La Magistratura boccia il Piano Nomadi di Alemanno

28 Agosto 2012 – Due interventi della Magistratura sconvolgono la linea seguita dall’amministrazione Capitolina in merito alla questione Nomadi. Il TAR ha colto l’istanza presentata da un gruppo di famiglie rom, sostenuta dalla comunità di Sant’Egidio, bloccando lo sgombero del campo Tor de’ Cenci. Questo nuovo provvedimento segue di pochi giorni la sentenza dell’8 agosto scorso con la quale il Tribunale civile di Roma giudicava “discriminatoria” l’assegnazione degli alloggi presso il villaggio attrezzato “La Barbuta”.
Tornando al primo provvedimento, il tribunale amministrativo ha ordinato al Comune di Roma di ripristinare adeguate condizioni igienico-sanitarie nell’insediamento rom adiacente la S.S. Pontina che con un escamotage, ossia il declassamento da campo “autorizzato” a “tollerato”, erano state sospese.
Tutto questo ci porta a riflettere, ancora una volta, sul fallimento del Piano Nomadi, su cui abbiamo sempre nutrito forti dubbi in merito all’attuazione: molti sgomberi forzati, che sono apparsi quasi una persecuzione, concedendo poche alternative al popolo rom. Questo accanimento ha avuto come unico risultato il moltiplicarsi dei micro-insediamenti abusivi che stanno imprimendo nuove ferite al territorio.
Per fornire una visione più completa di quanto sta accadendo prendiamo come esempio la situazione nella nostra zona. Dopo gli sgomberi forzati dei campi rom di via della Martora, via del Flauto e di via Severini si è creata una situazione esplosiva nel campo tollerato di via Salviati, dove i residenti sono quasi raddoppiati nell’ultimo periodo. Un villaggio che contava circa trecento presenze ora, accogliendo i “perseguitati” di Alemanno, ha più che raddoppiato il numero dei rifugiati con una emergenza continua per le condizioni igienico-sanitarie e per la convivenza di etnie diverse in conflitto tra loro. Pensate per un momento quali possono essere le condizioni di un campo sovraffollato, in cui l’AMA ritira i rifiuti prodotti solo quando la situazione diventa un vero pericolo e solo sotto la spinta di cittadini stufi di avvertire i nocivi effetti dei roghi tossici di materie plastiche che sviluppano diossina. Una situazione da allarme rosso perché sta diventando un focolaio di odio dove attecchisce con facilità il germe del razzismo e dell’intolleranza. Tutto questo sotto lo sguardo passivo di chi non tutela né i cittadini nè tantomeno i rom e non persegue i reati che si sviluppano nel campo o a ridosso dello stesso.
Qualcuno, come il presidente del V Municipio Ivano Caradonna, ha tentato di istituire un tavolo di lavoro per affrontare la questione ma i risultati sono stati alquanto deludenti per mancanza di concretezza e per la provvisorietà degli interventi. In tutto questo ha avuto un gran peso l’assenteismo della giunta Alemanno che ha sostenuto ben poco l’iniziativa del mini-sindaco.

NOMADI, SANTORI: “PIANO NON SI FERMA, ORA CHIUDERE LA MONACHINA”

“Basta angherie e fumi tossici, non tocca ai romani essere obbligati a cambiare casa”

“Basta angherie. Non tocca ai romani essere obbligati a cambiare casa. Il Piano nomadi non si deve fermare, nonostante l’intervento del Tar sullo sgombero di Tor de’ Cenci. Andremo avanti fino a chiudere tutti i campi finora tollerati, in cui si stima, secondo i dati della Croce Rossa del 2008, risiedevano circa 2700 rom. Considerato il blocco su Tor de’ Cenci, il prossimo insediamento da sgomberare è quello della Monachina, che, pur ricadendo nel territorio del XVIII Municipio, fa sentire pesantemente la sua influenza anche sui quartieri di Massimina e Casal Lombroso, in XVI. Poi sarà la volta degli insediamenti di Schiavonetti (X Municipio), Foro Italico (II), Arco di Travertino (IX), Spellanzon (V) e Sette Chiese (XI). Luoghi di degrado e illegalità che dovevano essere chiusi già dalla metà del 2011, operazione che le pastoie burocratiche e il miope atteggiamento buonista di talune associazioni ha costretto a rimandare ulteriormente”. Lo dichiara in una nota il presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale Fabrizio Santori.

“Lo stop del Tar è solo un atto preliminare, la vera decisione sarà presa a settembre, ci auguriamo allora i giudici ravvisino l’importanza fondamentale per i cittadini romani delle operazioni di completamento del Piano nomadi, sorretto da esigenze inequivocabili di ordine pubblico, legalità, igiene, sicurezza, decoro e tutela dell’ambiente, e, soprattutto, da una ferma e compatta volontà popolare, fatta di gente stufa di respirare fumi tossici di immondizie bruciate e di subire ogni sorta di soprusi”, conclude Santori.

Antonio Barcella
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Commenti

30 Agosto 2012 – E' un bel po' che non bruciano ;-), almeno una decina di giorni. Forse sono andati in vacanza, o ... forse, visto che le attività produttive sono chiuse, hanno meno materiale da "smaltire" !!!
Saluti, Walter.