Tratto urbano A24 – Installate barriere fonoassorbenti nello spartitraffico centrale all’altezza di Colli Aniene

23 ottobre 2013 – Lasciateci esultare per questa piccola vittoria. Quando esiste una effettiva volontà di ascoltare i cittadini e si risolve un problema effettivo non si può non riconoscere la serietà di chi l’ha fatto: la Società Strada de Parchi e i suoi dirigenti tecnici. Peccato che la politica non sia in grado di fare altrettanto.
La nostra richiesta di istallare barriere fonoassorbenti nello spartitraffico centrale del tratto urbano dell’A24, per spezzare l’onda sonora, è stata riconosciuta valida e ha portato ad una modifica progettuale già attuata dalla società che gestisce il tratto autostradale. Del resto non ci voleva molto a capire che l’aumento della larghezza della carreggiata avrebbe permesso al rumore, che grazie alle nozioni di fisica sappiamo che si propaga in onde sempre più larghe, di scavalcare le vecchie barriere antirumore disturbando i piani più alti di via Gullo e via Calosso.
Avevamo già compreso dalle risposte dell’Ing. Rocchi ad una nostra intervista che la Strada dei Parchi stava valutando attentamente la richiesta che, grazie ad una grande efficienza dimostrata su tutto il progetto, è stata prontamente messa in esecuzione. Per chi non ricorda le parole del Direttore Tecnico del progetto riportiamo la parte di intervista relativa a questa materia:

In merito all’inquinamento acustico, ritiene che le barriere antirumore siano in grado di assorbire l’onda sonora prodotta dal traffico veicolare in considerazione all’aumento della larghezza della carreggiata all’altezza di Colli Aniene e in altri punti della tratta autostradale urbana?
In linea generale, nell’intervento delle complanari è stata posta particolare attenzione alla problematica acustica e, come già visibile, sono state previste numerose barriere fonoassorbenti (oltre 50.000 mq); più in particolare, nella zona di Colli Aniene, la scelta progettuale è stata quella di mantenere, per quanto possibile, gli interventi antirumore già installati lungo l’autostrada ai fini di una continuità visiva ormai consolidata sul territorio. Ciò, fermo restando la compatibilità con gli obiettivi prefissati di salvaguardia ambientale e rispetto dei limiti normativi. Seguendo queste indicazioni generali, nell’area di viale Palmiro Togliatti è stata mantenuta la barriera antirumore posizionata sul ciglio del rilevato, mentre è stata sostituita quella sul viadotto con un’altra di pari altezza, ma con aggiunta di diffrattore in sommità, essendo quella precedentemente installata non più a norma in materia di sicurezza stradale. Ma per migliorare ancor di più l’abbattimento del rumore sono previsti ulteriori interventi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di tutela della popolazione, in particolare per i piani più alti degli edifici a ridosso dell’autostrada, proprio in considerazione dell’aumento della larghezza della carreggiata. A tal proposito, sono stati aggiunti degli schermi acustici “integrati” di 3 metri lungo le rampe di accesso a viale Togliatti ed in asse al sistema autostradale, quest’ultimo nel tratto prospiciente la barriera esistente (che verrà installato nel mese di settembre). E’ stata inoltre prevista la stesa di una pavimentazione speciale, di tipo sperimentale ed unica per estensione in Italia, che ha la proprietà di ridurre “alla fonte” le emissioni di rumore dovute al rotolamento degli pneumatici quindi con maggiori performance acustiche rispetto alla precedente tipologia di tappeto. In definitiva, considerato anche il beneficio connesso alla fluidificazione del traffico derivante dalla nuova configurazione stradale, il miglioramento dei livelli acustici che si conseguirà a fine intervento sarà significativo.

Nel corso della stessa intervista, anticipando le polemiche di questi giorni, avevamo chiesto informazioni sul pagamento o meno di un eventuale pedaggio per le complanari A24. “Non sarà Strada dei Parchi – ha dichiarato l’ing. Rocchi - a dover sciogliere il nodo dell’eventuale applicazione di un pedaggio sulle Complanari, poiché queste, una volta realizzate, entreranno nella proprietà di Regione, Provincia e Comune. Saranno le Istituzioni pubbliche, quindi, a stabilire come e chi debba sostenere il costo di gestione e manutenzione delle Complanari una volta che esse entreranno in funzione.

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