20
giugno 2012 – È passato ormai
un anno e mezzo dallo sgombero del campo nomadi di via della Martora
e, con i tempi elefantiaci della pubblica amministrazione, è
stata completata l’opera di bonifica dell’area. Sedicimila metri
quadrati di territorio pronti per essere utilizzati a beneficio
della comunità se…
Sì, perché c’è sempre un “se” quando ci sono
di mezzo decisioni che debbono essere prese dal Comune di Roma per
mantenere le promesse fatte a gran voce davanti ai media dal Sindaco
di Roma Gianni Alemanno e dall’On. Sveva Belviso. Lo ricordiamo
bene come si destreggiavano davanti ai microfoni dei giornalisti
in occasione dello sgombero dei rom che insediavano l’area. Abbiamo
ancora il comunicato stampa emesso dal Comune di Roma il 21 luglio
2010 con il quale si comunicava: “Una volta terminate le operazioni
di trasferimento della popolazione nomade avente diritto, si completerà
la chiusura del campo prevista entro l’estate (ndr=completata
in realtà a dicembre 2010) L’area, dopo i lavori
di bonifica e recupero, verrà consegnata al quartiere e alla
cittadinanza”.
Come conseguenza di quel comunicato ci sono state tante parole volate
via come le foglie d’autunno sotto la spinta del vento: “Sarà
fatto un Punto Verde Qualità… Sarà costruito un Auditorium…
Potrebbe essere costruita una Multisala Cinematografica… Una caserma
per i carabinieri… Potrebbe essere riunito all’Oasi Naturale della
Cervelletta… Un grande parcheggio per la Stazione Togliatti della
RF2… Assegnarla ad una cooperativa agricola… Un impianto sportivo…
La realizzazione di una “Porta d’ingresso” enogastronomica e turistica
abruzzese…”
Tanta fantasia e un mare di parole ma nulla di concreto. L’area
è ancora abbandonata e senza un progetto serio,
e questo dopo aver speso circa seicentomila euro di bonifica, pronta
per essere di nuovo occupata o per essere trasformata in una nuova
discarica.
Giudicate voi se questa è “buona amministrazione politica”
o si tratta invece di una “patata bollente” che sta passando di
mano in mano soprattutto perché ci sono sopra tante rivendicazioni
e tante promesse di sfruttamento dell’area che non possono essere
mantenute. Quando la decisione è difficile è meglio
ignorare il problema!
Antonio
Barcella
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