Quando la natura si ribella e diventa pericolosa

7 febbraio 2012 – Tra i tanti effetti secondari della nevicata a Roma, che sono passati quasi sotto silenzio perché non hanno provocato grandi danni, ci sono stati i crolli di alberi o la caduta di spessi rami. Molte piante non hanno retto il peso della neve, soprattutto a causa della scarsa attività di potatura a cui vengono sottoposte, e sono precipitate al suolo. Fortuna che ciò sia avvenuto durante una notte di tormenta in cui non girava nessuno nei parchi e nelle strade. Questo ha limitato i danneggiamenti a qualche ammaccatura alle automobili più sfortunate i cui proprietari si potranno rivalere sull’Amministrazione Capitolina.
Ma se invece di una nevicata notturna fosse arrivato all’improvviso un forte vento, forse a quest’ora staremmo parlando di una nuova tragedia con precise responsabilità da parte di chi dovrebbe affrontare questo problema ma continua ad ignorarlo appellandosi alla cronica mancanza di fondi.
L’immagine dell’albero caduto è stata scattata nel parco situato di fronte all’asilo Ettore Franceschini in via Gullo. Un giardino frequentato da numerosi bambini che giocano in quest’area ignari della minaccia rappresentata dai grossi pini che necessitano di una manutenzione urgente.
Il pericolo non è cessato con il diminuire del peso della neve sui rami. Esiste un ulteriore rischio per gli alberi rappresentato dall’azione dei cicli gelo-disgelo all’interno delle fessure presenti nella pianta che ne indeboliscono la struttura. Tutti abbiamo potuto osservare che le piante appena potate di viale Franceschini hanno sopportato meglio i carichi inusuali di questo periodo mentre nel resto del quartiere si sono verificate rotture di rami e abbattimento di alberi.
I fenomeni meteorologici straordinari, a cui pian piano ci stiamo adattando, ci inviano invece un segnale chiaro che non deve essere sottovalutato: occorre rispettare la natura perché quando si ribella diventa ingovernabile e pericolosa.

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