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giugno 2012 – Il Sistema Direzionale
Orientale (SDO) è un progetto che risale ad oltre cinquanta
anni fa (1957) ed era nato per riequilibrare lo sviluppo della città
verso Roma Est. Dovevano essere create infrastrutture, parcheggi,
residenze, scuole e uffici per trasferirvi ministeri e uffici pubblici.
Da allora ben poco è stato realizzato se guardiamo ai fatti.
Non basta qualche acrobazia politica per far rientrare in questo
progetto interventi di ordinario restyling di opere pubbliche. Il
progetto prevedeva ben altro e Roma Est attende da tanti anni il
mantenimento delle promesse elettorali delle amministrazioni che
si sono succedute alla guida della città.
Ora si tenta di attribuire come SDO il “Contratto di valorizzazione
urbana di Pietralata” che è una cosa ben diversa e soprattutto
somiglia molto al classico topolino partorito dalla montagna. Intanto
si parte da un errore di fondo, pensando che il territorio sia servito
da una rete di trasporti adeguata, giustificato dalla presenza della
metro B e dalla nuova stazione Tiburtina. Abbiamo già descritto
lo stato di provvisorietà esistente relativo al funzionamento
della nuova Stazione Tiburtina e della incompletezza delle infrastrutture
collegate a questo progetto, basta rileggersi l’articolo perché
la situazione da allora è rimasta praticamente invariata.
Sulla metro B e sui disagi che si stanno riversando sui cittadini
sono state scritte pagine e pagine da tutti i media locali e nazionali.
In questo caso, quello che è più grave è che
si sta tentando di riversare tutta la colpa sui lavoratori dell’azienda
che gestisce la tratta senza mai evidenziare lo stato delle infrastrutture
e dei convogli, insufficienti, fatiscenti e logori, e senza mai
parlare degli errori progettuali di chi continua a prolungare tratti
di rete ferroviaria metropolitana già satura. C’è
il forte sospetto che i progettisti dei nuovi percorsi, non siano
mai saliti su un convoglio metropolitano in un’ora di punta perché
altrimenti se ne guarderebbe bene di appesantire una linea su cui
era già difficile viaggiare senza l’ampliamento.
Tornando alla notizia, l’amministrazione capitolina ha chiesto al
Governo Monti lo stanziamento di 33 milioni di euro per lo sviluppo
dell’area di Pietralata pensando poi di integrare con fondi propri
e di privati la parte rimanente. I fondi “propri” significano solo
nuove tasse per i romani e i “fondi privati” significa
ricorrere nuovamente al “project financing” ossia
finanziare un’opera pubblica con i fondi di costruttori che chiedono
qualcosa in cambio del loro impegno. A pensar male spesso si indovina
e nessuno ci toglierà dalla testa che tutto questo sarà
un affare solo per le “solite” imprese edili.
Antonio
Barcella
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