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febbraio 2013 – Avevo consegnato a Mimmo Pietrangelli
alcune domande sulla Cervelletta per pubblicare un’intervista su questo
sito ma stimolare Mimmo su un territorio che adora e di cui è
stato il tutore, il creatore e il restauratore, equivale a risvegliare
la sua vena inesauribile di amore per questa zona storico-naturalistica
inserita tra Colli Aniene e Tor Cervara. Qualche giorno fa mi ha chiamato
e mi ha consegnato un ampio dossier, molto dettagliato, da cui avrei
voluto estrapolare un articolo ma, poi, ho ritenuto che fosse più
giusto pubblicarlo integralmente perché, sono certo, che aiuterà
molti di noi a capire come riuscire a fermare il degrado di un bene
prezioso e a rilanciarlo con progetti atti a trasformarlo in un fulcro
di iniziative culturali e un bene godibile dalla comunità.
"Il
complesso monumentale della Cervelletta, inserito unitamente all’ex
Parco omonimo, nella Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, è
costituito da una bellissima Torre del 1200 e da uno straordinario
Casale gentilizio del XVI e XVII secolo, per la costruzione del quale
si sono avvicendati nei secoli gli Sforza, gli Alvari, i Borghese
ed i Salviati.
Intorno al Casale una serie di costruzioni, molte delle quali versano
in condizioni di degrado assoluto, costituiscono il “Borgo rurale”.
Il
rapporto con la Cervelletta è coinciso con il nostro insediamento
nelle nuove dimore, costruite dall’A.I.C. alla fine degli anni ’70,
proprio nella zona prospiciente il futuro Parco della Cervelletta.
A livello emozionale l’impatto con questa zona della città
è stato meraviglioso: era l’aprile del 1981 e, intorno, c’erano
fiori, colori, profumi, verde, spazi immersi, una zona umida particolarmente
importante, sia dal punto di vista floreale che faunistico e, sullo
sfondo, una bellissima Torre e un Casale altrettanto meraviglioso.
Negli anni 82-83 alcune strane voci sulla destinazione del Casale
che sarebbe dovuto diventare un albergo per ricchi e, intorno, delle
ville, indussero noi, soci degli edifici 18-19 delle vie M. Cingolani
e C. Martinelli, a creare un piccolo nucleo di attenzione e tutela,
denominato, non a caso, “Circolo della Torre”, che cominciò
a discutere seriamente sulle modalità che ci avrebbero portato
ad impedire lo scempio edilizio che si intendeva realizzare alla Cervelletta.
Ci siamo resi conto, però, che un nucleo così circoscritto
non era in grado di affrontare i problemi che si presentavano. Per
questo decidemmo di costituire, ufficialmente, un organismo più
vasto, il “Comitato per il Parco della Cervelletta”, che coinvolgesse
tutto il quartiere, le istituzioni (V Municipio), i partiti , le scuole,
le altre associazioni, facendo ricorso a sottoscrizioni, petizioni,
raccolta firme, discussioni, incontri, ecc. Nella
prima metà degli anni ’90, dopo una raccolta di 7.000 firme
in calce ad una proposta di legge regionale di iniziativa popolare,
ottenemmo il “Parco della Cervelletta”, (20 ettari), che, nel ’97
quando nascono le “Riserve”, da Roma Natura, è stato inserito
nella Riserva Naturale Valle dell’Aniene (620 ettari). Nel frattempo,
con la fusione di tre associazioni territoriali era nata l’Associazione
ONLUS “Insieme per l’Aniene”, che, dal ’97 gestisce per conto di “Roma
Natura” i servizi in tutta la Riserva. L’avvicendarsi di questi tre
gruppi associativi, nel corso del tempo, ha prodotto dei veri e propri
miracoli: dopo il Parco della Cervelletta, ha ottenuto un vincolo
primario sul complesso monumentale del Casale e, secondario, sul Borgo
Rurale, la cancellazione di un’autostrada che avrebbe dovuto attraversare
il parco compromettendo definitivamente la sopravvivenza della zona
palustre e, nel 2001, il passaggio al Patrimonio pubblico del Comune
di Roma della Cervelletta, che è stato assegnato all’Associazione
“Insieme per l’Aniene”
“Roma
Natura”, l’ente regionale di gestione delle 14 Riserve Naturali, nel
corso del tempo, è andato esaurendo la spinta propulsiva originaria,
divenendo, sempre di più, un ente burocratico, spesso indifferente
alle esigenze reali e istituzionali delle associazioni territoriali,
impegnate, gratuitamente, a tutelare i beni architettonici, naturalistici,
a promuovere l’educazione ambientale, soprattutto nelle e per le scuole
ed a realizzare, in collaborazione con altre associazioni, numerose
attività socio-culturali.
