Questione Rom – Uscire dall’ipocrisia per trovare una soluzione vera

6 agosto 2013Qualche giorno fa abbiamo lanciato una provocazione: “Il razzismo è alimentato in primo luogo dalla indifferenza delle Istituzioni, dall’incapacità di gestire la sicurezza nei campi rom o al di fuori di questi, di non perseguire i reati trincerandosi dietro le denunce verso ignoti ma conoscendo benissimo chi sono gli autori, l’incapacità di varare un piano adeguato limitandosi a monitorare il problema.”
Oggi vogliamo approfondire il concetto al fine di tentare di uscire dall’ipocrisia: il solo modo per trovare una soluzione vera alla questione Rom. Intanto chiamiamoli Rom, Sinti o qualsiasi altro nome ma non chiamiamoli nomadi. Il flusso di movimento di un popolo tra una nazione e l’altra è legato soprattutto alla ricerca di opportunità di sopravvivenza, ossia una migrazione da stati poveri verso nazioni più ricche. Chi invece occupa un insediamento Rom in Italia lo fa da anni ed ha, di fatto, abbandonato il nomadismo.
Coloro che sostengono le ragioni di questo popolo lo fanno soprattutto appellandosi alla necessità di conservare la loro cultura. Nulla da eccepire, la cultura è una cosa preziosa che va conservata e tutelata, è la memoria di un popolo. Siamo, però, altrettanto certi che le tradizioni non devono prevalere sulla legge di uno stato. Invece in Italia si interpreta la “tutela della cultura” come uno speciale lasciapassare che permette di infrangere molte leggi in nome di quel buonismo che arreca danni soprattutto al popolo Rom e li allontana sempre di più dagli altri cittadini. In tutto questo c’è l’ipocrisia di uno Stato che colloca gli insediamenti ai confini dei municipi o della città, disinteressandosi completamente delle condizioni di vita di queste bidonville, dei servizi necessari alla sopravvivenza, della scolarizzazione dei bambini. Un atteggiamento ipocrita che alimenta la frattura e allontana l’integrazione. Lasciare che un insediamento predisposto per 150 persone, come lo era via Salviati, sia occupato da oltre 400 elementi lascia spazio solo a faide interne fra etnie diverse e crea una situazione di emergenza umanitaria in cui gli “occhi distratti delle Istituzioni” fanno il danno maggiore.
Spendere 36 milioni di euro per un piano nomadi (ci chiediamo ancora chi siano i nomadi), che è servito solo ad allontanarli dalle nostre città, è demenziale. Se questa mole di denaro fosse stata utilizzata in maniera più razionale, sarebbe stata la prima picconata data al muro di indifferenza e di intolleranza.
A nostro parere, per una vera integrazione, il passo maggiore spetta al popolo Rom che deve dare un segnale preciso abbandonando per sempre i traffici illeciti e le ruberie per far prevalere quella voglia di integrazione che rileviamo soprattutto nei più giovani.

Antonio Barcella
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Commenti

7 agosto 2013Ecco alcuni link interessanti: http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/montecompatri/notizie/312680.shtml

http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/roma_chiede_di_non_fumare_in_stazione_metro_vigilessa_picchiata_nomadi/notizie/312459.shtml

http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/incendio_campo_nomadi_via_di_salone/notizie/312366.shtml

Fonte Questura di Roma:
#NETTUNO. BRUCIA MATERIALE DI RISULTA PROVOCANDO UNA COLONNA DI#FUMO TOSSICO. #DENUNCIATO DALLA POLIZIA 69ENNE ITALIANO. SEQUESTRATA UN’AREA DI 1500 MQ.
Una segnalazione di una colonna di fumo maleodorante. Sono circa le ore 20:00 di ieri sera quando al “113” giungono diverse chiamate di cittadini residenti a Nettuno. Fumo che stava “avvolgendo” tutte le case della zona tra via Nettuno-Velletri e via Santa Marinella. Sul posto la Sala Operativa della Questura di Roma ha inviato due Volanti del Commissariato di Anzio-Nettuno, oltre ad allertare i Vigili del Fuoco. I poliziotti appena arrivati hanno accertato che la colonna di fumo proveniva da un terreno sito a circa 150 metri dalla abitazioni. Autore del “falò” un uomo - presente all’interno del terreno - identificato per B.G.R. italiano residente a Nettuno ma originario di Pantelleria. L’incendio è stato spento dai Vigili del fuoco. A bruciare – causando quel fumo – erano due congelatori evidentemente in disuso; nelle vicinanze erano presenti vari materiali di risulta tra cui bombole di gas, oli incombusti e eternit. Nessuno dei residenti è rimasto intossicato. Gli agenti del Commissariato – diretto dal dr. Fabrizio Mancini – dopo aver accompagnato l’uomo negli uffici di Polizia, lo hanno denunciato in stato di libertà per i reati di incendio doloso e inquinamento ambientale. Il terreno – un’area di circa 1500 Mq - è stato attualmente posto sotto sequestro. (Roma, 6 agosto 2013)
Annunciata Ordinanza per rientro presso Castel Romano, sono trascorsi svariati giorni, e quanto annunciato è rimasto solo annunciato. Esiste una questione Nomadi ? Quando tratteremo seriamente tale questione ?E' possibile far rientrare via Salviati nel territorio del Commissariato di Nettuno, o chiedere che il Commissario di Nettuno presti servizio nel Commissariato Prenestino ? Giuseppe