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aprile 2013 – L’avevamo
definita la "fontana triste di Alemanno" ma, forse, eravamo
in errore perché a oltre sei mesi dal guasto, che impedisce
all’acqua di scaturire dalle uscite e di librarsi verso il cielo,
non è ancora chiara di chi sia la responsabilità per
i lavori necessari alla riattivazione.
Tutti i nostri appelli agli assessorati all’Ambiente, ai Lavori Pubblici
e ai rispettivi Dipartimenti sono caduti nel vuoto e quello che era
diventato il simbolo di Colli Aniene si è trasformato nella
“fontana della vergogna”.
Siamo costretti a rilevare che, in molti casi, l’Amministrazione di
Roma Capitale investe (o è meglio dire getta) denaro pubblico
per opere che poi non riesce a gestire e finiscono nel dimenticatoio
o in quello stato di abbandono e degrado che tutti conoscono. È
il caso della fontana di Piazzale Loriedo, il caso più emblematico,
e della fontana di Tiburtino III posta davanti alla chiesa di Santa
Maria del Soccorso (che contiene un’opera artistica del maestro Nena).
Due opere finanziate con i nostri tributi per le quali non c’è
alcun rispetto e tutela del Bene Comune.
Ci sono casi ancora più eclatanti di questo a Colli Aniene,
dove gli investimenti del Comune di Roma sono stati molto più
significativi e ora tutto è lasciato andare in malora. Stiamo
parlando del Casale della Cervelletta e del Parco Naturale annesso
che furono acquistati qualche decina di anni fa dall’amministrazione
Capitolina con un forte esborso economico e poi lasciati
alle sole forze del volontariato. Questo storico casale ha bisogno
urgente di interventi di manutenzione per mettere mano alle infiltrazioni
di acqua dal tetto che, in mancanza di interventi concreti, porteranno
a inevitabili crolli. Ma questo è un altro argomento che sviscereremo
nei prossimi giorni.
Tornando al tema dell’articolo, lasciamo giudicare a voi l’unica risposta
che abbiamo ottenuto dal Dr. Franco Passa del dipartimento SIMU (Sviluppo
Infrastrutture e Manutenzione Urbana) e responsabile della vigilanza
sul contratto di servizio stipulato con A.C.E.A. per l’Illuminazione
Pubblica, per la gestione delle fontane monumentali ed artistiche,
per le fontanelle potabili, per gli idranti antincendio stradali e
delle reti di innaffiamento cittadino:
“Spett.le Associazione, il ritardo della risposta è dovuto
alla ancora non chiarita situazione su quale sia il soggetto che ha
in consegna la fontana in questione, e a chi siano attribuiti gli
oneri di gestione e manutenzione della stessa. Da informazioni pervenute
risulta che la Direzione del Servizio Giardini abbia gestito inizialmente
il tutto, curando l’affidamento della fontana ad un soggetto privato,
che ha assunto l’onere di gestirla. Nel tempo si è reso necessario
un intervento di manutenzione straordinaria (riparazione pompe), di
cui se ne è fatto carico il Servizio Giardini, intervento che
a tutt’oggi, in considerazione della vostra comunicazione, non risulta
che sia stato completato. (NDR= Non si preoccupano
nemmeno di verificare lo stato del problema). Il Dipartimento
SIMU, allo stato attuale non è in grado di intervenire, in
quanto non è mai stato interessato nella consegna e nella gestione
della fontana. Distinti saluti. Franco Passa.”
Di fronte a queste “non” risposte mi cadono le braccia e mi viene
spontaneo domandarmi se vale la pena di collaborare con queste “istituzioni”
(il minuscolo non è casuale) per la tutela del Bene Comune.
Se nemmeno sotto elezioni si riescono ad avere risposte concrete allora
siamo messi veramente male!
Antonio
Barcella
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