SDO – La montagna sta partorendo il classico topolino

26 giugno 2012 – Il Sistema Direzionale Orientale (SDO) è un progetto che risale ad oltre cinquanta anni fa (1957) ed era nato per riequilibrare lo sviluppo della città verso Roma Est. Dovevano essere create infrastrutture, parcheggi, residenze, scuole e uffici per trasferirvi ministeri e uffici pubblici. Da allora ben poco è stato realizzato se guardiamo ai fatti. Non basta qualche acrobazia politica per far rientrare in questo progetto interventi di ordinario restyling di opere pubbliche. Il progetto prevedeva ben altro e Roma Est attende da tanti anni il mantenimento delle promesse elettorali delle amministrazioni che si sono succedute alla guida della città.
Ora si tenta di attribuire come SDO il “Contratto di valorizzazione urbana di Pietralata” che è una cosa ben diversa e soprattutto somiglia molto al classico topolino partorito dalla montagna. Intanto si parte da un errore di fondo, pensando che il territorio sia servito da una rete di trasporti adeguata, giustificato dalla presenza della metro B e dalla nuova stazione Tiburtina. Abbiamo già descritto lo stato di provvisorietà esistente relativo al funzionamento della nuova Stazione Tiburtina e della incompletezza delle infrastrutture collegate a questo progetto, basta rileggersi l’articolo perché la situazione da allora è rimasta praticamente invariata. Sulla metro B e sui disagi che si stanno riversando sui cittadini sono state scritte pagine e pagine da tutti i media locali e nazionali. In questo caso, quello che è più grave è che si sta tentando di riversare tutta la colpa sui lavoratori dell’azienda che gestisce la tratta senza mai evidenziare lo stato delle infrastrutture e dei convogli, insufficienti, fatiscenti e logori, e senza mai parlare degli errori progettuali di chi continua a prolungare tratti di rete ferroviaria metropolitana già satura. C’è il forte sospetto che i progettisti dei nuovi percorsi, non siano mai saliti su un convoglio metropolitano in un’ora di punta perché altrimenti se ne guarderebbe bene di appesantire una linea su cui era già difficile viaggiare senza l’ampliamento.
Tornando alla notizia, l’amministrazione capitolina ha chiesto al Governo Monti lo stanziamento di 33 milioni di euro per lo sviluppo dell’area di Pietralata pensando poi di integrare con fondi propri e di privati la parte rimanente. I fondi “propri” significano solo nuove tasse per i romani e i “fondi privati” significa ricorrere nuovamente al “project financing” ossia finanziare un’opera pubblica con i fondi di costruttori che chiedono qualcosa in cambio del loro impegno. A pensar male spesso si indovina e nessuno ci toglierà dalla testa che tutto questo sarà un affare solo per le “solite” imprese edili.

Antonio Barcella
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