19
novembre 2012 – In una sola settimana abbiamo raccolto più
di centodieci firme per la sola petizione
relativa al problema delle autocisterne cariche di reflui dirette
al Depuratore Roma Est e, per questo, abbiamo deciso di anticipare
la consegna al Sindaco. Un risultato eccezionale se si considera che
le firme sono state raccolte solo on-line, con il passaparola e senza
alcun sostegno da parte dei mass media. Vi invitiamo a firmare
ancora la petizione in modo da avere una maggiore rappresentanza
quando e se saremo chiamati dalle istituzioni a discutere del problema.
Intanto, come primo risultato, abbiamo avuto un contatto con lo staff
politico dell’Assessorato ai Lavori Pubblici di Roma Capitale e abbiamo
ricevuto qualche informazione che aiuta a fare un quadro più
reale della questione. I tre depuratori posti sotto sequestro nella
Provincia di Roma, la causa primaria del viavai di autocisterne a
Colli Aniene, sono stati adeguati da ACEA ATO alle norme di legge.
Per tutti e tre gli impianti di depurazione sono state presentate
le relative istanze di dissequestro ma la burocrazia sta ritardando
l’autorizzazione necessaria per tornare sversare le acque trattate
nei bacini idrici di appartenenza. Questo accade soprattutto perché
Provincia e Regione non possiedono una esatta mappatura dei fossi
e delle falde acquifere oggetto di smaltimento delle acque trattate.
Intanto ACEA ATO, raccogliendo le proteste degli abitanti di Colli
Aniene, ha dichiarato all’assessorato ai lavori pubblici di aver dimezzato
(da 140 a 70) il numero di autocisterne dirette al Depuratore Roma
Est. Su questo ultimo punto nutriamo qualche dubbio visto che ci è
stato segnalato che domenica 18 alle 10,30 la fila di autocisterne
in fila per sversare il proprio nauseabondo carico nel depuratore
arrivava fino all’istituto Croce.
Riteniamo che questi contatti con la pubblica amministrazione siano
l’inizio di un confronto importante per questa battaglia di civiltà.
L’intento della “nostra” Petizione non è quello di osteggiare
ACEA e l’amministrazione capitolina nello svolgimento di un servizio
essenziale per i cittadini ma quello di vagliare insieme se esistono
alternative praticabili e se è possibile accelerare il lentissimo
iter burocratico di dissequestro dei depuratori facendo appello ai
responsabili di questa incredibile situazione (comuni, provincia,
magistratura). Siamo certi che il Magistrato stia già indagando
sui responsabili dei reati che hanno portato al sequestro giudiziario
ma tenteremo di sensibilizzare il Comune di Roma a rimuovere immediatamente
quei dirigenti che hanno gravi implicazioni su una gestione quantomeno
discutibile del bene pubblico. Ricordiamo inoltre che il trasporto
di liquami da un depuratore all’altro costerà ad ACEA alcuni
milioni di euro che successivamente saranno riversati sui cittadini.
Dalla serie, paga sempre Pantalone!
Antonio
Barcella
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