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marzo 2012 – "La scultura per Nena è rivelazione
dell'essere, individuazione dell'anima; linguaggio che ne rende
visibile la presenza nelle forme del nascere e del morire nel mistero
della resurrezione. In un'epoca in cui l'uomo vive l'ansia del nuovo
millennio, Nena afferma i valori dell'uomo, della cultura e della
civiltà, di cui la scultura è monumento
e memoria. Le sue sculture, realizzate in ferro, in bronzo e in
terracotta, incarnano nella loro naturalezza e semplicità
i sentimenti dell'uomo: l'angoscia, il dolore, l'ansia, l'attesa,
la solitudine, la gioia e la speranza."
Con queste parole vengono presentate le sculture dell'artista italiano
presso l’Istituto
Italiano di Cultura di Monaco Di Baviera. Le opere saranno esposte
per tutto il mese di marzo nell’importante mostra organizzata da
Luigina Bortolatto critico e storico dell’Arte. Lo scultore, trevigiano
di nascita ma romano di adozione (è a Roma da oltre 50 anni
e vive e lavora a Colli Aniene) ha portato a Monaco alcune delle
sue “creature” in ferro e in bronzo molte delle quali recuperate
dalla Polizia di Stato lo scorso anno dopo un furto avvenuto nel
suo Museo di Via del Frantoio a Roma.
La mostra di Monaco ha per titolo "Dramma religioso
e profano nella scultura di Alfiero Nena". Nel pregevole
catalogo allestito dalla Sogester di Luigi Polito di Roma si legge:
“L'elemento bipolare del dinamismo viene considerato da Alfiero
Nena in maniera preponderante, durante la fase in cui tratta il
ferro, trovando nella dimensione materia la crudezza del segno e
lo scatto del movimento in atto. Mentre scopre nell'altro elemento
contraddittorio, quello della plasticità, la soluzione metaforica
della terracotta e la fusione a tutto tondo del bronzo senza peraltro
allentare il moto in atto”. La mostra di Monaco si avvale anche
dei motivi pittorici di Giancarlo Flati che esplora il mondo della
computazione quantistica “dai qubits ai nodi del tempo". E
Giovanna Gruber Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura Monaco
di Baviera dice nella stessa presentazione: “Nell'opera dello
scultore Alfiero Nena l'anima umana assume un significato centrale.
Le sue sculture in ferro, bronzo e terracotta rivelano grande sofferenza,
fede profonda o anche silenzioso amore materno."
Alfiero
Nena trevigiano di nascita ma romano di adozione si è
formato all'Accademia delle Belle Arti sotto la guida di Emilio
Greco. Ha insegnato in vari Licei Artistici e Istituti d'Arte
della Capitale fino al 1995. Nena è famoso per le sue
opere collocate in luoghi suggestivi e importanti qui ricordiamo:
il Cristo Lux mundi in bronzo nella Basilica di S. Maria del
Popolo a Roma inaugurato il 25 maggio 1995 alla presenza dell’allora
Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, la Madonna del
Soccorso, monumentale statua in bronzo nei resti romani di
Villa Jovis sul Monte Tiberio a Capri; la Resurrezione in
ferro nell'Aula Magna dell'Augustinianum, la Grande Quercia
in ferro all'Ente Enpaia entrambe in Roma, e il Cristo crocifisso
in ferro sulla facciata della chiesa parrocchiale di Lozzo
di Cadore. Altri suoi capolavori sono stati accolti al Museo
del Tesoro di S. Pietro in Vaticano e, fin dal 1969, nelle
Sacre Grotte Vaticane, la Cancellata in ferro della Cappella
Lituana. Altre sue opere sono situate in molte piazze di Roma.
Nena cura da oltre dieci anni la medaglia della Maratona di
Roma. In Via del Frantoio a Roma nel 1992 ha fondato il Centro
Fidia che ogni anno assegna il “Premio Fidia” agli alunni
delle scuole romane che si sono distinti nel campo dell'arte.
È membro del Comitato d'Onore e del Consiglio Direttivo
dell'E.I.P. (Ecole Instrument de paix) e Presidente onorario
dell'A.N.S.I. (Associazione Nazionale Scultori d'Italia).
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Antonio
Barcella
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