Nasi elettronici per la Movida ma non per i miasmi del Depuratore

15 luglio 2012 – Per rilevare la concentrazione di alcool e droga nei luoghi della Movida romana, il Comune di Roma ha deciso di adottare i “nasi elettronici”. Attraverso alcuni sensori olfattivi si potrà misurare nell’aria la presenza di fumi alcolici e sostanze stupefacenti. Di “stupefacente” in questa notizia c’è soltanto la superficialità con cui si spende denaro pubblico per controllare pochi individui per i quali non c’è certo bisogno di tecnologia per capire che sono “brilli” o “dopati”. L’occhio umano è in grado di percepire più facilmente di un qualsiasi mezzo elettronico quando l’eccessivo bere o il consumo di allucinogeni può sfociare in violenza. Tanto più se consideriamo che questo tipo di problema potrebbe essere risolto con ordinanze apposite che limitino la vendita di bevande inebrianti e con i dovuti controlli della sicurezza. Di certo non siamo convinti dell’efficacia di uno strumento che sia in grado di rilevare le piccole emissioni che un individuo “alticcio” possa emettere. Sembra perlopiù un deterrente di scarsa applicabilità che finirà per essere il solito regalo per l’imprenditore di turno che produce questo tipo di congegno elettronico. Una tecnologia che presto potrebbe andare ad arricchire il già imponente “cimitero” degli acquisti incauti di un’amministrazione sprecona.
L’aspetto che più interessa a noi di questa operazione è il motivo per il quale questi nasi elettronici non vengano utilizzati per uno scopo molto più concreto e che interessa la vita dei residenti di diversi quartieri di Roma Est. Stiamo parlando ancora una volta delle emissioni nauseabonde presenti nella zona intorno al Depuratore di via degli Alberini, un problema che assilla i cittadini da quasi quarant’anni. Desideriamo ricordare ai lettori che, fino ad oggi, la misurazione di questi miasmi non è mai stata effettuata né dal Comune di Roma e neppure dall’ARPA ossia l’ente preposto al controllo della qualità dell’aria di questa città. Gli unici rilevamenti “spot” effettuati in passato sono quelli commissionati dall’ACEA stessa a una ditta privata (cioè ACEA controlla se stessa) e mai resi pubblici.
Siamo certi che “nasi elettronici” a Colli Aniene non ne vedremo ancora per diverso tempo, perché con tale strumento potrebbero essere accertate verità scomode che richiederebbero interventi adeguati e costosi per l’azienda municipalizzata e per la sua sponda politica. Del resto noi residenti non abbiamo bisogno di strumenti elettronici per capire che nell’aria del nostro quartiere qualcosa non quadra.

Antonio Barcella
www.collianiene.org
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Commenti

20 luglio 2012 – C'è un articolo pubblicato sulla sezione roma di Repubblica online molto interessante in merito e e soprattutto molto vicino alle problematiche del nostro quartiere. Saluti, Mariano