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novembre 2012 – Nel corso degli ultimi anni emerge nella
periferia romana una carenza di spazi teatrali, culturali e di aggregazione
che costringe i giovani ad abbandonare i loro progetti o a lasciare
il loro territorio per trovare ubicazione in altri spazi della città.
Cinema trasformati in supermercati, garage e mini appartamenti; teatri
sfrattati e programmazioni in crisi, carenza di spazi per le attività
delle associazioni e la creatività giovanile... Un quadro desolante
che rapportato al V Municipio assume dimensioni da “incubo
della cultura”. Proviamo ad analizzare alcuni dati di questo
fenomeno e vi renderete conto che stiamo parlando di un argomento
molto serio che incide sulla formazione dei nostri ragazzi e può
sfociare in quel malessere giovanile che ha già prodotti grossi
danni nell’hinterland romano.
Il V Municipio conta una popolazione vicina ai 200.000 abitanti, ossia
quasi il doppio di un capoluogo di provincia come Latina. Per questo
prenderemo come riferimento la città pontina per raffrontare
alcuni dati con il nostro territorio. Nella zona compresa tra la Stazione
Tiburtina fino ai quartieri più periferici di Settecamini e
Casal Monastero non sono presenti teatri degni di questo nome ed esiste
un solo cinema attivo che, ironia della sorte, è a luci rosse.
Gli unici spazi sfruttabili dalle compagnie teatrali amatoriali e
dalle associazioni culturali sono inseriti prevalentemente nelle parrocchie
e nelle scuole ma vengono concessi con il contagocce, i posti sono
limitati e spesso occorre modificare i testi per adattarli alle richieste
di sacerdoti e presidi. Se tutto questo lo rapportiamo al capoluogo
laziale in termini di popolazione ed offerta di spettacoli, tre teatri
con una programmazione annuale e quattro cinema di cui una multisala,
dovremmo dedurre che nel V Municipio mancano almeno sette sale cinematografiche
e ben cinque teatri. È un “nulla culturale”
che costringe gli abitanti di questi luoghi ad “emigrare” in altri
municipi per trovare quello che manca a Roma Est.
Siamo
certi che qui da noi non manchi lo spazio dove costruire un edificio
per poter offrire una buona offerta di commedie, musical e concerti.
Ad esempio potrebbe essere recuperato a questo scopo il casale Boccaleone
togliendo dal degrado l’area verde in cui sorgono le sue rovine. Ma
manca la volontà politica di farlo e, per cortesia, non parliamo
di crisi economica e casse comunali vuote perché questo vuoto
culturale dura almeno da cinquant’anni e c’era tutto il tempo per
programmare qualcosa di serio.
Di questo problema ne ho parlato ieri con il Presidente del Municipio
Ivano Caradonna che ha concordato con la gravità del problema
ed ha annunciato che esiste un progetto per la realizzazione di un
teatro a Pietralata che sarà costruito con gli oneri concessori
ricavati dalla concessione edilizia per il Parco delle Acacie assegnata
alla PARSITALIA Real Estate. Un primo passo che ci entusiasma ma l'esperienza
insegna che bisogna tenere sempre gli occhi ben aperti quando un progetto
contiene spazi pubblici, come appunto il teatro, la piazza o il parco
attrezzato. Troppe volte abbiamo visto dirottare gli oneri concessori
già pianificati su altre esigenze pubbliche. La cultura
viene posta sempre all’ultimo posto da chi ci governa nella scala
delle necessità della comunità!
Antonio
Barcella
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