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giugno 2013 – Fino ad oggi ci siamo tenuti lontani
dalla corsa elettorale ma, ora che si tratta di scegliere tra i due
candidati rimasti in corsa per la Presidenza del IV Municipio, vogliamo
conoscere meglio i contendenti. Emiliano Sciascia (Centro Sinistra)
e Giovanni Ottaviano (Centro Destra) si apprestano a misurarsi in
una sfida che, questa volta, avrà un solo vincitore. Entrambi
sono stati consiglieri dell’ex V Municipio e, quindi, conoscono bene
questo territorio. Abbiamo posto loro alcune domande per analizzare
il loro punto di vista sulle questioni territoriali.
L’ultima
consigliatura del Municipio del Tiburtino è stata improntata
ad un’estrema litigiosità e contrapposizione tra i consiglieri
eletti per risolvere i problemi del territorio. Che cosa non ha funzionato
e come intende cambiare l’amministrazione locale per essere il Presidente
di tutti?
Innanzitutto
un augurio: quello che nella prossima consigliatura ci si possa confrontare
nel merito delle questioni e senza preclusioni di natura ideologica.
Nella mia prima, ed unica, esperienza da consigliere ho potuto toccare
con mano vecchie ruggini, contrapposizioni e conflitti che provenivano
da lontano, dagli anni precedenti. La composizione del consiglio che
si sta delineando sarà improntata molto sul rinnovamento, per
cui sarebbe importante che i volti nuovi eletti possano lavorare per
il bene dell’Istituzione e non di una sola parte. Questo sarebbe già
un primo obiettivo importante per evitare le divisioni passate. Inoltre
è bene avere chiaro in mente che se i cittadini dovessero confermare
il centrosinistra al governo locale, dovremmo dimostrare maggiore
coerenza e capacità di fare una buona amministrazione.
Tanti
disagi permangono da anni in questo territorio, dall’ambiente alla
mobilità, dagli edifici scolastici fatiscenti alle fontane
abbandonate al degrado, dal lavoro agli ecomostri della tiburtina,
dall’inquinamento atmosferico alle opere “inutili” dove viene sprecato
denaro pubblico. Quali rimedi metterà in campo per tentare
di sanare almeno le emergenze?
Bisogna
innanzitutto impegnarsi per far funzionare bene e meglio la macchina
amministrativa del Comune di Roma e dei singoli Municipi. Soprattutto
per eliminare gli sprechi è necessario che vi sia una maggiore
efficienza nei rapporti tra i singoli uffici pubblici, troppo spesso
è difficile addirittura rintracciare il diretto responsabile
di un particolare intervento sul territorio. Per questo motivo è
fondamentale che il nuovo sindaco di Roma decida per un effettivo
decentramento delle competenze. Questo non significa soltanto maggiori
risorse ai Municipi, ma significa anche e soprattutto maggiori poteri
di intervento nelle dinamiche. E’ fondamentale rendere vincolanti
per il Comune i pareri che vengono richiesti ai Municipi, in tal modo
si vincola l’amministrazione centrale ad un certo tipo di intervento,
volontà del territorio, senza dover necessariamente far transitare
le risorse economiche al Municipio di appartenenza.
Molti
cittadini temono che, appena passate le elezioni, tutte le promesse
svaniranno come fumo nel vento e, come sempre, resteranno solo le
associazioni territoriali a difendere i diritti dei residenti. Cosa
intende fare per valorizzare l’enorme lavoro che i tanti volontari
svolgono quotidianamente e gratuitamente sostituendosi all’amministrazione
pubblica?
Questo
è un timore che si ripresenta ad ogni tornata elettorale ed
è frutto della scarsa credibilità e fiducia delle Istituzioni.
