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novembre 2013 – Domani, venerdì 15 novembre
alle ore 17, presso la Biblioteca della Vaccheria Nardi è stato
programmato un evento culturale che riguarda direttamente il nostro
territorio: Presentazione del libro “Piazza Tiburtino III” di Riccardo
Morri, Marco Maggioli, Paolo Barberi, Riccardo Russo e Paola Spano
(Società Geografica Italiana).
La presentazione sarà accompagnata dalla proiezione di un documentario.
Dal 1936 ai giorni nostri il Tiburtino III è molto cambiato
ma, tra gli enormi volumi di cemento che ne disegnano oggi il profilo,
si può ancora intravedere la continuità di una preziosa
memoria collettiva.
ore 17 - presentazione documentario di Riccardo Russo "Piazza
Tiburtino III"
ore 18 - Presentazione della ricerca
intervengono: Ivano Caradonna (già presidente V Municipio),
Lidia Piccioni (storica), Paolo Masini (assessore ai LL PP e alle
Periferie di Roma Capitale), Emiliano Sciascia (presidente IV Municipio
di Roma Capitale)
modera: Riccardo Morri
Invitato il Governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, presenti
gli autori
INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI
Tiburtino
III nasce come una delle borgate ufficiali di Roma verso la metà
degli anni 1930. I confini erano via di Grotta di Gregna, piazza Santa
Maria del Soccorso, via Tiburtina. La zona è stata oggetto
di una drastica ristrutturazione urbanistica avvenuta tra il 1974
e il 1990 fortemente voluta dalla popolazione residente. Attualmente
l'area del Tiburtino III nasconde le tracce della borgata ufficiale
IACP costruita nel 1936 per dare alloggio a quota parte degli abitanti
del centro storico sfrattati durante l'operazione di "risanamento"
attuata tra il 1930 e il 1938 dal Governatorato di Roma. Al Tiburtino
III andarono in prevalenza gli abitanti della Ferratella (zona San
Giovanni - Porta Metronia), via delle Botteghe Oscure, Borgo Pio.
La costruzione del quartiere proseguì nel secondo dopoguerra
ad opera del gruppo APAO, composto da giovani architetti organici
capitanati da Bruno Zevi: tra essi Ludovico Quaroni e Piero Maria
Lugli. Della vecchia borgata non resta che qualche edificio esemplare,
mentre la semi totalità dei "lotti" popolari di color
giallino pallido che disegnavano l'ambiente extraurbano (citato in
alcuni passi di "Ragazzi di vita" di Pasolini) sono stati
abbattuti e sostituiti con edifici in linea di colore grigio, alti
dai 4-7 piani, costruiti in cemento armato e tamponati con pannelli
prefabbricati di gesso. Attualmente il quartiere è inglobato
nel tessuto urbano di Roma, e ha perduto quei caratteri di riconoscibilità
morfologica che sono propri delle 11 borgate ufficiali dello stesso
periodo storico; in compenso la qualità degli alloggi è
decisamente migliorata, in linea con lo standard contemporaneo. (fonte
Wikipedia)
Antonio
Barcella
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