Iniziate le operazioni di sgombero degli esuli di Castel Romano (Salviati 3)

12 settembre 2013 – È in corso di sgombero l’insediamento rom abusivo a ridosso del campo di via Salviati dove si erano insediati i 150 rom provenienti da Castel Romano. Le ruspe, accompagnate da vigili, polizia e carabinieri, stanno operando per smantellare l'accampamento abusivo nel IV municipio e rimuovere una parte delle macerie lasciate dall’accampamento. Inevitabili le polemiche contro il Campidoglio e il sindaco Marino da parte del portavoce rom “Il Comune ci aveva prospettato due alternative, tornare a Castel Romano oppure andare nei centri d'accoglienza, dividendo però le famiglie. Entrambe le soluzioni però non ci vedono d'accordo ed al momento non si sa cosa accadrà“.
L’Associazione 21 Luglio che si batte per i diritti dei rom ha subito fatto sentire la sua voce dichiarando «Come in passato, assistiamo a violazioni dei diritti umani». Ecco il testo completo del comunicato stampa: “Da questa mattina è in corso lo sgombero forzato di 35 famiglie rom nell'insediamento informale di via Salviati, nella periferia est della Capitale. Per Amnesty International Italia, Associazione 21 luglio e Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC), lo sgombero non rispetta standard e garanzie procedurali ponendosi in continuità con le ripetute violazioni dei diritti umani perpetrati già dalla passata Amministrazione capitolina.
Le operazioni di sgombero sono iniziate alle 7.15 di stamane, condotte da carabinieri, polizia di Stato e polizia municipale (circa 70 uomini in tutto). I 120 rom presenti vivevano in via Salviati dallo scorso giugno, dopo essere fuggiti dal «villaggio della solidarietà» di Castel Romano. L'azione odierna rappresenta l'attuazione dell'ordinanza del sindaco Marino n. 184 del 5 agosto 2013 che aveva disposto «il trasferimento immediato di persone e cose dall'insediamento abusivo di nomadi sito in via Salviati» e il loro ricollocamento «presso il villaggio della solidarietà di Castel Romano».
In risposta all'ordinanza del sindaco la comunità rom aveva affermato in una lettera aperta la volontà di non voler continuare a “vivere in un ghetto”, quale si configura l'insediamento di Castel Romano, un mega-campo monoetnico isolato dal contesto urbano, ad alta concentrazione, luogo di degrado fisico e relazionale. Nella stessa lettera i rom avevano formulato al sindaco un appello al dialogo per dare vita a nuovi percorsi di inclusione ma, secondo le informazioni raccolte dalle tre organizzazioni, tale richiesta non ha avuto alcun seguito. Gli incontri avvenuti tra i rom e le autorità, per modalità, tempistica e partecipanti, non possono essere infatti considerati in alcun modo “genuine consultazioni”.
«Per tale ragione - sostengono Amnesty International Italia, Associazione 21 luglio e ERRC - lo sgombero forzato di oggi non rispetta gli standard e le garanzie procedurali previste dalla normativa internazionale. Dai riscontri effettuati emergono infatti la mancanza di una reale e genuina consultazione con i rom interessati e l'assenza di alternative abitative adeguate. I "villaggi della solidarietà" del Comune di Roma - secondo le tre organizzazioni - non possono essere ritenuti un'alternativa alloggiativa adeguata essendo stato comprovato come condurre la propria vita all'interno di detti insediamenti compromette la fruizione di diritti imprescindibili sociali ed economici e condiziona fortemente la vita dei suoi abitanti, spesso anche in dispregio dei diritti umani».
«Lo sgombero forzato al quale stiamo assistendo oggi - concludono le tre organizzazioni - oltre a rappresentare una grave violazione dei diritti umani, costituisce un innegabile passo indietro rispetto ai contenuti espressi all'interno della Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti adottata dal governo italiano in attuazione della Comunicazione della Commissione europea n.173/2011 che sottolinea la necessità di superamento del modello “campo” per combattere l'isolamento e favorire percorsi di interrelazione sociale»
.”

Antonio Barcella
www.collianiene.org
news@collianiene.org

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Commenti

12 settembre 2013Salve, alle varie associazioni che difendono i diritti dei rom, vorrei gentilmente far notare che esistono anche i diritti del popolo italiano, che vive in case di proprietà comprate con grandi sacrifici, che paga le tasse e che vorrebbe almeno poter stare in casa propria con le finestre aperte o poter passeggiare senza la maschera antigas per non respirare la diossina dei roghi accesi dai rom e poter godere di un panorama migliore rispetto al degrado che ci viene raffigurato dai loro campi abusivi . Un saluto. Stefano (NDR=sono certo che il lettore non si riferisce a noi che ci siamo sempre battuti per per il rispetto dei diritti di tutti)

12 settembre 2013Si muove qualcosa. La nostra zona è nuovamente su "Il Messagero" (articolo).
ps sono convinto che il lettore Stefano si riferisce alle associazioni come ass 21 luglio e "amnesy" International . Roberto