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gennaio 2013 – Pubblichiamo la lettera inviata da
un cittadino all’assessore di Roma Capitale Sveva Belviso riguardante
il pericolo per la salute e l’ambiente di Roma per le sostanze letali
sprigionate nell'aria dai roghi tossici che vengono appiccati in prossimità
degli insediamenti nomadi. Non entriamo nel merito del contenuto perché
la materia trattata è delicata e, come abbiamo avuto modo di
sostenere più volte, si tratta di un problema complesso che
riguarda i diritti di tanti residenti del V e del VII Municipio e
della stessa popolazione rom. Siamo certi solo di una cosa: il
problema va affrontato subito! Non si può continuare
ad ignorarlo per la comodità di chi è stato eletto per
risolverlo e non l’ha ancora fatto.
“On
Sveva,sono di nuovo qui a chiederLe aiuto. A distanza di circa un
anno da quando ci siamo sentiti, persiste la nostra vita quotidiana
avvelenata dai fumi cancerogeni prodotti dal campo di via Salviati.
Interi quartieri sono in balia di queste persone che non rispettano
le regole e ci avvelenano a tutte le ore del giorno, dalla mattina
alla notte bruciano materiali plastici, ho visto dare alle fiamme
senza scrupoli montagne di elettrodomestici recuperati, insieme a
divani, sedili di auto ecc, montagne alte 3-4 metri che hanno sprigionato
diossina a volontà e colonne nere di fumo gigantesche. Anche
la sera del 24 dicembre dalle 21 alle 24 c'è stato un rogo
immenso e devastante e anche durante tutte le feste natalizie in generale
i roghi non sono mancati. Perché il campo di via Salviati,
che è diviso in due, uno regolare (che è civilissimo)
e in uno abusivo, non viene smantellato per la parte non autorizzata?
Le persone del lato abusivo sono quelle che delinquono quotidianamente
e accendono questi roghi per recuperare rame rubato, questi atti sono
attentati alla salute pubblica più che evidenti. La storia
è nota, le denunce fatte in abbondanza, la gente esasperata,
manifestazioni, articoli sui giornali. Sono ben 3 i quartieri avvelenati
ogni giorno, Colli Aniene, Tor Sapienza e Collatino. Ma questi agenti
cancerogeni e riconosciuti altamente pericolosi per la salute (anche
letali in pochi anni) vengono trasportati dai venti a molti chilometri
di distanza e uccidono lentamente anche chi non sente l'odore di plastica
bruciata ma la respira inconsapevolmente. Un problema che riguarda
quindi tutta la città di Roma e l'ambiente in generale. Tutto
questo è certificato anche dalla ASL di Roma, documentazione
condivisa più volte per questi temi. Scambiamo mail ogni giorno
con i comitati di quartiere e le persone che abitano queste zone,
sono esasperati e pieni di rabbia, esiste anche il rischio concreto
che qualcuno possa arrivare pensare a gesti eclatanti perché
non si vedono più tutelati dallo Stato. Vi chiediamo un intervento
risolutivo e definitivo, che possa mettere davvero fine a questi attentati
alla nostra salute che ad oggi non dovrebbero assolutamente essere
permessi in un paese civile. Vi ringrazio a nome mio e di tante altre
persone. Saluti. Stefano”.
Antonio
Barcella
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