6
aprile 2013 – Erano le 3 e 32 minuti del 6 aprile
2009 e anche a Colli Aniene ci siamo svegliati per la terra che tremava.
Una scossa prolungata che anche a noi romani ha fatto temere il peggio
nonostante la distanza rassicurabile dall’epicentro. L'Istituto Nazionale
di Geofisica e Vulcanologia registrò un sisma di magnitudo
momento 6,3 Mw che in termini di scala Mercalli di misurazione dei
danni è paragonabile a un terremoto dell’8° / 9° grado.
Quella notte abbiamo subito capito che qualche cosa di terribile era
accaduto nelle nostre vicinanze, per questo molti di noi, anziché
tornare a dormire, si sono messi davanti al televisore in attesa di
notizie sulla tragedia.
A distanza di quattro anni ben poco è cambiato e i cittadini
del capoluogo abruzzese attendono ancora la ricostruzione del centro
storico. Legambiente ha voluto ricordarlo attraverso un articolo che
condividiamo in pieno: “L'Aquila
quattro anni dopo”. Riportiamo alcuni stralci di quell’articolo
accompagnandolo con le immagini che qualche tempo fa noi stessi abbiamo
ripreso nella cittadina abruzzese.
“Dal
2009 per L’Aquila il 6 aprile è un giorno che si vorrebbe cancellare
dal calendario. Un giorno di dolore. E ora un giorno di rabbia, per
le tante promesse mai realizzate. Noi continueremo a difendere e valorizzare
la bellezza dei nostri territori, promuovere la cultura e puntellare
i pilastri su cui abbiamo costruito, di generazione in generazione,
la nostra identità. Vorremmo vedere, invece, sempre meno puntelli
sulle case e i monumenti. Vorremmo vedere più persone felici
di rivivere le strade di uno dei capoluoghi più belli e antichi
d’Italia, partendo dal suo centro storico fino a raggiungere tutti
i piccoli comuni coinvolti dal cratere sismico. È la testimonianza
amara del Circolo aquilano di Legambiente che, terminato l’impegno
nell’emergenza, aveva avanzato delle proposte concrete affinché
la ricostruzione, materiale e immateriale, divenisse l’occasione per
progettare una città nuova; è una dichiarazione che
esprime ora il rammarico a la sfiducia di tanti cittadini che, a quattro
anni dal terremoto, si sentono abbandonati. Eppure L’Aquila ha tutte
le carte in regola per risorgere. Uno straordinario patrimonio naturale
e culturale, tradizioni e saperi, l'intelligenza, l’operosità,
la creatività dei suoi cittadini. Ricostruire nei prossimi
anni dovrà essere l’occasione per realizzare una città
sicura, che sappia innovare rispettando gli equilibri ecologici e
che rappresenti un punto di riferimento per l’urbanistica mondiale.
Le proposte di Legambiente configurano un territorio, in futuro, a
emissioni zero di anidride carbonica, autosufficiente dal punto di
vista energetico, con mobilità sostenibile e una politica dei
rifiuti altamente efficiente; dotato di strumenti di governo che salvaguardino
il suolo e promuovano le energie rinnovabili, rendano partecipi i
cittadini alle scelte. L'Aquila e i comuni del cratere hanno l'opportunità
di diventare un modello di luogo di vita moderno e capace di coniugare
cultura, ambiente, scienza e tecnologia nella creazione di un contesto
di elevata qualità.”
Antonio
Barcella
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