25
febbraio 2013
… Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti … Non vogliamo trattare della pioggia
di dannunziana memoria, che invita al silenzio per ascoltare la musica
delle gocce che cadono, ma di quella insistente che sta tormentando
Roma mettendola in ginocchio. In questa città non serve un
nubifragio per infierire su automobilisti e passanti, bastano poche
gocce d’acqua e le caditoie non sono più in grado di smaltire
tutta l’acqua che cade. Le strade si trasformano in piscine, l’asfalto
si sfalda e i poveri pedoni non sanno dove rifugiarsi per evitare
i grossi getti d’acqua sollevati dai pneumatici dei veicoli in transito.
Uno scenario che si ripete puntualmente: traffico bloccato e il trasporto
pubblico che va in tilt.
Piove
sui tetti le case le storie di Roma
e le mamme rincorrono i figli davanti alla scuola
il tempo mi porta via...ma questa è casa mia…
Venditti
con la sua sintesi musicale ci fornisce l’immagine delle difficoltà
che la gente deve attraversare quando piove sulla città Eterna
ma rammenta a tutti noi che Roma è la nostra casa e come tale
andrebbe trattata. Maggiori controlli sulla qualità dei lavori
di asfaltatura delle strade potrebbero alleviare parte dei problemi
che questa città accusa sistematicamente. Purtroppo, nella
capitale, il rapporto tra imprenditori e politica non ha un confine
molto preciso e la trasparenza è solo una parola senza significato.
Antonio
Barcella
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