7
marzo 2012 – Nell’ultimo articolo
relativo ai miasmi che affliggono il quartiere abbiamo chiamato
in causa l’avvocato Prof. Francesco Emanuele Salamone
che ha prontamente risposto telefonandoci in redazione. L’avvocato
sta assistendo gratuitamente i cittadini di Colli Aniene e il CdQ
sul problema delle emissioni, provenienti verosimilmente dall’area
limitrofa al Depuratore Roma Est, e ha presentato per loro conto
un esposto alla Magistratura nel mese di luglio dello scorso anno.
Riassumiamo in quattro domande le parti salienti colloquio.
A distanza di qualche mese dalla nostra intervista possiamo
fare il punto della situazione sull’iter burocratico relativo all’esposto
presentato alla magistratura sui fetori provenienti dalla zona del
depuratore?
È stato assegnato al procedimento un Pubblico Ministero che
ha incaricato la polizia giudiziaria di avviare le indagini. Necessariamente
occorre indagare ad ampio raggio perché le fonti di inquinamento
atmosferico – in teoria - potrebbero provenire anche da una fonte
diversa dal grosso impianto. Occorre ricordare che la zona dove
sorge lo stabilimento che tratta i reflui è adiacente al
fiume Aniene già noto alla cronaca per sversamenti abusivi.
(NDR: Aggiungiamo che altri rifiuti illeciti
potrebbero arrivare dai collettori allacciati all’impianto con responsabilità
non attribuibili direttamente all’ACEA). Il magistrato
è obbligato a vagliare tutte le possibilità e per
fare questo deve avvalersi della collaborazione di consulenti esperti
che hanno un alto costo.
Negli ultimi giorni il fenomeno delle emissioni è
tornato ad acuirsi scatenando il malcontento dei cittadini che minacciano
di portare la protesta davanti ai cancelli del depuratore e in Campidoglio.
Cosa consiglia a queste persone che stanno solo difendendo il loro
diritto di respirare?
Consiglio di continuare a perseguire le vie legali. Una protesta
contenuta e civile rientra nei diritti delle persone e non va contro
la legge. Mi sento in dovere di rassicurare i residenti di Colli
Aniene che la Procura sta facendo il massimo per l’accertamento
dei fatti.
È normale per lei che su un impianto di questa importanza,
posto a ridosso delle abitazioni, siano stati effettuati dei lavori
di ampliamento che hanno aumentato notevolmente la portata dei reflui?
Tra il 2009 e il 2010, in una situazione già di sofferenza,
sono stati allacciati nuovi collettori, con una notevole portata,
provenienti da gruppi abitativi oltre il Raccordo Anulare (es. Ponte
di Nona e Frascati). In genere questo tipo di impianti vengono decentrati,
qui è avvenuto l’esatto contrario.
Non posso dire nulla a riguardo. Occorre esaminare pratica per pratica
per capire come sono state concesse queste licenze edilizie.
Visto che i cittadini hanno già sopportato in silenzio
da molto tempo un vero attentato al loro diritto di respirare, è
possibile chiedere un sequestro dell’impianto come avvenuto in molti
altri casi simili? La violazione è così palese che
nessuno può contestarla.
Abbiamo già chiesto l’attuazione di provvedimenti cautelari.
Il Magistrato deve rendersi conto di come stanno effettivamente
le cose prima di procedere a qualsiasi tipo di azione. Recentemente
è stata depositata un’istanza (29 febbraio) per consentire
ad una delegazione del CdQ di poter interloquire con il Pubblico
Ministero al fine di fornire elementi utili all’indagine. Il CdQ
e il sottoscritto che lo rappresenta, stiamo facendo del nostro
meglio per accelerare l’iter burocratico ma occorre prendere atto
che i tempi della legge sono piuttosto lunghi e, di norma, occorre
più di un anno e mezzo prima della conclusione delle indagini
preliminari.
Antonio
Barcella
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