padre sarebbe potuto accadere
a Colli Aniene come in qualsiasi altro quartiere di Roma perché
la situazione è pressoché uguale in tutta la periferia.
Le forze dell’ordine fanno quello che possono con l’organico che
hanno a disposizione e con i continui tagli dei finanziamenti a
cui far fronte. Non bastano pochi piccoli successi nel quartiere
come l’arresto da parte dei carabinieri di quattro predatori di
rame in via delle Messi D’Oro o il sequestro di droga nell’operazione
di polizia in via Grotte di Gregna. I residenti di questa zona cittadina
pretendono il presidio e il controllo di Colli Aniene da parte delle
forze dell’ordine. Nel paese dei paradossi e delle contraddizioni,
dove è sempre il lavoratore dipendente ad essere tartassato
per tutti, dove la classe politica lascia al paese solo le briciole
di quanto raccoglie come tributi, dove chi vive da più di
mezzo secolo all’estero ha diritto di voto in Italia mentre non
lo hanno i migranti che vivono in questo luogo da tanti anni, si
nota l’anomalia tutta italiana di avere più agenti assegnati
alle scorte dei politici che poliziotti addetti al controllo del
territorio.
Gli episodi di banditismo sono in aumento nel nostro quartiere,
come in tutta la città, e i proprietari di esercizi commerciali
non sanno più come difendersi. Molti di loro sono rassegnati
a subire passivamente questa sorta di tributo alla delinquenza sperando
di non essere loro il prossimo bersaglio. Diversi negozi hanno più
volte subito furti con scasso negli ultimi anni assistendo inermi
ai vecchi e nuovi ritrovati della malavita, dalle macchine ariete
alle rapine a mano armata per finire con le bande del buco. Non
approfondiamo poi le “visite” della delinquenza
negli appartamenti e nei box, i furti nelle auto e quello dei beni
comuni (rame, tombini, fontanelle di ghisa, metalli in genere).
Tutto ciò sta diventando una tassa da pagare alla criminalità
in un quartiere completamente privo di agenti stabili di polizia,
carabinieri, finanza e agenti di roma capitale e di un commissariato
responsabile (quello di San Basilio) troppo lontano per poter intervenire
con efficacia. Dobbiamo aspettare “il morto” perché
qualcuno intervenga?
Sindaco
Gianni Alemanno : “Non abbassare la guardia”
“I
carabinieri del Comando provinciale di Roma stanno continuando
un’azione efficace – ha detto Alemanno – e profonda in tutti
i quartieri a rischio di criminalità. Mentre continuano
le indagini per scoprire gli assassini di Zhou Zeng e della
piccola Joy, in tutti gli altri quartieri si sta svolgendo
una forte azione preventiva per far emergere le presenze
criminali che mettono fuori controllo parti del territorio.
Solo attraverso un’azione di questo genere si può
dare un segnale chiaro a tutte le bande territoriali, le
piccole e grandi gang che esistono nei quartieri a rischio,
che ogni limite è stato superato e che devono cessare
l’uso delle armi e il dilagante spaccio di sostanze stupefacenti”.
Alemanno ha proseguito poi: “Questa azione non si deve fermare
neanche dopo la scoperta – ha proseguito il sindaco – che
speriamo vicina, degli assassini di Zhou e di Joy, ma deve
continuare tutto il tempo necessario fino a quando non ci
sarà la certezza che dentro la città di Roma,
capitale della Repubblica, non esistono più zone
a rischio e territori fuori controllo. Mi auguro che la
magistratura, le Istituzioni e tutte le forze politiche,
ognuno nel proprio ruolo, sostengano questo sforzo eccezionale
che viene compiuto dalle forze dell’ordine, al di là
di preoccupazioni garantiste fuori luogo e di ogni forma
di polemica demagogica”.
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