5
novembre 2012 – I
lavori del cantiere
del collettore della nuova rete fognaria di via Tiburtina subiranno
un imprevedibile ritardo a causa di alcuni reperti archeologici trovati
durante lo scavo e definiti importanti dal Soprintendente per i beni
archeologici di Roma Mariarosaria Barbera: “Sono di grande rilevanza
i ritrovamenti archeologici sul tracciato dell'antica via Tiburtina,
nell'area dei lavori per la costruzione della rete fognaria, ed è
in corso di valutazione la possibilità di contemperare le differenti
ed antitetiche esigenze emerse".
Un giornale romano ha sentenziato: La Soprintendenza «allaga»
la Tiburtina. Rispettiamo tutte le opinioni ma questa, francamente,
ci lascia perplessi. Sembra un tentativo di scaricare le responsabilità
dell’amministrazione capitolina che, secondo noi, aveva il dovere
di eseguire accurati sondaggi prima di iniziare i lavori. Era facile
prevedere che in quella zona potevano essere ritrovati inestimabili
tesori del passato perché la Tiburtina è stata la culla
della civiltà romana.
La nostra opinione è supportata da quanto scritto da patrimonioSOS.it
il sito internet schierato in difesa dei beni culturali ed ambientali:
“Con riferimento all'articolo «La Soprintendenza allaga
la Tiburtina» si precisa quanto segue. Per i lavori della rete
fognaria da Via Portonaccio a Via di Casal Bruciato, le indagini preliminari,
condotte attraverso carotaggi e tomografia tra il 2011 e il 2012,
sono state condivise nei tempi e nelle modalità dall'Amministrazione
Comunale che ha bandito le gare ed elaborato il cronoprogramma dei
lavori. Dal 9 Agosto gli scavi archeologici, ininterrotti per tutta
l'estate, hanno individuato un complesso archeologico di grande rilevanza
per circa 150 metri: la sede della via Tiburtina antica, fiancheggiata
da numerosi ambienti, riferibili a mausolei, a una probabile mansio
(stazione di posta e cambio cavalli) e ad altre poderose strutture.
Complesso che costituisce una delle poche testimonianze residue dell'antica
via Tiburtina in questo tratto urbanizzato. Pochi giorni or sono (ottobre
2012) l'Amministrazione Comunale ha comunicato di non poter procedere
con varianti tecniche al progetto. Solo a questo punto, come anticipato
nel sopralluogo del 26 ottobre dal Soprintendente Mariarosaria Barbera,
la Soprintendenza ha potuto avviare l'iter per il rispetto degli obblighi
di legge relativi alla conoscenza e documentazione del complesso archeologico
rinvenuto. Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma”
A fare le spese di questi intoppi saranno soprattutto i cittadini
del tiburtino perché non potrà essere rispettata la
durata del progetto indicata in dodici mesi. Chi dobbiamo ringraziare
per la “superficialità” usata per la progettazione di questi
lavori? Una domanda che, siamo certi, non avrà una risposta,
come dimostrano altri gravi errori del passato che sono ricorrenti
in questa città. Basta pensare alle discusse opere di Colli
Aniene come la mobilità di viale Palmiro Togliatti e la ciclopedonale
di viale Bardanzellu.
Antonio
Barcella
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