Nuovo fenomeno a Colli Aniene: il randagismo

22 marzo 2012 – Per la serie “in questo quartiere non ci facciamo mancare nulla”, un nuovo fenomeno si è affacciato questa mattina nel nostro abitato: il randagismo. Un gruppo composto da tre cani di medie-grandi dimensioni si aggirava per le strade adiacenti viale Palmiro Togliatti all’altezza dell’autostrada A24, abbaiando verso gli ignari passanti che erano più sorpresi che spaventati. Il piccolo drappello di randagi si è poi spostato nel parco di via Ruini prima di dirigersi verso il centro del quartiere. Nessun allarme. Stiamo parlando di un fenomeno limitato e, probabilmente, transitorio. Non c’è stata alcuna aggressione verso le persone e questo fatto non ha nulla a vedere con le bande di quaranta-cinquanta animali segnalate in zona Magliana. Vogliamo solo darne notizia, analizzando questo elemento, consigliando alcune accortezze da utilizzare nei pressi di questi animali.
Per randagismo si intende, in genere, la condizione degli animali domestici che sono stati abbandonati o smarriti dal proprio padrone, e che si trovano quindi a vagare per proprio conto. Il randagismo non controllato comporta problemi di sicurezza e di igiene pubblica. Per la legge italiana esiste una distinzione specifica fra "cane vagante" e "cane randagio", definendo quest’ultimo come un cane abbandonato, abituato alla vita in condizioni semi-selvatiche, che si riunisce in branchi.
Conoscere la presenza di questi animali sul nostro territorio può evitare di essere aggrediti, quindi il primo consiglio che ci sentiamo di dare è di informare, soprattutto i bambini che girano soli di non farsi prendere dal panico e in caso di avvistamento non avvicinarsi oltre i cinquanta metri. La stessa cosa vale se portate al guinzaglio uno o più cani. Mostrare indifferenza: non guardare negli occhi il cane, meglio non guardarlo affatto, ma osservare cosa fa con la coda dell'occhio ed essere pronti alla fuga di scatto se constatiamo che ci ha 'puntato'. Non correre se non c’è un evidente pericolo di aggressione perché il movimento stimola l’animale predisposto all’attacco. Dimostrare sicurezza: la paura emette un odore caratteristico che l’animale è in grado di percepire. Non brandire oggetti in modo aggressivo in quanto é noto che il branco ha più coraggio che l'animale solitario.
Ricordiamo che l'incontro con un gruppo di cani randagi in città é un evento relativamente raro, l’aggressione è ancora più inconsueta perché gli animali sono abituati alla presenza dell’uomo ma può risultare sconvolgente perché non si è mai preparati allo sgradito incontro.

Antonio Barcella
www.collianiene.org
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Commenti

22 marzo 2012 – Sono pienamente d’accordo con l’articolo, però, come mi è capitato personalmente, il più delle volte anziché difendermi da cani randagi, mi sono dovuto difendere dai cani e soprattutto dai padroni dei cani, in quanto, essendo il nostro quartiere piene di verde a parchi, capita di fare una passeggiata con i propri figli e di incontrare sempre cani senza guinzaglio che scorazzano liberi, anche cani che per loro natura non sono proprio docili e affettuosi come i pitbull e rotwailer, e se si prova a dire qualcosa si viene aggrediti dai padroni…….non curanti del fatto che stanno passeggiando con un arma, pronta a colpire anche senza preavviso……..ma non ci sono le guardie ecozoofile attive nel quartiere???? Franco