10
ottobre 2012 – Alcune e-mail giunte
in redazione negli ultimi giorni ci portano a riflettere su una importante
questione: un cittadino leso nei suoi diritti ha o no la possibilità
di chiedere aiuto alle autorità competenti? Per le esperienze
che abbiamo maturato la risposta è inevitabilmente negativa,
anche se non mancano i casi in cui c’è stata una soluzione,
seppur tardiva, alle richieste della gente.
La difficoltà maggiore è quella di riuscire a trovare
l’interlocutore giusto in una giungla burocratica che tende più
a nascondersi al pubblico che veicolare le richieste di intervento.
Un percorso intricato e difficile che spesso arriva a un punto morto
o alla classica risposta generica di ringraziamenti per la segnalazione
e l’assicurazione della presa in carico del problema che rimarrà
tale e quale senza alcun intervento. Spesso anche quando si riesce
ad ottenere un contatto diretto le aspettative vengono disattese.
A tal proposito voglio raccontarvi un aneddoto: in occasione di un
incontro di presentazione di un nuovo servizio al Parco Baden Powell
ho incontrato un assessore municipale e, come spesso si fa in questi
casi, ne ho approfittato per segnalare il problema della pericolosità
degli abeti di viale Sacco e Vanzetti che hanno i rami che arrivano
a sfiorare l’asfalto. L’assessore ha condiviso il problema e mi ha
chiesto di inviargli una e-mail come pro-memoria in modo da far effettuare
al più presto un intervento. Inutile dirvi che, nonostante
il mio messaggio di posta elettronica, i rami di detti abeti sono
ancora lì ancora più pericolosi di prima per pedoni,
motociclisti e automobili.
A confermare quanto sostenuto, basta leggere i messaggi che ci scrive
Steno: “Salve, per quanto riguarda le prostitute davanti a Ciocchetti,
le avevo notate a luglio; avevo chiamato subito i carabinieri, i quali
mi hanno candidamente risposto che possono fare ben poco... solo in
caso di atti osceni in luogo pubblico si potrebbe procedere! Per cui
direi che dobbiamo in tutti i modi sollevare il problema in modo che
il rumore generato possa in qualche modo scuotere qualcuno dalla propria
poltrona...”.
Lo stesso lettore ci ha segnalato un altro caso in cui il cittadino
non sa a chi rivolgersi: “Salve, da qualche settimana la sera
dopo cena di tanto in tanto arriva una puzza tremenda di plastica/gomma
bruciata, tipica puzza dei cosiddetti "roghi rom"... (ultima
volta ieri sera 8 ottobre 2012); una volta ho chiamato i carabinieri
ma mi hanno detto che siccome non sapevo indicare il punto esatto
del rogo non potevano intervenire, ahimè! Dal mio balcone (fronte
Ciocchetti) non riesco a capire dove fanno questi falò...”.
Anche le nostre segnalazioni nell’ottanta per cento dei casi finiscono
col rimbalzare da un ufficio all’altro fino a che si perdono nei meandri
dell’amministrazione pubblica.
A tal proposito, una signora qualche giorno fa ha telefonato in redazione
raccontando come una sua segnalazione alla polizia locale per avvisare
dell’ennesimo rogo tossico abbia avuto come risposta: “cara signora,
sono diciotto anni che i nomadi appiccano i loro fuochi… cosa possiamo
farci noi?”
Continuare ad ignorare il problema non ci sembra una soluzione.
Potremmo continuare a raccontare centinaia di casi, sulla cui attendibilità
non possiamo metterci la mano sul fuoco ma le cui risposte da parte
delle autorità competenti somigliano molto a quelle ricevute
direttamente da noi.
Allora riproponiamo ancora la domanda, “Chi difende i diritti
dei cittadini?”, e proviamo a dare qualche risposta. Certamente
se il problema ha il sostegno di molte persone ha più possibilità
di essere ascoltato. Generalmente le associazioni territoriali hanno
qualche vantaggio in più ma la trafila è ugualmente
complicata se manca il supporto della cittadinanza. I media possono
aiutare a portare in evidenza le questioni più urgenti ma anche
lì occorre che ci sia un interesse diffuso affinché
non si riduca il tutto ad un trafiletto più o meno nascosto.
