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luglio 2012 – Il paesaggio dell’Agro
Romano, nel territorio della valle dell’Aniene, ha perso gran parte
del suo aspetto agricolo e paludoso. Negli ultimi quattro decenni,
lo sviluppo edilizio della città ha divorato grosse fette
della campagna del tiburtino compromettendo l’equilibrio naturale
che ora è sottoposto a fenomeni di contaminazione del terreno
e delle falde acquifere e all’inevitabile degrado che accompagna
l’espandersi dell’abitato. Scusate la lunga introduzione ma era
necessario fornire una panoramica sull’urbanizzazione che ha conquistato
spazi sempre maggiori di aree verdi, inglobando tutto quello che
era presente da secoli sulla superficie del terreno e sotto di esso.
Il nostro comprensorio è caratterizzato da frequenti ritrovamenti
di notevole importanza come la necropoli di età imperiale
di via della Serenissima o i reperti preistorici di Casal de’ Pazzi
che stanno a testimoniare come quest’area sia stata vissuta fin
dai primi albori della Storia, favorita dalla presenza di un corso
d’acqua importante come il fiume Aniene. Un
notevole sviluppo del luogo avvenne in epoca Romana durante la costruzione
e il prolungamento della Tiburtina Valeria operato nel III secolo
a.c. Il tracciato mise in collegamento la città con l’Adriatico
sviluppando i contatti e il commercio con i popoli che si affacciavano
sull’altro mare. Altre consolari storiche come la Nomentana e la
Collatina costituivano insieme alla Tiburtina un complesso di viabilità
articolata lungo la quale sorsero edifici rustici, in grado di rifornire
Roma di prodotti agricoli, e lussuose ville residenziali come la
domus di Aquilio Regolo (via dei Cluniacensi) o Villa Adriana alle
pendici di Tivoli.
Nella stessa zona sono presenti numerosi casali e torri storiche
edificate in età medievale come il casale di Tor Cervara
(XIII secolo) e quello della Cervelletta (XVI secolo) per arrivare
ai più moderni casali della Vaccheria Nardi, ora sede della
biblioteca comunale del V Municipio, e quella di Bocca di Leone
nel quartiere di Colli Aniene.
Seguendo il corso dell’Aniene dopo i ruderi di Ponte Mammolo (V
secolo), troviamo il casale de La Vannina (VI secolo), composto
di due edifici delimitati da un recinto con un cortile interno su
cui si appoggiano degli edifici moderni. Una cornice marcapiano
era una separatrice fra il corpo principale ed una torre alta circa
nove metri che svolgeva una funzione strategica di controllo del
fiume Aniene. Poco più avanti troviamo il celebre Casale
de’ Pazzi che deve il suo nome all’omonima famiglia fiorentina che
lo edificò nel XV secolo. Oggi è stato restaurato
e adattato a villa signorile conservando il suo aspetto fortificato,
caratterizzato da due torri di diversa altezza.
Vogliamo terminare il nostro percorso storico-virtuale con il casale
di San Basilio (XIII-XIV secolo), probabilmente è lo stesso
casale della piantina di Eufrosino della Volpaia ove vi era una
cisterna in calcestruzzo di selce con volta a botte collegata ad
una villa tardo repubblicana che riprende lo schema delle case pompeiane.
Siamo certi che in questa breve escursione abbiamo fornito solo
un breve assaggio di quella storia che trasuda da ogni angolo di
questo luogo. Riprenderemo l’argomento ampliando le informazioni
storiche sul territorio dove viviamo che, secondo noi, andrebbe
maggiormente valorizzato affrontando le diverse emergenze archeologiche
di cui soffrono tanti monumenti che rappresentano il patrimonio
del nostro passato.
Antonio
Barcella
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