Associazione 21 luglio: Emergenza Sanitaria nei campi rom del V Municipio

14 novembre 2012 – L’associazione 21 luglio, nata in difesa dei diritti dei cittadini rom, in un recente comunicato ha evidenziato come gravi e allarmanti le condizioni igienico-sanitarie all'interno degli 8 «villaggi attrezzati». In particolare segnala l'ultima emergenza sanitaria scoppiata nell'insediamento di via di Salone da circa 15 giorni. Il "campo" è stato costruito per accogliere 600 persone, ma il Comune di Roma ne ha concentrate al suo interno un numero doppio mettendo a serio rischio la funzionalità dell'impianto fognario. Da circa due anni alcuni abitanti dell'insediamento e diverse organizzazioni che operano nel "campo" hanno segnalato al Comune di Roma il "collasso" dell'impianto fognario dell'insediamento, dovuto al sovrannumero degli abitanti, con costante riversamento del liquame fognario sul suolo. Nell'area del "campo" dove la fuoriuscita del liquame fognario è risultata più consistente è stato rilevato il primo caso di epatite A.
Tale virus, che si trasmette per via oro-fecale attraverso acqua contaminata, è diffuso in luoghi assimilabili ai campi profughi dei paesi africani e asiatici, dove gli ambienti risultano particolarmente degradati e insalubri.
Una situazione igienica allarmante non molto diversa da quella che abbiamo già segnalato nel campo “tollerato” di via Salviati, dove un ispettore dell’ASL ha definito allucinanti le condizioni igieniche dell’insediamento.

«La problematica sanitaria riscontrata nell’insediamento di via di Salone – afferma l’Associazione 21 luglio – rappresenta oggi l’esempio paradigmatico di come costruire e continuare a gestire i cosiddetti “campi nomadi” ha significato negli anni dare vita a spazi di degrado nel cuore della periferia romana, luoghi di estrema povertà, dove l’abbandono istituzionale stride con lo sperpero di denaro pubblico. E’ necessaria un’assunzione di responsabilità ed è importante che l’amministrazione romana dia una risposta chiara e trasparente riguardo le condizioni igieniche degli otto “villaggi attrezzati” che, pur avendo un costo di sola gestione annuo complessivo superiore ai 5 milioni di euro, risultano essere luoghi dove i diritti fondamentali non sono garantiti e la salute dell’individuo, e del minore in particolare, non appare in alcun modo tutelata».
Secondo le informazioni raccolte dai ricercatori dell’Associazione 21 luglio, a causa della diffusione del virus, negli ultimi giorni sono stati una decina i minori rom del «villaggio attrezzato» di via di Salone ricoverati presso diverse strutture ospedaliere romane e 80 i minori sottoposti a profilassi condotta dall’ASL RmB. Per tali minori sarebbe stata prevista l’interruzione scolastica a scopo precauzionale.
Questo ultimo provvedimento non tranquillizza i genitori degli scolari del V Municipio che, senza fare del razzismo, reclamano il diritto di assicurare un ambiente salubre, sano ai propri figli. Chiedono una maggiore tutela delle condizioni sanitarie dei campi al fine di evitare il diffondersi di malattie per contatto diretto dei bambini nelle scuole.
Questo sito ha sempre sostenuto la richiesta di investire parte dei milioni di euro utilizzati per gli sgomberi dei campi nomadi in servizi adeguati che avrebbero migliorato il livello di vita in questi campi. A nostro pare gli attuali insediamenti autorizzati o abusivi somigliano troppo a dei veri e propri “lager” per sovraffollamento e condizioni di vita.

Salve, vorrei porre attenzione sulla situazione delle scuole del quartiere e la presenza dei rom. Non si tratta di razzismo anzi sono d’accordo che essendo residenti e/o cittadini italiani i bambini rom hanno tutti il diritto a frequentare le scuole.
Come noi cittadini italiani abbiamo diritto ad assicurare un ambiente salubre, sano ai nostri figli.
Faccio riferimento all'episodio di epatite A che si è verificato nel campo nomade di via di Salone, dove come segnalato dall'associazione 21 Luglio le fogne sono rotte da 2 anni e il comune non fa nulla.
Questo è un problema di tutti perché tutte le malattie che si originano dai campi rom riguardano tutti noi che abbiamo i figli piccoli che frequentano le stesse scuole dei bambini rom, che vengono prelevati dal servizio navetta mandato dal comune, che dovrebbe monitorare questi campi dal punto di vista sanitario almeno mensilmente.
La preoccupazione è ormai dilagante tra tutti i genitori delle scuole elementari e medie del nostro quartiere. Le scuole si sono rivolte all'Asl di via Bardanzellu che sta gestendo il tutto allontanando per un periodo i bambini rom, ma QUESTO NON RISOLVE IL PROBLEMA a monte.
A tal proposito vorrei porre delle domande: ma tutte le scuole elementari del quartiere o dei quartieri vicini hanno bambini rom?
A chi potremmo rivolgerci, magari coinvolgendo tutti i cittadini anche attraverso il vostro sito, per segnalare il problema?
Vi ringrazio per il vostro ineccepibile lavoro e vi saluto. Anna

 

Antonio Barcella
www.collianiene.org
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