Fatta eccezione di un intervento conservativo, molto approssimativo
ed ormai inservibile, realizzato 5 anni or sono dalla giunta Veltroni,
non è stato fatto niente altro e tutti i nostri, disperati
successivi appelli sono risultati clamorosamente disattesi, nonostante
le grandi promesse fatte dai politici, soprattutto nel corso delle
campagne elettorali.
L’Associazione “Insieme per l’Aniene”, allo scopo di svolgere i compiti
istituzionali assegnati, all’interno del Casale, ha realizzato il
“Museuccio” che accoglie testimonianze importanti dell’attività
agro-pastorale che si è svolta, in passato, all’interno della
grande azienda. Ha anche organizzato una biblioteca di circa 7.000
volumi che, con il “Museuccio”, sono messi a disposizione gratuita
dei cittadini, ma, soprattutto, di scolaresche del territorio.
In passato (remoto e prossimo) l’Associazione, in collaborazione con
il V Municipio ed altre istituzioni pubbliche e private (funzionari
europei, FAI, WWF, Italia Nostra, Ufficio Nazionale del restauro,
Mercedes, Unione Industriali del Lazio…) ha elaborato progetti ideativi,
che sono stati posti all’attenzione delle istituzioni, in particolare
comunali e che, sulla quasi totalità dei casi sono stati ignorati.
Per
quanto riguarda lo spazio verde è necessario porre la massima
attenzione all’annosa questione del Depuratore e sulle gravi conseguenze
che, unitamente agli scarichi fognari, l’Aniene nel corso delle esondazioni,
determina per Colli Aniene (allagamenti cantine e box). Comunque questo
spazio necessita della pulizia dei numerosi canali
dell’Ottocento che consentivano una saggia irreggimentazione delle
acque e di una oculata piantumazione di essenze arboree tipiche delle
zone umide che l’Associazione in parte ha ricostituito. Nell’area
N.N.E. si potrebbe costruire un laghetto per la sosta
degli uccelli di passo, utilizzando le acque del Fosso della Cervelletta
(basterebbe una ruspa per creare un invaso di 200 metri per 100).
Nei pressi di questa area si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi
di un maneggio con la presenza di 5-6 equini, finalizzato
a pratiche ippoterapiche. Il Colle della Puledra potrebbe diventare
un laboratorio archeologico per riportare alla luce
le fondamenta della grande villa rurale romana di età “tardo
repubblicana” – “primo impero”. Attraverso una rete di percorsi ciclo-pedonali,
si potrebbero collegare Parchi e Riserve, dai Castelli romani fino
alla Salaria. Per le grandi manifestazioni (concerti, teatro, cinema…)
si potrebbe attrezzare il grande anfiteatro a sinistra
del Casale, con gradinate e piano operativo.
Nell’eventualità
che il comune riesca a recuperare tutti gli edifici del “Borgo rurale”
lo spazio costruito potrebbe diventare una cittadella dell’artigianato
(artistico, manuale, multimediale…), oppure un grande Polo
Museale delle attività agro-pastorali di tutta la
Valle dell’Aniene con il contributo dei Comuni; del V Municipio; di
se stesso che l’Associazione ha già provveduto a realizzare.
Il Grande Casale, oltre al polo Museale, dopo il recupero restaurativo,
che si auspica tempestivo, potrebbe diventare uno straordinario “contenitore”,
laboratorio multiculturale con annessi “Museuccio”
e Biblioteca, oppure una casa dei Parchi e delle Riserve, una sede
di Roma Natura, una sezione delle sovrintendenze di Roma, la Direzione
dell’Ufficio nazionale di restauro, una facoltà universitaria
di scienze ecologiche-ambientali, la sede di un “villaggio
giovanile internazionale” a struttura agrituristica, in collegamento
con il vicino Istituto Tecnico per il Turismo “Livia Bottardi”.
Una novità interessante è costituita dall’Albergo
diffuso che Roma Natura realizzerà nell’area del “Rimessino”
davanti al Casale, rispettando le pre-esistenze architettoniche e
per il quale l’Ente ha ottenuto, dalla Comunità europea, la
somma di 1.800.000 €."
Antonio
Barcella
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