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gennaio 2012 – Niente panico! Non siamo ancora in una situazione
di allarme e crediamo che il problema sarà risolto prima
che diventi una vera emergenza. Per ora, il fattore principale della
penuria di ortaggi e frutta negli esercizi commerciali, anche del
nostro quartiere, è dovuta più alla corsa all’accaparramento
che allo sciopero in atto degli autotrasportatori. Tutti noi abbiamo
nelle nostre case scorte sufficienti per affrontare anche un medio
periodo di scarsità dei generi alimentari senza soffrire
la fame. La stessa cosa si può dire per la benzina. Chi di
noi non ha già nel serbatoio della propria automobile un
certo numero di litri di carburante in più rispetto al normale?
Anche in questo caso abbiamo scorte sufficienti ad affrontare la
situazione. E poi ammettiamolo, qualche giorno senza usare l’automobile,
o riducendone l’utilizzo, può solo far bene alla città
e al quartiere.
Non
vogliamo allinearci con le vedute più pessimistiche del problema,
siamo certi che, se necessario, il governo interverrà con
provvedimenti duri contro i blocchi dei tir ma ci auguriamo che
non siano necessari e che prevalga il senso di responsabilità.
Rispetto per il diritto alla protesta fino a che queste rivendicazioni
non danneggeranno gli interessi di tutti gli altri cittadini.
Alcuni accorgimenti sono stati già adottati: i taxi si riforniscono
nei depositi dell’ATAC, in altre città le autobotti vengono
scortate nei distributori.
Siamo molto più preoccupati per l’aumento indiscriminato
dei prezzi dei generi alimentari che questa situazione sta provocando.
Sappiamo bene che il costo delle merci sale molto velocemente ma,
quando la situazione si normalizza, la discesa dei prezzi segue
un percorso molto lento e difficoltoso senza tornare mai alla situazione
precedente alla crisi. Invitiamo le autorità competenti a
vigilare contro ogni tipo di speculazione. Ben vengano le iniziative
della Coldiretti che in molte città ha distribuito quintali
di frutta e verdura gratuita al fine di calmierare i prezzi ed evitare
lo sfruttamento.
Speriamo soltanto che la protesta non si estenda a macchia d’olio
ad altre categorie. Il grado di malessere avvertito dagli italiani
è piuttosto alto, frutto di errori decennali di una classe
politica non all’altezza che ha difeso solo i propri privilegi.
Il vero pericolo è che le rivendicazioni, del tutto legittime,
si diffondano in tutte le categorie della nazione in maniera incontrollata,
provocando reazioni a catena.