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novembre 2012 – L’associazione 21 luglio, nata in difesa
dei diritti dei cittadini rom, in un recente comunicato ha evidenziato
come gravi e allarmanti le condizioni igienico-sanitarie
all'interno degli 8 «villaggi attrezzati». In particolare
segnala l'ultima emergenza sanitaria scoppiata nell'insediamento
di via di Salone da circa 15 giorni. Il "campo"
è stato costruito per accogliere 600 persone, ma il Comune
di Roma ne ha concentrate al suo interno un numero doppio mettendo
a serio rischio la funzionalità dell'impianto fognario. Da
circa due anni alcuni abitanti dell'insediamento e diverse organizzazioni
che operano nel "campo" hanno segnalato al Comune di Roma
il "collasso" dell'impianto fognario dell'insediamento,
dovuto al sovrannumero degli abitanti, con costante riversamento del
liquame fognario sul suolo. Nell'area del "campo" dove la
fuoriuscita del liquame fognario è risultata più consistente
è stato rilevato il primo caso di epatite A.
Tale virus, che si trasmette per via oro-fecale attraverso acqua contaminata,
è diffuso in luoghi assimilabili ai campi profughi dei paesi
africani e asiatici, dove gli ambienti risultano particolarmente degradati
e insalubri.
Una situazione igienica allarmante non molto diversa da quella che
abbiamo già segnalato nel campo “tollerato” di via Salviati,
dove un ispettore dell’ASL ha definito allucinanti
le condizioni igieniche dell’insediamento.
«La problematica sanitaria riscontrata nell’insediamento
di via di Salone – afferma l’Associazione 21 luglio – rappresenta
oggi l’esempio paradigmatico di come costruire e continuare a gestire
i cosiddetti “campi nomadi” ha significato negli anni dare vita a
spazi di degrado nel cuore della periferia romana, luoghi di estrema
povertà, dove l’abbandono istituzionale stride con lo sperpero
di denaro pubblico. E’ necessaria un’assunzione di responsabilità
ed è importante che l’amministrazione romana dia una risposta
chiara e trasparente riguardo le condizioni igieniche degli otto “villaggi
attrezzati” che, pur avendo un costo di sola gestione annuo complessivo
superiore ai 5 milioni di euro, risultano essere luoghi dove i diritti
fondamentali non sono garantiti e la salute dell’individuo, e del
minore in particolare, non appare in alcun modo tutelata».
Secondo le informazioni raccolte dai ricercatori dell’Associazione
21 luglio, a causa della diffusione del virus, negli ultimi giorni
sono stati una decina i minori rom del «villaggio attrezzato»
di via di Salone ricoverati presso diverse strutture ospedaliere romane
e 80 i minori sottoposti a profilassi condotta dall’ASL RmB. Per
tali minori sarebbe stata prevista l’interruzione scolastica a scopo
precauzionale.
Questo ultimo provvedimento non tranquillizza i genitori degli scolari
del V Municipio che, senza fare del razzismo, reclamano il diritto
di assicurare un ambiente salubre, sano ai propri figli. Chiedono
una maggiore tutela delle condizioni sanitarie dei campi al fine di
evitare il diffondersi di malattie per contatto diretto dei bambini
nelle scuole.
Questo sito ha sempre sostenuto la richiesta di investire parte dei
milioni di euro utilizzati per gli sgomberi dei campi nomadi in servizi
adeguati che avrebbero migliorato il livello di vita in questi campi.
A nostro pare gli attuali insediamenti autorizzati o abusivi somigliano
troppo a dei veri e propri “lager” per sovraffollamento e condizioni
di vita.
Salve,
vorrei porre attenzione sulla situazione delle scuole del quartiere
e la presenza dei rom. Non si tratta di razzismo anzi sono d’accordo
che essendo residenti e/o cittadini italiani i bambini rom hanno
tutti il diritto a frequentare le scuole.
Come noi cittadini italiani abbiamo diritto ad assicurare un
ambiente salubre, sano ai nostri figli.
Faccio riferimento all'episodio di epatite A che si è
verificato nel campo nomade di via di Salone, dove come segnalato
dall'associazione 21 Luglio le fogne sono rotte da 2 anni e
il comune non fa nulla.
Questo è un problema di tutti perché tutte le
malattie che si originano dai campi rom riguardano tutti noi
che abbiamo i figli piccoli che frequentano le stesse scuole
dei bambini rom, che vengono prelevati dal servizio navetta
mandato dal comune, che dovrebbe monitorare questi campi dal
punto di vista sanitario almeno mensilmente.
La preoccupazione è ormai dilagante tra tutti i genitori
delle scuole elementari e medie del nostro quartiere. Le scuole
si sono rivolte all'Asl di via Bardanzellu che sta gestendo
il tutto allontanando per un periodo i bambini rom, ma QUESTO
NON RISOLVE IL PROBLEMA a monte.
A tal proposito vorrei porre delle domande: ma tutte le scuole
elementari del quartiere o dei quartieri vicini hanno bambini
rom?
A chi potremmo rivolgerci, magari coinvolgendo tutti i cittadini
anche attraverso il vostro sito, per segnalare il problema?
Vi ringrazio per il vostro ineccepibile lavoro e vi saluto.
Anna |
Antonio
Barcella
www.collianiene.org
news@collianiene.org
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