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settembre 2012 – “I fiumi della
città sono una risorsa”. Si apre con questa frase la Conferenza
“Il Fiume Aniene (e dintorni): da cloaca a risorsa” organizzata nell'ambito
della Festa
per i 40 anni di Colli Aniene nel Casale della Cervelletta dalle
Associazioni Insieme
per l’Aniene, Crisalide e Comitato per l’Aniene. Se è vero
che i corsi d’acqua sono risorse Roma è una città ricca
perché può annoverare nel suo territorio tante acque
sorgive, un vasto reticolato di fossi e la presenza di ben tre fiumi:
Tevere, Aniene,
Almone. Ma noi siamo in grado di conservare e sfruttare questa
ricchezza? La risposta è complessa. L’egocentrismo che accompagna
l’uomo in questi tempi lo porta a sottovalutare il bene delle altre
creature e quello della natura. Per fortuna ci sono persone che non
si rassegnano a vedere il fiume Aniene
ridotto ad una vergogna per l’alto grado di inquinamento che lo accompagna
soprattutto nel tratto urbano del suo percorso. Le associazioni Insieme
per l’Aniene e il Comitato per l’Aniene stanno facendo molto per migliorare
lo stato delle acque del fiume e questo grazie soprattutto al volontariato,
sostenuti raramente da qualche piccolo finanziamento delle istituzioni.
“Laudato
si', mi Signore, per sor'Acqua. la quale è multo utile et humile
et pretiosa et casta.”, recitava San Francesco nel cantico delle
creature. Questo bene prezioso, danneggiato da un forte inquinamento,
non è infinito: l’acqua inizia a scarseggiare. Secondo misurazioni
effettuate all’altezza di Subiaco, l’Aniene
negli ultimi anni ha dimezzato la sua portata. Pensate che in alcuni
punti della zona sublacense il fiume può essere attraversato
a piedi. Quali sono i motivi di questa penuria d’acqua? Certamente
il primo si può imputare ai dieci sbarramenti per l’utilizzo
idroelettrico ma la ragione più grave è da ricercare
negli acquedotti colabrodo che prelevano l’acqua in diversi punti
per uso potabile. La maggior parte dell’acqua prelevata (circa il
65 % secondo uno studio del Consiglio nazionale dei geologi) viene
dispersa attraverso zampilli lungo le condotte dirette verso i paesi
e le città. Sugli acquedotti si investe poco da decenni e le
perdite della rete idrica causano un costo industriale altissimo che
si ripercuote sull’utente finale. Non tutti sanno che il costo dell’acqua
potabile viene stabilito al prelievo e quindi tutti noi paghiamo al
fornitore anche tutta l’acqua dispersa nell’ambiente.
Passiamo ora ad analizzare il problema dell’inquinamento del fiume
che attraversa il nostro territorio. Lungo il suo percorso vengono
riversate nel bacino le acque residue di lavorazioni di grandi impianti
industriali, prevalentemente depuratori, cartiere, industrie di lavorazione
del marmo e di altro tipo e scarichi più o meno abusivi. Esistono
leggi nazionali ed europee sulla qualità dell’acqua che viene
sversata nel fiume e ci sono continui controlli dell’ARPA ma l’alto
grado di inquinamento dell’Aniene svela che ci sono ancora molte persone
disoneste che se ne infischiano della legge e del bene comune.
Le
associazioni che orbitano intorno al corso del fiume stanno procedendo
al censimento degli scarichi e alle analisi chimiche operando prelievi
in determinati punti. Il progetto prevede un campionamento attraverso
localizzazione GPS, analisi ed elaborazione dei dati. I dati per la
maggior parte sono scoraggianti e siamo molto lontani da una buona
situazione.
Molto è stato fatto negli ultimi anni per affrontare questi
pericoli ma non si può pensare di trattare i problemi del territorio
sempre in fase di emergenza. C’è bisogno di progetti a lungo
e medio termine. Siamo ormai in una situazione ambientale per la quale
si sperpera denaro pubblico esclusivamente per gestire il bisogno
immediato. Trovare una sponda istituzionale per le associazioni del
fiume è una cosa complessa. L’autorità di Bacino è
stata smantellata e non sono chiare le nuove competenze.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica l’associazione Insieme
per l’Aniene sta organizzando delle visite
guidate a piedi e in gommone nella Riserva lungo il percorso da
Ponte Mammolo all’area di via Tilli: “Navigare lungo l’Aniene:
una Riserva vista dal suo fiume” . Osservare il fiume da
un gommone è una sensazione indescrivibile per la bellezza
di un ambiente inusuale e sorprendente. Immagini bellissime che non
possono essere descritte.
Concludiamo dicendo che il fiume Aniene
non è una cloaca, è solo il segmento cittadino
che ha bisogno di interventi urgenti in grado di riportarlo alla bellezza
e all’utilità descritte in tempi remoti da Plinio il Vecchio
e dal Petrarca.
Antonio
Barcella
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