L’Europa condanna gli sgomberi dei rom nella città di Roma

28 novembre 2012 – Come è nostra prassi diamo spazio a tutte le informazioni su un problema complesso e difficile come quello che riguarda la gestione degli insediamenti rom. Onde evitare qualsiasi dubbio sulla nostra posizione ribadiamo che noi siamo per la tutela di tutti i diritti delle persone. Crediamo che qualsiasi etnia abbia il diritto di vivere secondo i propri usi e costumi così come siamo certi che tutti i cittadini romani debbano essere tutelati al fine di respirare aria e non diossina (basta con i fumi tossici provenienti dai campi abusivi o regolari!) e che per tutti valga la prerogativa di vivere in sicurezza secondo quanto stabilito dalle leggi dello Stato Italiano.
Chiarito questo, pubblichiamo la nota ricevuta dall’associazione 21 Luglio dal titolo “L’Europa condanna gli sgomberi dei rom nella città di Roma e chiede nuove soluzioni.
Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muižnieks ha rilasciato in una nota, il 22 novembre scorso, la sua condanna agli sgomberi forzati che hanno riguardato le comunità rom in Europa. Il Commissario ha sottolineato come, nonostante gli impegni presi da parte degli Stati e il crescente dibattito sulla minoranza più discriminata d’Europa, i governi non abbiano intrapreso azioni concrete, se non un crescente ricorso alla pratica degli sgomberi forzati. Ricordando come molti di questi sgomberi siano illegali secondo il diritto internazionale, il Commissario ha rimarcato l’inefficacia di queste azioni, sottolineando le conseguenze particolarmente nefaste che tali sgomberi hanno soprattutto sui bambini e sui loro percorsi scolastici. Chiamando in causa le autorità italiane, Nils Muižnieks ha affermato come: «gli sgomberi forzati sono continuati, nonostante l’impegno del Governo ad abbandonare la politica dell’”emergenza nomadi”. Solo nello scorso mese di settembre – scrive il Commissario rifacendosi al trasferimento forzato delle comunità rom dal “campo tollerato” di Tor de’ Cenci al nuovo «villaggio attrezzato» La Barbuta - a Roma 250 persone sono state sgomberate senza che venisse loro offerta alcuna alternativa adeguata se non il trasferimento in insediamenti segregati su base etnica».
L’Associazione 21 luglio si associa alle parole del Commissario quando rileva nella nota l’importanza del pieno godimento del diritto ad un alloggio adeguato come precondizione per il godimento di molti altri diritti umani, stabilendo chiaramente che «programmi e pratiche abitative che risultano in segregazione forzata si pongono in violazione del principio di non-discriminazione e non possono essere visti come soluzioni percorribili».
Le azioni di sgombero pianificate dal Comune di Roma negli ultimi tre anni, oltre a rivelarsi costose, si sono dimostrate inefficaci e spesso disumane. Secondo l’Associazione 21 luglio, anche il ricollocamento di comunità rom nel nuovo «villaggio attrezzato» La Barbuta si inserisce all’interno di una logica fondata su un principio discriminatorio, che allontana le famiglie rom da reali progetti di inclusione e da un rapporto adeguato con il tessuto sociale della Capitale.
Per tale ragione, l’Associazione 21 luglio ha rilanciato l’appello “Stop all’apartheid dei Rom” per chiedere ai nuovi amministratori locali e nazionali che usciranno dalle prossime elezioni la sostituzione delle politiche di sgombero con efficaci politiche di inclusione che porterebbero benefici non solo alle comunità rom ma all’intera cittadinanza. L’appello, che in poche settimane ha raccolto più di 1.000 firme, ha visto l’adesione dell’attore Moni Ovadia, dello scrittore Erri De Luca e dell’astrofisica Margherita Hack che ha commentato la sua sottoscrizione: «Le leggi razziali non ci hanno insegnato nulla?».

Antonio Barcella
www.collianiene.org
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Commenti

28 novembre 2012 – Concordo con la redazione che sia giusto dare spazio a tutte le informazioni, perchè questa è democrazia. All'Associazione 21 luglio farei notare che nel loro commento di solidarietà hanno parlato due volte di "DIRITTI" e mai di "DOVERI". saluti. Roberto