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giugno 2012 – Il problema delle emissioni
della fabbrica BASF, locata sul territorio del V Municipio, trova
spazio sulla ribalta internazionale. Una questione nota a tutti
e che abbiamo trattato spesso con i nostri articoli a sostegno del
legittimo diritto dei cittadini di Case Rosse di poter respirare
senza che una potenziale “bomba chimica” possa attentare alla loro
salute. Una faccenda che riguarda tutto il territorio del V, del
VII e dell’ VIII Municipio perché i fumi tossici
non hanno confini.
“The Gold Factory - titola un articolo
di Link TV, un sito web di informazione con sede a San Francisco
(California) - A plant owned by the chemical company BASF in
a suburb of Rome, Italy, may be linked to elevated cancer deaths
among residents living nearby. The plant recycles chemical catalysts
and local activists are seeking to shut it down. But BASF says the
facility is in line with relevant international environmental standards
and that it has been given a clean bill of health by Italian health
authorities. Activists say that plant emissions may be causing higher
than average levels of dioxins found in the area. As the dispute
continues, the local population -- including children in a kindergarten
400 meters away from the plant -- continue to be exposed to potentially
toxic emissions.”
“La fabbrica d’oro - Un impianto di proprietà della società
chimica BASF nella periferia di Roma, Italia, può essere
collegato a diverse morti per cancro tra i residenti che vivono
nelle vicinanze. L'impianto ricicla catalizzatori chimici e gli
attivisti locali stanno cercando di spegnerlo. Ma BASF dice che
la struttura è in linea con le pertinenti norme internazionali
ambientali e che è stato dato un certificato di buona salute
da parte delle autorità sanitarie italiane. Gli attivisti
sostengono che le emissioni dell'impianto potrebbe essere la causa
del superamento dei livelli medi di diossine presenti nella zona.
Mentre la controversia continua, la popolazione locale - compresi
i bambini in un asilo a 400 metri di distanza dalla fabbrica - continuano
ad essere esposti alle emissioni potenzialmente tossiche ".
L’articolo
è accompagnato da un ottimo
filmato con interviste in italiano a persone comuni e tecnici
che portano la loro testimonianza sulla gravità del problema
e sulle misurazioni di una centralina posta a circa 300 metri dall’impianto
che ha rilevato una concentrazione di diossina da 5 a 20 volte superiore
alla media di altri siti a livello nazionale. Il servizio evidenzia
che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che
non esiste nessuna quantità di diossina tollerabile
dall’organismo umano e che questa sostanza ha effetti
mutageni e cancerogeni a livelli di miliardesimi di grammo.
Un livello spaventosamente basso che riporta l’attenzione sui fumi
tossici provenienti dai campi rom e che assillano Colli Aniene,
Tor Cervara e il Collatino da vari anni attraverso un inceneritore
(in)naturale. Sono proprio i bambini, a parità di condizione,
a subire i danni maggiori da queste bombe ecologiche. La localizzazione
di un asilo nido posto a poche centinaia di metri dal mastodontico
impianto deve essere analizzata in maniera seria e che salvaguardi
la salute dei più piccoli.
Antonio
Barcella
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