Per cui bisognerà invertire la rotta e ricominciare proprio
dai territori. In questi cinque anni di malgoverno di Alemanno i cittadini
sono stati abbandonati a se stessi, del tutto scollegati tra loro
e con la pubblica amministrazione. Anche a livello locale potevamo
fare di più, per cui come impegno che ci assumeremo vi sarà
quello di privilegiare il rapporto con le tante realtà associative
e culturali presenti nei diversi quartieri, aprendo un dialogo ed
un confronto continuo. A volte capita che un’amministrazione prenda
decisioni sbagliate perché queste non sono concertate o confrontate
con i cittadini. Bisogna ricominciare da lì. Ci piace immaginare
un Municipio nel quale non siano solo le persone ad andare dall’Istituzione
ma sia anche questa ad andare direttamente nei territori.
Competenze
di difficile attribuzione, rimpallo di responsabilità tra Comune
e Municipio e scarsa trasparenza sono, secondo noi, tra le maggiori
cause che intralciano la risoluzione dei problemi lamentati dai cittadini.
Basterebbe convogliare tutte le richieste in un vero “sportello virtuale
del cittadino” dove sia possibile tracciarne il percorso e vedere
lo stato della propria istanza. Troppo difficile da attuare o la politica
evita appositamente il controllo da parte del cittadino?
Ogni
strumento che faciliti il dialogo tra amministrazione e cittadino
va sicuramente usato e implementato. Ma la domanda che ci dobbiamo
porre è: quale risposta si è in grado di dare? E la
risposta è effettivamente risolutiva del problema? In realtà
è necessario, come dicevo prima, che i Municipi vengano dotati
di maggiori poteri di intervento e decisionali, in maniera tale che
oltre ad essere luoghi dove si pongono domande possano diventare anche
luoghi nei quali risolvere i problemi. Ad oggi, ad esempio, i municipi
non vengono interpellati per il contratto di servizio dell’Ama, garantire
questo aspetto sarebbe già un primo passo per poter programmare
con maggiore esattezza ed efficienza gli interventi.
Sono
tanti i problemi da affrontare per soddisfare realmente chi vive su
questo territorio ma tre di loro, secondo noi, primeggiano sul resto
e ciclicamente tornano all’apice dell’insoddisfazione generale perché
non sono affrontati nel modo giusto: i cattivi odori del Depuratore
Roma Est, le emissioni della BASF e di tutta la zona industriale e
la questione “rom” mai risolta né per le condizioni di vita
dei rom stessi e neppure per i disagi che loro arrecano agli altri
cittadini (fumi tossici, sicurezza, deturpazione dell’ambiente, etc).
Qual è il suo programma per questi tre punti?
Sul depuratore
di via degli Alberini, ci troviamo nella tipica situazione, purtroppo
molto italiana, nella quale un fondamentale servizio alla comunità
diventa contestualmente un danno per la comunità stessa. L’ACEA
non può più rimandare gli interventi che ci ha spesso
esposti e che, a dir loro, dovrebbero risolvere il problema, lo deve
fare e in tempi brevissimi, anche in considerazione del fatto che
l’arrivo dell’estate non fa che aumentare i miasmi provenienti dal
depuratore. La situazione della BASF è fortemente complessa,
frutto di una pianificazione del territorio ormai sorpassata dall’urbanizzazione
delle aree più esterne di Roma. A prescindere da qualsiasi
questione riguardante le autorizzazioni avute dall’industria, la BASF
va spostata in altro luogo. Nel corso della passata consigliatura
abbiamo votato un ordine del giorno che si faceva carico della delicata
situazione ambientale e chiedeva all’amministrazione comunale di trovare
una sede diversa, sempre nel territorio provinciale, al fine di garantire
i livelli occupazionali e la tutela della salute dei cittadini. In
questi cinque anni però nulla ha fatto il Campidoglio per intervenire
efficacemente, rimpallando le responsabilità alla sola provincia
di Roma, quando è il Sindaco ad essere l’autorità preposta
alla tutela della salute pubblica. E’ necessario da subito aprire
un tavolo di lavoro e di discussione tra il Comune di Roma, la Regione
Lazio e l’azienda per cercare una soluzione alternativa.
NDR:
La stessa intervista è stata posta al candidato del Centro
Destra Giovanni Ottaviano che ha già dato la sua disponibilità
a rispondere alle nostre domande. Pubblicheremo la sua intervista
appena arriverà in redazione.
Antonio
Barcella
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