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settembre 2012 – L’idea di coinvolgere
gli attori del Teatro Valle, occupato dopo che l’amministrazione comunale
ha deciso di venderlo con il rischio di vedere sorgere un centro commerciale,
nasce dalla volontà di coniugare il concetto di cultura come
bene comune, caro anche agli occupanti del Teatro Valle Occupato,
e la festa dei 40 anni di Colli Aniene, periferia romana al centro
di molti romanzi, poesie e film di Pier Paolo Pasolini.
Una iniziativa, dunque, maturata dall’interazione avviata la primavera
scorsa tra l’Associazione Crisalide e un Gruppo di Attori del Valle.
Da questa interazione si è sviluppata l’iniziativa Tutto il
nostro folle amore.
“…Tutto il nostro folle amore - hanno dichiarato in una nota Nota
gli attori del Teatro Valle Occupato - è un evento performativo
molteplice. Uno spettacolo irradiante che attraversa diversi luoghi
sparsi del territorio italiano. Ispirandoci ai Comizi d’Amore di Pierpaolo
Pasolini, immaginiamo dei “momenti” in cui porre domande, aprire confronti,
innescare condivisione.
La prima tappa si terrà a Colli Aniene e proseguirà
a Ferrara durante il Festival di Internazionale. Il nucleo della performance
saranno i testi che Pasolini ha dedicato alle periferie romane, alla
crisi del capitalismo e alla crisi esistenziale che comporta. Il denominatore
comune di questa polifonia d’amore sarà la nostra urgenza di
indagare il presente, usarlo, strapparlo, esporne le nervature scoperte,
le fragilità e anche la potenza. Nodi quali il lavoro, lo studio,
il futuro, il tempo perduto e quello conquistato, il conseguimento
o l’inseguimento dei propri obiettivi, il senso di aver vinto o di
aver perduto le proprie sfide, il fallimento, il confronto con i padri,
il senso di colpa che la crisi produce, l’eros e desiderio, saranno
messi in circolazione in una prima fase di questo processo, ponendo
domande e raccogliendo non risposte ma comizi.
Come
comunità di lavoratori dello spettacolo abbiamo occupato un
teatro storico, il Teatro Valle, mettendo in crisi non solo il sistema
che ci ha mal governato in questi anni, ma anche la nostra stessa
vocazione artistica individuale. E l’abbiamo ritrovata in un contesto
più ampio, fatto di domande, pratiche comuni, forza collettiva,
condivisione di saperi e di desideri…”
Abbiamo scelto Pasolini poiché lo consideriamo uno dei più
importanti intellettuali contemporanei del '900, un intellettuale
libero, che, in nome della libertà di espressione, ha subito
33 processi, pagando sulla propria pelle lo scontro con il “palazzo”.
Ma Pasolini è stato (ed è tutt’ora) anche incensato
dalla intellighenzia nostrana e straniera; ma ciò è
avvenuto (ed avviene) con riferimento, quasi esclusivo, alle sue doti
artistiche universalmente apprezzate. E dunque, ne risulta che questi
apprezzamenti tendono ad “imbalsamare” il pensiero politico e l’azione
sociale di Pier Paolo Pasolini sterilizzando la potenza della sua
critica feroce nei confronti delle ingiustizie e dei poteri costituiti.
Lo abbiamo scelto, dunque, soprattutto per la sua sconcertante attualità
con molte tematiche al centro, oggi, del dibattito pubblico: i giovani,
le contraddizioni del capitalismo omologante, il predominio dei mass
media, il confronto tra gli italiani e popoli stranieri emigrati in
Italia. Contribuire a far uscire il pensiero di Pasolini dalla dimensione
esclusivamente letteraria significa riuscire anche a dare maggiore
efficacia alle nostre azioni sociali.
Introduzione Giovanni Sciascia
estimatore del pensiero e dell’azione di Pier Paolo Pasolini