Rifiuti urbani – Come il gioco del Monopoli, si ripassa per il via e si ricomincia da capo

18 febbraio 2013 È ora di dire basta a questo gioco al massacro fatto sulle spalle dei cittadini. Lo smaltimento dei rifiuti è un problema serio e va affrontato con la giusta autorevolezza e la competenza che merita. Invece ci sembra di assistere ad un gioco da tavolo in cui, dopo aver bocciato tutte le ipotesi, come se niente fosse, si ricomincia da capo e si ripropongono progetti già bocciati o del tutto illogici come quello di portare i rifiuti nei cementifici. Vogliamo creare una nuova Seveso a ridosso della periferia romana? Stiamo parlando dell’iniziativa di smaltire una parte della nostra immondizia nel cementificio di Guidonia che è posto a meno di quindici minuti da Colli Aniene e ancora meno da altri quartieri del V Municipio. Tutto questo potrà accadere perché la fervida mente di qualche burocrate ha partorito un provvedimento che intende portare i rifiuti nei cementifici. Un colpo di bacchetta magica e il gioco è fatto! Basta cambiare alcuni criteri, come già accaduto per la percentuale di alcuni elementi chimici nell’acqua potabile, e determinate tipologie di combustibile solido secondario
cessano di essere qualificate come rifiuto e possono essere “tranquillamente” utilizzate "ai fini della produzione di energia elettrica o termica", cioè vengono smaltiti in centrali termoelettriche o nei cementifici. Detto regolamento è stato già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e quindi è esecutivo.
L’allarme tra i cittadini è già alto e molti comitati spontanei si stanno mobilitando contro questo provvedimento. Il Comitato Risanamento Ambientale di Guidonia in un comunicato stampa dichiara: “Il cementificio Buzzi Unicem di Guidonia produce già un impatto ambientale e sanitario incompatibile con il territorio. Se a questo aggiungiamo anche la combustione dei derivati dai rifiuti, lo stabilimento immetterà nell'aria una enorme varietà di altre sostanze nocive, tossiche, cancerogene e teratogene che si andranno ad aggiungere alle emissioni attuali del cementificio.
Si persevera nel brutto vizio di cercare “scorciatoie”, giocando sulla pelle dei cittadini, anziché adottare le soluzioni che sono già in vigore in tutta Europa. Occorre adottare quei progetti tecnologici che hanno un alto costo iniziale ma che nel tempo sono economicamente vantaggiosi. Ma è chiaro che in Italia si preferiscono “regalare” miliardi di euro alle banche o “gettarli” per assurdi progetti militari anziché usarli per il bene della comunità. Finché non cambierà la mentalità e la competenza di chi ci governa continueremo a gestire le emergenze sperperando miliardi di denaro pubblico. L’Italia è un paese ricco ma il malgoverno che va avanti da oltre mezzo secolo rende i suoi abitanti sempre più poveri. È ancora sopportabile tutto questo?

COMUNICATO DEL C.R.A. DI GUIDONIA

3 febbraio 2013 - Un nuovo attacco alla salute ed alla salubrità dell’ambiente viene portato dallo schema di Decreto Presidenziale approvato del Consiglio dei ministri il 26 ottobre 2012, approvato dal Senato la settimana scorsa ed in corso di approvazione definitiva alla Camera.
E' un provvedimento che disciplina la combustione di rifiuti nei cementifici, in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali. Esso aggrava pesantemente quanto già previsto dal D. M. Sviluppo Economico del 6 luglio 2012, con cui il ministro Passera aveva liberalizzato la speculazione legata alla produzione di energia da impianti a biomassa agricola.
La nuova proposta legislativa riguarda l’utilizzazione “energetica” del Combustibile Derivato Rifiuti (C.D.R.), riclassificato come Combustibile Solido Secondario (C.S.S.).
Il CSS, non più definito “rifiuto urbano”, ma “rifiuto speciale”, viene esentato dall'obbligo di essere trattato entro i confini regionali, diventando un prodotto industriale “di libera circolazione” che va a sostituire i combustibili tradizionali nei cementifici ed entra nel business dello smaltimento dei rifiuti.
Il cementificio Buzzi Unicem di Guidonia produce già un impatto ambientale e sanitario incompatibile con il territorio. Se a questo aggiungiamo anche la combustione dei derivati dai rifiuti, lo stabilimento immetterà nell'aria una enorme varietà di altre sostanze nocive, tossiche, cancerogene e teratogene che si andranno ad aggiungere alle emissioni attuali del cementificio.
Da un lato vengono esposte le popolazioni al rischio di patologie cancerogene derivate da inquinamento atmosferico da polveri sottili ed ultrasottili, mentre dall'altro, a causa dell’incentivazione con CIP6 e Certificati Verdi, viene di fatto impedito l’avvio dell’industria del riciclo.
Davanti all'ennesimo pericolo per la salute dei residenti e per la salubrità ambientale; di fronte all'inconsistenza della politica locale, pronta sempre ad accettare impianti devastanti per il nostro territorio; l'unica opposizione è quella formata dai cittadini coscienti, dalle associazioni e dai comitati locali.

Antonio Barcella
www.collianiene.org
news@collianiene.org

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