17
ottobre 2013 – Partiamo da un po’ di storia per inquadrare
meglio l’argomento. I Municipi di Roma sono una istituzione relativamente
recente che risale a una prima delibera del Consiglio Comunale del
1999 dove viene approvato il "Regolamento del decentramento
amministrativo" che disciplina l'organizzazione le funzioni
delle Circoscrizioni in cui è articolato il territorio comunale.
Nel 2001, una successiva delibera dello stesso organismo stabilisce
la nascita dei Municipi: «Le Circoscrizioni del Comune di
Roma sono costituite in Municipi, per rappresentare le rispettive
comunità, curarne gli interessi e promuoverne lo sviluppo
nell'ambito dell'unità del Comune di Roma.»
A distanza di 12 anni questo sistema di competenze e deleghe amministrative
tra Comune e Municipio sta evidenziando una criticità strutturale
che penalizza il territorio anziché portare dei benefici. La
crisi economica ha accentuato la distanza tra i due enti amministrativi,
Comune e Municipio, provocando risentimento e astio tra i cittadini
verso le istituzioni locali.
Ancora una volta è stata varata una riforma condivisibile sulla
carta ma sulla quale non c’è stato il coraggio di perseguire
un vero decentramento territoriale.
La domanda provocatoria e in un certo senso legittima che il cittadino
si pone, di fronte all’inerzia totale di un organismo ritenuto dai
più un ente inutile, è: “A cosa serve un
Municipio con un vuoto perenne di cassa che non interviene su nulla?”.
Ben poche sono le competenze che l’amministrazione di Roma Capitale
ha delegato agli uffici periferici e quelle poche sono su percorsi
ricchi di ostacoli che ne compromettono l’efficacia. Facile arrivare
all’equazione “Aboliamo i Municipi”, almeno così
si potrà risparmiare sui costi relativi allo stipendio o ai
rimborsi spese dei Consiglieri, della Giunta, dei Consulenti e del
Presidente mettendo da parte un piccolo tesoretto che può essere
utilizzato per i servizi sociali, le scuole, le strade, i parchi e
tutto quello che è nel degrado. Il conto è presto fatto
e non stiamo parlando di bruscolini. Solo per il nostro Municipio
la spesa si aggira intorno ai cinque-seicentomila euro
annui che rapportati ai 15 Municipi romani portano a una cifra di
oltre 9 milioni di euro.
Quante cose di pubblica utilità potrebbero essere sistemate
con quella cifra?
Badate bene stiamo parlando solo del personale politico di queste
amministrazioni non certo di dirigenti, impiegati e operai che hanno
il loro bel da fare per portare avanti i servizi essenziali di questa
città.
Onde evitare fraintendimenti, è bene precisare che noi siamo
favorevoli al decentramento amministrativo che avvicina la politica
ai cittadini ma il Municipio deve essere messo in condizione di lavorare
per il territorio per rappresentare le rispettive comunità,
curarne gli interessi e promuoverne lo sviluppo, come stabilito
dal decreto che ne istituisce la nascita. Se non si è in grado
di rispettare questo impegno è meglio impiegare i 9 milioni
di euro annui per fermare il degrado della periferia romana.