19
agosto 2013 – Riportiamo
in questo articolo un interessante comunicato stampa emesso dal CENSIS
nel mese di giugno su «La società impersonale»
fatta di individui che non hanno coscienza di sé e del proprio
rapporto con la collettività.
Una volta la sfida era l'esame, oggi è la vincita al gioco.
Stime attendibili affermano che non più del 20% degli italiani
possiede le competenze minime per orientare e risolvere, attraverso
l'uso appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi
della vita quotidiana. Questo svilimento del capitale culturale
si riflette nella crisi endemica di cinema e teatri, accresciuta dalla
crisi. Gli individui che compongono la società impersonale
hanno un'identità volatile. Cercano prove iniziatiche e sfide
per affermare la propria identità, ma anziché affrontare
esami universitari, affrontano avvincenti sfide con i videogiochi
o il gioco online. Il 31% dei genitori italiani gioca quotidianamente
con i videogiochi anche per più di due ore. E oltre il 30%
degli adolescenti dichiara di conoscere ragazzi che giocano al poker
online.
Il corpo racconta quello che la persona non ha. L'identità
delle persone poggia sempre più sull'aspetto estetico.
Siamo terzi al mondo per numero di interventi di medicina e chirurgia
estetica in rapporto alla popolazione. Nel 2012 in Italia gli interventi
di medicina estetica sono aumentati del 24,5%. Quanti non si accontentano
di avvicinarsi a canoni di bellezza, spesso omologati dallo star system,
ma vogliono trasmettere attraverso il loro corpo qualche tipo di messaggio
che li identifichi, hanno a disposizione 900 centri per il tatuaggio
(costo variabile da 40 a 2.000 euro l'uno). Ogni settimana aprono
in Italia 4 nuovi centri specializzati in tatuaggi.
Il fortino della prossimità (impaurita). A fronte di
un reale aumento di estorsioni, minacce, omicidi e tentati
omicidi (da 462.000 a 588.000 in 6 anni), crescono
le paure collettive. Guidano la classifica quelle per il
futuro dei figli e per la disoccupazione, aumenta di 10 punti percentuali
quella di essere rapinati in casa. Su tutte svetta la paura del degrado
ambientale e la distruzione dell'equilibrio naturale. Per quanto riguarda
i figli, si temono incontri pericolosi in rete (pedofili) e bullismo.
Cresce il pessimismo sul futuro, anche perché
la gran parte degli italiani prevede un ulteriore slittamento etico:
per il 55% aumenteranno le tangenti, come l'evasione fiscale (58,6%)
e la pratica di accettare affari di dubbia committenza (59,8%).
Veloci e distratti. I ritmi della vita sono sempre più
caotici, anche il turn over dei negozi si è fatto rapidissimo
e agli stessi ritmi bruciano i nuovi movimenti politici. Il 68% degli
italiani pensa che tra 5-10 anni saremo fortemente condizionati dai
ritmi accelerati. Intanto, aumenta il consumo di psicofarmaci:
+16,2% di antidepressivi in 6 anni.
Antonio
Barcella
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