Occorre inoltre che gli esposti siano dettagliati,
con quante più informazioni possibili e possibilmente qualche
immagine. Allo scopo di facilitare l’indirizzamento del problema,
vi invitiamo da oggi in poi ad usare il modulo
allegato per le comunicazioni inviate alla nostra redazione che,
come è prassi, gireremo ai nostri contatti. Sull’esito delle
segnalazioni non possiamo prendere alcun impegno perché generalmente
gli uffici pubblici non rispondono e quindi non possiamo seguire l’iter
delle istanze ma ne conserveremo un archivio per futura memoria.
Per concludere, se volete ottenere qualche risultato o per meglio
dire la speranza di essere ascoltati, cercate di ottenere dalle vostre
iniziative il coinvolgimento e l’appoggio di altre persone. L’unione
fa la forza …
|
Commenti
10
ottobre 2012 – salve,
condivido l'amarezza dei cittadini e della redazione. Il problema principale
della zona Est, a prescindere dai municipi, è senza dubbio quello
del degrado, soprattutto ambientale e in particolare dei fumi tossici
e delle discariche illegali dei rom, come si evince dal numero enorme
di segnalazioni nei commenti alle notizie pubblicate sul vostro sito.
Sicuramente molti di noi hanno provato a scrivere ai giornali, ma i risultati,
lo vediamo, sono a zero. Il fatto è che nessuno ha interesse a
fare battaglie per la legalità se ci sono di mezzo minoranze etniche
invece che cattivi imprenditori con pochi scrupoli (vedasi ILVA). Se va
bene, non si viene presi in considerazione, altrimenti è facile
che si finisca addirittura per essere vittime di quella demenziale forma
di pensiero che è il politically correct, quindi tacciati di razzismo.
Purtroppo la mentalità italiana, per via di uno scarsissimo senso
civico, è menefreghista e arretrata rispetto a quella dei paesi
vicini, o mitteleuropei, dove ai rom e zingari in generale non è
assolutamente consentito di comportarsi come in Italia: si è mai
vista roba del genere a Berlino? C'è forse traccia di cose del
genere a Vienna? In Svizzera? Altresì, la mentalità dell'italiano
erudito o di intelletto è ipocrita e di palese disinteresse verso
i problemi del cittadino. Indimenticabile Gad Lerner, un tempo tra i miei
giornalisti di riferimento, che qualche anno fa si ergeva a paladino dei
rom e contemporaneamente difendeva Tronchetti Provera (suo padrone alla
Telecom che controlla LA7) e perfino banchieri e finanzieri che avevano
provocato con la speculazione il fallimento della Lehman Brothers e di
fatto la crisi da cui siamo ancora ben lontani dall'uscire. Ah però,
che coerenza!
Come scrissi tempo addietro, ritengo che l'unico modo che abbiamo per
ottenere un minimo di VISIBILITA' , sia contattare programmi di denuncia
con grande seguito mediato come Striscia la Notizia, o Report. Solo la
forte visibilità mediatica può smuovere le Istituzioni.
Altra iniziativa possibile è scendere in strada protestando in
maniera dura senza sconfinare dalla legalità. Sono sicuro che con
una buona organizzazione, la partecipazione sarebbe numerosa, non solo
da Colli Aniene, ma anche dai quartieri limitrofi come Collatino e Tor
Sapienza, tormentati da inquinamento, degrado, prostituzione.
ps. continuo da anni a chiedermi: ma dove sono i Verdi, gli ambientalisti,
gli ecologisti, e compagnia cantante? Saranno forse assenti perchè
il degrado non lo provocano i padroni cattivi contro cui lottare per far
consenso, ma povere minoranze etniche come i rom? Cordiali saluti Asvin
G.
|