28
gennaio 2013 –
Nel supermercato
di Colli Aniene, dove la criminalità imperversa senza possibilità
che venga fermata, è ora la volta di un attacco alle Smart,
le piccole auto a due posti utilizzate soprattutto in città.
Ripetuti furti di accessori, soprattutto pneumatici, sono segnalati
dai gruppi Facebook facendo salire il livello di allarme tra l’opinione
pubblica. Almeno tre auto di quel tipo sono state oggetto di asportazione
di ruote e cerchioni (una in via Balabanoff, un’altra in via Sommovigo
e la terza in via Campilli) dimostrando come i ladri agiscano indisturbati,
avendo tutto il tempo di smontare due o quattro ruote senza che nessuno
vada a chiedere ragione dell’atto delinquenziale.
La gente ci chiede a gran voce di tornare sul tema
della sicurezza perché, nelle ultime settimane, si sono
consumati diversi atti di microcriminalità, che hanno evidenziato
in modo netto l’incapacità amministrativa di delineare una
strategia efficace per garantire l’abbattimento del fenomeno.
Una volta sono i furti di rame, un’altra quella dei tombini di ghisa,
c’è il periodo delle rapine e quello dei furti in appartamenti,
quello dei ladri acrobati e il momento degli attacchi ai bancomat.
In questo quartiere la delinquenza va a periodi, forte di un’impunità
quasi assicurata. Le forze dell’ordine sono impegnate soprattutto
a perseguire i grandi reati, quelli che danno più visibilità
sui giornali, lasciando che la piccola criminalità imperversi
negli abitati. Probabilmente hanno tutte le giustificazioni del mondo,
dai tagli operati dal governo, ai miseri stipendi, alla carenza del
personale e delle attrezzature ma tutto questo crea uno scenario in
cui il ladro si fa sempre più spavaldo e l’agente è
sempre più sfiduciato perché la lotta alla delinquenza
diventa sempre più ardua e problematica.
Quando l’allarme dei cittadini si fa alto è normale che nel
quartiere si torni a parlare degli scarsi controlli del territorio,
del commissariato
troppo lontano e si metta in dubbio l’efficienza del sistema sicurezza
della città. Qualcuno imputa questo fenomeno alla crisi economica
e lavorativa, altri al proliferare dell’illegalità di importazione
ma tutti sono d’accordo sul fatto che debbano essere presi provvedimenti
prima che la situazione diventi insostenibile.
Antonio
Barcella
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