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febbraio 2012 – Roma completamente imbiancata è
uno spettacolo unico che, per nostra fortuna, si verifica ogni quarto
di secolo. All’allegria dei più piccoli fa da contraltare
la preoccupazione degli adulti alle prese con un’emergenza pressoché
sconosciuta che li lascia spiazzati. Nella mia vita solo tre volte
ho visto una nevicata di queste dimensioni. Nella prima quella del
1956 ero troppo piccolo per ricordare le difficoltà affrontate
dalla città, quella del 1985 fu affrontata in maniera altrettanto
disastrosa di quella attuale con l’aggravante che il gelo trasformò
subito il manto nevoso in un insidioso strato di ghiaccio che mise
in ginocchio la città.
Anche
questa volta Roma si è trovata in grossa difficoltà
ad affrontare un’emergenza atipica nonostante le continue previsioni
attendibili che ricevevamo dalle varie stazioni meteo. Mi aspettavo
le solite polemiche ma sono rimasto allibito di fronte alla reazione
del Sindaco di Roma Gianni Alemanno che, anziché appellarsi
alla “storica” difficoltà di una città impreparata
ad affrontare un elemento che per lei non è congeniale, tenta
una sorta di scaricabarile verso la Protezione Civile. Siamo certi
che ognuno ha le proprie responsabilità ma ora è solo
il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare per far ripartire
la città. Solo a bocce ferme, dovranno essere analizzate
bene le cose che hanno funzionato (poche) e quelle
su cui in futuro sarà necessario intervenire (molte).
Proviamo a fare noi quello che avrebbero dovuto fare le Istituzioni
elencando le criticità e i problemi più seri.
Al
primo posto tra le cose da sistemare mettiamo certamente la Mobilità.
Ai primi fiocchi di neve si vedevano pochi mezzi ATAC e la maggior
parte con la scritta “DEPOSITO”. I cittadini sono stati abbandonati
sotto la tormenta e si sono sobbarcarti distanze di oltre dieci
chilometri a piedi per raggiungere le proprie abitazioni. E come
non citare il vergognoso spettacolo fornito sul Raccordo Anulare
da centinaia di migliaia di veicoli che lo hanno preso d’assalto
senza quelle precauzioni minime che dovevano essere prese per l’allerta
meteo (almeno le catene a bordo).
Altro problema da citare è relativo al sale
che doveva essere sparso sulle strade. È
stato distribuito preventivamente lungo le vie consolari ma quando
è scattata l’emergenza non c’era nessuno a spargerlo e quindi
sono rimasti piccoli monumenti ricoperti di ghiaccio dove, guardando
bene sotto, si potevano scorgere intatti sacchetti pronti da usare
nella prossima nevicata che si verificherà, più o
meno, tra venticinque anni.
Un’ulteriore critica va poi ai mezzi spazzaneve,
circa 250, che erano stati approntati per far fronte al pericolo.
Le testimonianze oculari raccontano che se ne sono visti ben pochi,
soprattutto quelli preparati dall’Ama e dal Servizio Giardini. Molte
ditte che si erano impegnate nelle forniture, sembra siano sparite,
con i primi fiocchi di neve mentre alcuni mezzi sono rimasti bloccati
nella gigantesca morsa del traffico che avvolgeva la città.
Un ultimo appunto lo rivolgiamo ai responsabili della Sicurezza
Pubblica. Con la difficoltà della neve si sono allentati
i controlli e questo ha consentito, almeno a Colli Aniene, che i
malviventi agissero indisturbati a svuotare diversi esercizi commerciali.