Il gioco d’azzardo tra politica e società

11 settembre 2013 – Riceviamo e volentieri pubblichiamo. È tempo di occuparsi di uno dei mali sociali tra i più insidiosi: il gioco d’azzardo che ormai produce quantità industriali di malati di slot. Bene ha fatto Antonio Barcella a lanciare questo "sasso nello stagno"; e dunque vediamo se riusciamo ad agire. Magari nel solco di chi di questa “tragedia” si sta già occupando con importanti iniziative e risultati significativi.
E che si tratti di una “tragedia” lo ha sottolineato anche Papa Francesco che il 5 settembre scorso ha ricevuto il Direttore del mensile VITA, che insieme agli operatori della Casa del Giovane di Pavia hanno promosso il Movimento No Slot.
Un movimento che ha coinvolto in tutto il Paese decine di associazioni, con le quali nell’ultimo anno sono state organizzate grandi mobilitazioni contro il gioco patologico.
Ma è necessario fare di più poiché le cifre del gioco d’azzardo sono impressionanti:

­ 86 miliardi di fatturato nel 2012 (gioco “legale”)
­ 15 miliardi gioco illegale
­ 4 % del Pil nazionale
Inoltre, ed ancora più allarmante…
­ Il gioco d’azzardo rappresenta il 12 % della spesa delle famiglie italiane
­ L’Italia ha il primato europeo come volume di giochi
­ come volume di giochi L’Italia è il terzo Stato al mondo

E dunque, ancora una volta l’associazionismo c’è. E lo Stato?
Non si può dire che lo Stato non ci sia. Anzi. Purtroppo c’è eccome. Ed è una presenza impressionante quanto le cifre di cui sopra. E questo poiché il nostro Stato fa finta di promuovere il “gioco responsabile” con spot risibili. Ma lo Stato sa che non “può” (non vuole) rinunciare agli 8 miliardi di introiti che questa tragedia gli produce. Nell’immediato.
Ma solo nell’immediato, poiché lo Stato non è in grado (o fa finta di non essere in grado) di valutare i costi sociali che producono migliaia di persone che cadono vittime di questa “malattia”. Persone (che gli “esperti” si ostinano a definire “capitale umano”). Persone che non studieranno o non lavoreranno più, in quanto sono destinate prima o poi a finire in mano alla criminalità, o in qualche carcere, o ancora nei Centri Anti ludopatie. Con costi certamente superiori agli introiti di cui sopra, e risultati che sono e saranno viepiù sotto gli occhi di tutti.
Pertanto sul ruolo dello Stato non mi dilungo più di tanto condividendo quanto rappresentato nell’articolo di Barcella.
Con questa nota intendo lanciare un appello a quanti sono interessati ad intraprendere una campagna di mobilitazione nel nostro territorio, a partire dalle scuole, dalle parrocchie, al fine di rendere consapevole un numero crescente di persone, di Istituzioni e di Associazioni, circa lo “tsunami” intergenerazionale che si sta abbattendo sulla parte più vulnerabile, e sempre più numerosa del nostro tessuto sociale.
Muoviamoci! Forse siamo ancora in tempo per evitare di essere costretti dire“Ci siamo giocati l’Italia”, come fa egregiamente Aldo Nove nel suo e-book Bingo Italia”
(1)

Antonio Viccaro - Associazione Crisalide

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(1) È il racconto del progressivo precipitare di Maurizio, il protagonista, 52 anni, disoccupato, nella spirale allucinata del gioco…di una vita perduta e ridotta alla fuga nel Punto Snai (Vita n.9/2013)

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