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settembre 2012 – Appuntamento di prestigio
per sabato 22 settembre ore 19 presso il parco Auspicio di Colli Aniene,
ingresso da via G. Togni, con lo spettacolo teatrale gratuito "Tutto
il nostro folle amore". Un testo ideato e realizzato dagli attori
del teatro Valle occupato.
Questa rappresentazione è ispirata a “Comizi d'amore”
di Pier Paolo Pasolini. Immaginiamo dei "momenti" in cui
porre domande, aprire finestre, innescare condivisione. Vogliamo rompere
la teca nella quale è stato ghettizzato il pensiero di Pasolini
e farlo uscire dalla dimensione esclusivamente letteraria e dargli
una dimensione popolare resa necessaria dal vuoto culturale, prima
ancora che politico.
Saranno presentati alcuni testi che Pasolini ha dedicato alle periferie
romane, alla decadenza della nostra società e alla crisi esistenziale
che comporta. Il comun denominatore di questa polifonia d'amore ci
servirà per indagare il presente, usarlo, strapparlo, esporne
le nervature scoperte, le fragilità e anche tutta la sua potenza.
L'idea di coinvolgere gli attori del teatro Valle, occupato dopo che
l'amministrazione comunale ha deciso di venderlo con il rischio di
vedere sorgere un centro commerciale, nasce dalla volontà di
coniugare il concetto di cultura come bene comune. La festa dei 40
anni di Colli Aniene ben rappresenta quella periferia romana al centro
di molti romanzi, poesie e film di Pier Paolo Pasolini. Per questo
motivo il nostro quartiere sarà la prima tappa di questo spettacolo
che poi proseguirà a Ferrara in occasione del festival internazionale.
Da
wikipedia: Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 –
Ostia, 2 novembre 1975) è stato un poeta, giornalista,
regista, sceneggiatore, paroliere e scrittore italiano.
È considerato uno dei maggiori artisti e intellettuali
italiani del XX secolo. Dotato di un'eccezionale versatilità
culturale, si distinse in numerosi campi, lasciando contributi
come poeta, romanziere, drammaturgo, linguista, giornalista
e cineasta.
Attento osservatore della trasformazione della società
dal dopoguerra sino alla metà degli anni settanta, suscitò
spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalità
dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini
borghesi e della nascente società dei consumi italiana,
ma anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti. |
Giovanni
Sciascia
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