Sicurezza – Casi ripetuti di effrazioni e furti nel quartiere

12 novembre 2013È di nuovo allarme sicurezza a Colli Aniene?” È la domanda che si pongono i residenti di fronte ai nuovi casi di appartamenti svaligiati e furti di automobili che puntualmente si verificano nel quartiere. Il tam tam di internet è il veicolo più semplice per far avere una informazione a tutti ma, spesso, è anche lo strumento che genera maggiore allarmismo.
Partiamo dagli episodi criminosi degli ultimi giorni di cui siamo venuti a conoscenza: un tentativo di effrazione in via Efisio Orano non portato a termine, una violazione di appartamento in via Tamburrano, un altro appartamento in via Togni che ha resistito agli assalti dei malviventi. A tutto questo si aggiunge una automobile sparita in via Igino Giordani.
Pochi casi per parlare di “emergenza”, i dati rientrano nella media della città, ma abbastanza per riprendere il discorso sulla sicurezza del quartiere e tentare di fare un quadro della situazione.
Colli Aniene ad inizio 2012 ha subito un attacco della criminalità con oltre venti rapine ai danni di esercizi commerciali per i quali ci siamo mobilitati con assemblee pubbliche, petizioni e ben due incontri con il Questore di Roma Dr. Tagliente. L’impegno della cittadinanza e la risposta delle forze dell’ordine con maggiori presidi e controlli ha riportato il quartiere a una situazione di normalità che non significa l’assenza assoluta di episodi criminosi. Ancora oggi si possono osservare pattuglie di carabinieri e polizia controllare le nostre strade soprattutto negli orari di chiusura serale dei negozi.
Come riportato negli episodi sopra citati, due furti in appartamento su tre sono falliti, a dimostrazione che i cittadini si sono attrezzati con maggiori accorgimenti per difendersi dalla criminalità. Al tempo stesso, a fare da contro altare a questa riflessione è il numero consistente di case sottoposte a tentativi di effrazione più o meno riusciti. Solo nel mio palazzo negli ultimi anni sono stati “visitati” circa un terzo delle abitazioni.
L’insicurezza è divenuta un elemento comune e quasi normale della nostra società. Non si tratta più di un disagio localizzato e definito infatti spesso si parla di “sicurezza percepita”. Si insinua tra le pieghe della società e ne contagia parti che fino a ieri erano esenti. Anche i media, i mezzi di informazione, stentano a riprodurne il fenomeno e a determinarne i veri effetti.
In questo contesto è un dovere chiedere maggiori controlli ed efficienza ma dobbiamo anche capire che la sicurezza assoluta ha un costo eccessivo che, soprattutto in questo momento, non ci possiamo permettere. Allora dobbiamo arrenderci alla criminalità? Assolutamente, no! La prima difesa inizia da accorgimenti che ogni persona può adottare nel proprio appartamento, la seconda è una maggiore collaborazione della cittadinanza con le forze dell’ordine. Ricordiamoci che siamo noi i maggiori conoscitori del nostro territorio e siamo i primi che possono accorgersi di movimenti equivoci. A volte, basta non girare lo sguardo dall’altra parte quando osserviamo qualcosa di ambiguo e sospetto per far fallire un atto criminoso.

Antonio Barcella
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