8
ottobre 2013 – È ora di dire basta al consumo di suolo
e di iniziare quella strada del cambiamento che si chiama rigenerazione
urbana, un nuovo modo di concepire e tutelare il territorio e gli
spazi urbani in chiave sostenibile. È questo l’appello che
Legambiente lancia al Presidente del Consiglio Enrico Letta per chiedere
a Parlamento e Governo una corsia preferenziale per discutere e approvare
finalmente in questa legislatura una legge che fermi il consumo di
suolo e premi, invece, la riqualificazione edilizia, energetica e
antisismica del patrimonio edilizio esistente. Scelte nell’interesse
dei cittadini in grado di rilanciare il settore delle costruzioni
e l’economia del Paese e che l’associazione ambientalista spiega in
“Fermare
il consumo di suolo, rigenerare le città”. Un documento,
inviato alle Commissioni parlamentari e al Governo, dove oltre ad
analizzare il Disegno di Legge approvato dal Governo il 15 Giugno
2013 in materia di “Contenimento del consumo di suolo e riuso del
suolo edificato”, Legambiente propone integrazioni e modifiche normative
per rafforzare l’efficacia dei controlli e spostare l'attenzione sulla
rigenerazione urbana.
“Le
nostre idee e proposte – spiega Edoardo Zanchini, vice-presidente
di Legambiente – vogliono tenere insieme gli obiettivi di tutela
e di riqualificazione del territorio ed incrociare alcune questioni
come la grave crisi che sta vivendo il settore delle costruzioni.
E’ indispensabile lanciare un segnale chiaro al mondo dell’edilizia
attraverso una Legge che sposti l’attenzione sulla rigenerazione urbana”.
Nel documento Legambiente pone in particolare l’attenzione sulla necessità
di un efficace monitoraggio del consumo di suolo, di limiti e controlli
nei confronti dell'occupazione di suoli agricoli, di riuso del patrimonio
non utilizzato e degradato, in modo da creare condizioni di vantaggio
per una diffusa riqualificazione con obiettivi ambientali, energetici
e antisismici e chiudere così il ciclo dell'espansione edilizia.
“Il
suolo è un bene comune e una risorsa limitata e non rinnovabile
– ha commentato Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente
– Una legge che voglia fermare il consumo di suolo deve agire
sulle cause che lo determinano, che sono legate alla formazione della
rendita immobiliare. Se vogliamo fermare il consumo di suolo, è
obbligatorio favorire la rigenerazione urbana: occorre sviluppare
un nuovo equilibrio tra fiscalità e incentivi che renda attraente,
efficace e più semplice l'investimento nella città,
impedendo che i capitali in fuga dalla città producono anonime
urbanizzazioni e piastre commerciali ai danni di campagne, coste e
spazi aperti”.
L’associazione
ambientalista propone in particolare di introdurre un contributo per
il consumo di suolo e spostare le risorse sulla rigenerazione urbana,
prendendo come punto di riferimento la normativa tedesca. Occorre
inoltre fermare la speculazione sulla proprietà e edificabilità
dei suoli, stabilendo che i piani urbanistici debbano avere un ruolo
di solo indirizzo, spostando ai piani attuativi la definizione dei
diritti edificatori. Ma per cambiare le nostre città, spostando
l’attenzione degli imprenditori edili verso la rigenerazione urbana,
occorre semplificare e incentivare gli interventi nelle periferie
per trasformarle in quartieri con parchi e spazi pubblici degni di
questo nome, abitazioni a prezzi accessibili.
Si associa
alla richiesta di Legambiente il Sindaco di Roma Capitale Ignazio
Marino che dichiara: "Basta al consumo di suolo nell'agro
romano. Rigeneriamo quello che abbiamo in città. Roma non merita
altro cemento".