Roghi tossici – Roma si chiede chi c'è dietro lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali?

5 novembre 2013 – Cosa si nasconde dietro i fumi neri che si alzano puntualmente nei cieli di Roma Est? Sono solo frutto di un disservizio nella raccolta dei rifiuti nei campi nomadi o dietro di loro c’è un vero racket composto da imprenditori disonesti e bande criminali più o meno organizzate? Perché questo fenomeno non viene adeguatamente perseguito dalle Forze dell’Ordine e dalle Istituzioni? La situazione dei roghi tossici di Roma è così diversa da quella di Napoli, gestita dalla camorra, o è solo la punta di un iceberg che può esplodere da un momento all’altro?
Tutte domande lecite quando si analizza un disagio così pesante per i cittadini. Come è nostra prassi cerchiamo di analizzare i fatti per arrivare a delle conclusioni che siano il più vicino possibile alla verità.
1. Ben pochi controlli vengono eseguiti sui libri di contabili dei venditori di pneumatici o su quelli delle imprese edili. Basterebbe dare una piccola occhiata ai registri delle piccole imprese per accorgersi che quanto entra nei depositi non corrisponde alla quantità di materiale eliminato nelle discariche pubbliche.
2. Enormi discariche abusive sorgono nel territorio adiacente gli insediamenti rom a testimoniare che la rete preferita dalla malavita per lo smaltimento di plastica, amianto, gomme, materiali edili sono coloro che controllano i campi abusivi o regolari. Solo nel mese di maggio di quest’anno gli inquirenti hanno scoperto una mega discarica abusiva, composta da 6mila metri cubi di rifiuti di ogni genere, che occupava undicimila metri quadrati di terreno nel villaggio rom La Barbuta. Oltre a materiale di risulta di ogni tipo, anche tossici, sul terreno sono stati riscontrati anche ingenti quantitativi di materiale ferroso tra carcasse di autoveicoli, elettrodomestici fuori uso, batterie per auto esauste e rivestimenti di materiale plastico residuo della combustione di cavi e tubazioni di rame. Seicentomila euro sono stati spesi dal Comune di Roma tra il 2011 e il 2012 per bonificare l’ex area rom di via della Martora dalla presenza di rifiuti speciali. Imponenti discariche abusive sono visibili ad occhio nudo nei pressi dei villaggi regolari di Castel Romano e di Salone in quelli tollerati di via Salviati.
3. Il comandante del Gruppo Sicurezza Pubblica ed Emergenziale, Antonio Di Maggio, nel corso della Commissione Servizi Sociali e Sanità, che si è svolta 19 settembre nel VI Municipio ha dichiarato fra l’altro: “I roghi non possono essere fermati a breve termine. In relazione agli incendi, sappiamo che i rom contattano gommisti, elettrauto, benzinai: viene sottratto quello che serve, quello che è possibile riciclare, ma non sappiamo chi fornisce loro il materiale. Abbiamo già sequestrato e confiscato diversi furgoni. Abbiamo identificato e denunciato tutte le persone fermate. Ma le leggi non ci consentono di intervenire sempre. Non è possibile mettere cinque vigili ogni notte: a parte i costi, i rom brucerebbero comunque a 200 metri di distanza. Abbiamo speso quasi 100mila euro di straordinari per la vicenda dell’alta velocità: i lavori erano costantemente bloccati per i furti di rame. ”.
Quest’ultima dichiarazione appare a chi legge come una dichiarazione di resa di fronte ad un problema che la comunità non può accettare. Una maggiore sinergia tra le forze dell’ordine dovrebbe colpire alla fonte questo traffico illecito, ossia ricettatori e imprenditori disonesti,. Se non ci fosse lo sfruttamento di quelli che si possono definire i nuovi poveri, se non esistesse la ricettazione dei beni provenienti dagli illeciti, non ci sarebbe neanche il reato.
A tal proposito voglio raccontarvi un piccolo aneddoto che può in qualche modo spiegare la situazione. In una delle tante riunioni che periodicamente frequento per la questione nomadi un piccolo imprenditore si vantava di procurare lavoro per le persone rom. Ebbene lui ci spiegò come usava affidare lo smaltimento degli scarti dei lavori edili ai rom che avevano a disposizione un camioncino. Inutile spiegare a quest’uomo che proprio quei rifiuti speciali alimentavano le discariche abusive del nostro territorio. Facile per alcune persone far passare un illecito per un atto di altruismo e mettere così a tacere la propria coscienza. Tutti quelli che lo compiono potrebbero trovare mille giustificazioni ma noi chiamiamolo per quello che è: un crimine che comporta un enorme danno alla comunità.

Antonio Barcella
www.collianiene.org
news@collianiene.org

Articoli letti: 12  
se apprezzi questo sito internet clicca mi piace su Facebook

Scarica il bando del Secondo Concorso Letterario Caterina Martinelli

Commenti

6 novembre 2013 Mail ironica inviata da un lettore all'Assessorato Ambiente con allegate una serie di fotografie raccapriccianti sul fenomeno dei roghi tossici. Oggetto: Via Salviati - Dubbio Ameltico !!!!! Essere o non essere...rogo tossico o non rogo tossico. Alcune Malelingue nel quartiere..raccontano di fantomatici roghi tossici nella zona di Via Salviati...mi pare francamente ....una grande bufala...anche se...riflettendo....un tarlo..un dubbio amletico ...continua a tormentarmi (...non riesco neanche a prendere sonno) .......e se fosse (anche solo parzialmente) vero ? Sempre in attesa di un contatto. Grazie. Giuseppe