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Agosto 2012 – Qualcosa sta mutando
nel settore del commercio di questa nazione e, perfino un quartiere
come Colli Aniene, che si posiziona (o si posizionava) in una fascia
medio-alta sulla base del reddito dei suoi abitanti, risente fortemente
della crisi economica. Ognuno di noi è in grado di osservare
i pochi negozi di alimentari rimasti operativi, che non hanno ceduto
alla concorrenza spietata dei supermercati e dei centri commerciali.
Molte imprese sono state costrette alla chiusura per via dei conti
che non tornano più. Spesso hanno ceduto la propria attività
ad altri imprenditori stranieri. È chiaro che non siamo contrari
per principio a quest’ultima categoria di persone perché sappiamo
bene che è gente costretta a lasciare il proprio luogo natio
per cercare in Italia un modo per condurre una vita dignitosa. Non
ci dimentichiamo che proprio l’italiano è stato il primo protagonista,
ad inizio del secolo scorso, del fenomeno di migrazione verso il nuovo
continente. Quello
che vogliamo evidenziare sono i motivi per i quali i commercianti
italiani lasciano il posto ai nuovi venuti privi di voglia di lottare.
Bar, ristoranti, pizzerie, casalinghi sono ormai preda incontrastata
della popolazione cinese mentre le persone di origine araba preferiscono
investire in negozi ortofrutticoli. Nell’ultimo periodo, ad esempio,
il nuovo terreno di conquista della popolazione orientale sono stati
i parrucchieri per donna. Esiste poi il fenomeno del lavoro autonomo
dove la maggior parte delle badanti sono native dell’Europa orientale
e gli imbianchini, i muratori, gli elettricisti e il personale addetto
alle pulizie sono più che altro polacchi o rumeni. Inutile
osservare che si tratta di persone oneste, che hanno voglia di lavorare
e contribuiscono non poco al nostro Prodotto Interno Lordo del nostro
paese. Siamo diventati cittadini del mondo e dobbiamo prendere sia
la parte buona che quella meno digeribile di questa integrazione.
Anche noi abbiamo lavoratori all’estero che cercano il loro spazio
dove è possibile trovarlo.
Tra le cause che stanno portando alla fuga degli imprenditori nostrani
ci sono in primo luogo la crisi economica e le tasse che strangolano
il settore del commercio. L’italiano medio è stato costretto
a pagare tasse enormi per far fronte alla speculazione che sta attaccando
il nostro paese. Questo significa meno denaro che gira e quindi una
conseguente crisi degli acquisti. Poi occorre tenere conto che le
indigeste riforme delle pensioni e del lavoro hanno reso il futuro
incerto e oscuro per molti, aumentando così la cautela a spendere
risorse personali in beni voluttuari.
Ad aggravare tutto questo c’è l’elemento micro-criminalità
in forte aumento in tutto il mondo occidentale. Continue rapine hanno
colpito gli esercizi commerciali di Colli Aniene nei primi mesi del
2012, prima che le forze dell’ordine attuassero nuovi correttivi per
fermare il fenomeno. Questo ha costretto alcuni esercizi commerciali
a cautelarsi con vari dispositivi di sicurezza, compresa la vigilanza
privata: un costo ingente sul bilancio di queste imprese.
Per concludere, secondo noi, la scure di Monti ha forse salvato temporaneamente
le banche e l’euro ma un professore di economia dovrebbe sapere che,
allontanando le pensioni, bloccando i salari, aumentando le tasse
e facilitando il licenziamento dei lavoratori, si danneggia solo l’economia
dello Stato e si fa girare meno denaro, innescando una spirale passiva
in cui il debito pubblico difficilmente potrà contrarsi.
Antonio
Barcella
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