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maggio 2013 – E’ al termine di una attenta indagine
che gli agenti della squadra investigativa del Commissariato “Prenestino”,
diretto dal dr. Mauro Fabozzi, hanno proceduto al fermo di quattro
cittadini moldavi, tre uomini e una donna , responsabili a vario titolo
dei reati di ricettazione, riciclaggio, porto e detenzione di arma
comune da sparo rubata e falso in documenti di identità. Inoltre
sono state denunciate anche altre due persone. In particolare nel
mese di dicembre 2012, gli investigatori sono riusciti ad individuare
un box in via Collatina dove avvenivano “movimenti strani”. Gli
agenti, nel corso dell’attività di indagine, hanno accertato
che quel locale in effetti altro non era che un deposito clandestino
di motocicli e parti di essi, tutti provento di furto.
Non è
stato semplice identificare gli effettivi utilizzatori di quel box,
poiché gli occupanti in previsione di controlli da parte delle
forze dell’ordine, si erano organizzati nella creazione di false identità.
Il
proprietario delle mura del box-deposito, l’aveva regolarmente concesso
in locazione ad una donna ucraina che, nella circostanza aveva esibito
una carta di identità italiana intestata a tale D.J., con sopra
trascritta una falsa residenza presso il Comune di Aprilia ad un indirizzo
inesistente. Le
successive indagini però hanno consentito di reperire l’ utenza
telefonica che la donna aveva fornito in fase di contrattazione al
proprietario. Il
numero è risultato intestato ad un’altra donna, moldava tale
C.K., di fatto esistente e residente ad Anzio. Gli
accertamenti immediatamente successivi hanno permesso di accertare
che la D.J. era la stesa persona che si identificava in C.K.
Dalla
perquisizione dell'alloggio della donna, oltre ad emergere una relazione
sentimentale della stessa con tale P.S., suo convivente, è
stato rinvenuto un cospicuo numero di manoscritti attestanti altrettanti
giri di affari nel traffico di moto rubate di grossa cilindrata. Il
puzzle a quel punto si è composto e l'attività successiva,
effettuata non solo con mezzi tecnici ma soprattutto con attenti servizi
di osservazione e di pedinamento costanti, ha permesso di individuare
in dettaglio le modalità di azione dei rei, tutti cittadini
moldavi che, collegati con altri paesi dell’est europeo, provvedevano
all’esportazione di motoveicoli di pregio rubati e destinati al mercato
parallelo.
Il "modus
operandi" era semplice ed efficace. Consisteva
nel girovagare nei quartieri della città a bordo di utilitarie
non troppo appariscenti per riuscire ad individuare ignari centauri
a bordo di moto di alta gamma, soprannominate dai consociati "cavalli".
Una
volta individuata la "preda" veniva seguita sino a quando
parcheggiava il mezzo presso l'abitazione dove poi , durante le ore
notturne, le moto venivano sollevate di peso, caricate su furgoni
rubati e depositate in uno dei diversi box affittati per questo scopo.
Nell'arco
di poco più di tre mesi sono state rintracciate dagli investigatori
ben 12 moto di alta gamma, tre autocarri utilizzati per il trasporto
sino al box di turno, un motore fuoribordo per yacht, materiale edile
del valore di Euro l0.000,00 e arnesi utilizzati per lo scasso di
varia caratura. Il
valore economico dei veicoli in sequestro si aggira intorno a 100.000,00
euro senza considerare l'enorme quantità di moto rinvenute
, già smontate e già inserite nel circuito di vendita
clandestino.
Nell'ambito
dell’operazione, sono state sottoposte a fermo quattro persone moldave.
I fermati, sono stati accompagnati presso il carcere di Rebibbia a
disposizione dell'autorità giudiziaria che ha già convalidato
i fermi.