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febbraio 2012 – Tra i tanti effetti secondari della nevicata
a Roma, che sono passati quasi sotto silenzio perché non
hanno provocato grandi danni, ci sono stati i crolli di alberi o
la caduta di spessi rami. Molte piante non hanno retto il peso della
neve, soprattutto a causa della scarsa attività di potatura
a cui vengono sottoposte, e sono precipitate al suolo. Fortuna che
ciò sia avvenuto durante una notte di tormenta in cui non
girava nessuno nei parchi e nelle strade. Questo ha limitato i danneggiamenti
a qualche ammaccatura alle automobili più sfortunate i cui
proprietari si potranno rivalere sull’Amministrazione Capitolina.
Ma
se invece di una nevicata notturna fosse arrivato all’improvviso
un forte vento, forse a quest’ora staremmo parlando di una nuova
tragedia con precise responsabilità da parte di chi dovrebbe
affrontare questo problema ma continua ad ignorarlo appellandosi
alla cronica mancanza di fondi.
L’immagine dell’albero caduto è stata scattata nel parco
situato di fronte all’asilo Ettore Franceschini in via Gullo. Un
giardino frequentato da numerosi bambini che giocano in quest’area
ignari della minaccia rappresentata dai grossi pini che necessitano
di una manutenzione urgente.
Il
pericolo non è cessato con il diminuire del peso della neve
sui rami. Esiste un ulteriore rischio per gli alberi rappresentato
dall’azione dei cicli gelo-disgelo all’interno delle fessure presenti
nella pianta che ne indeboliscono la struttura. Tutti abbiamo potuto
osservare che le piante appena potate di viale Franceschini hanno
sopportato meglio i carichi inusuali di questo periodo mentre nel
resto del quartiere si sono verificate rotture di rami e abbattimento
di alberi.
I fenomeni meteorologici straordinari, a cui pian piano ci stiamo
adattando, ci inviano invece un segnale chiaro che non deve essere
sottovalutato: occorre rispettare la natura perché quando
si ribella diventa ingovernabile e pericolosa.